Lot Essay
Oltre che nei dipinti di figura, la potenza espressiva di Mario Sironi si rivela pienamente nelle rappresentazioni di architetture, in particolare quelle desolate e inquietanti delle periferie, paesaggi tipici della contemporaneità, urbani e costruiti.
L'architettura ha svolto un ruolo rilevante sia nella formazione sia nella successiva attività dell'artista. Figlio di un ingegnere, Sironi viene inizialmente avviato verso la professione del padre; dal 1921 al 1941 l'attività di progettazione architettonica (prevalentemente in collaborazione, ad esempio con Giovanni Muzio e Giuseppe Terragni) è intensa e si interromperà solo -per ovvi motivi- alla caduta del regime fascista. Ma è soprattutto dal punto di vista teorico e simbolico che l'architettura ha un'importanza fondamentale per Sironi e alcuni dei suoi scritti testimoniano di questa posizione centrale. Per Sironi, "la civiltà di una società si esprime attraverso la propria architettura, è cioè civiltà costruita" (C. Gian Ferrari, in cat. mostra Mario Sironi- Paesaggi urbani, Acqui Terme 1998, p. 12). Le grandi cattedrali sono quindi un simbolo del primato italiano, della grandezza della cultura mediterranea. Sironi, pur molto vicino ai futuristi nei primi anni della sua attività, non ne condividerà il rifiuto aprioristico del passato artistico e architettonico. Pur affascinato come Boccioni dal dinamismo della '"città che sale", dai paesaggi urbani e industriali, egli considera fondamentale il retaggio della tradizione e imprescindibili i traguardi raggiunti dalla cultura italiana.
Oltre a questo, non va dimenticato che per Sironi la grande pittura non è pittura da cavalletto, ma ciclo murale in architetture pubbliche; lo scopo fondamentale dell'artista moderno dev'essere la comunicazione con le masse, e questo richiede l'utilizzo di strumenti adeguati. Pittura e architettura moderne si potenziano a vicenda e devono tornare ad agire in simbiosi come nel passato.
Questo dipinto, architettonico sia nel soggetto che nella impostazione pittorica, assume quindi una posizione centrale nell'opera di Sironi. Chiesa in periferia (noto anche come La Cattedrale e variamente datato tra il 1919 e il 1925, anni del massimo fulgore creativo di Sironi) rappresenta una chiesa sormontata da un'alta cupola e altri edifici minori isolati nella notte. Le linee di fuga presuppongono un punto di vista molto basso e decentrato; il lungo muro sfuggente verso la lontananza accentua l'aspetto spettrale del paesaggio. La scena è dominata da un cielo nero e pesante, un buio profondo e uniforme che occupa metà della superficie del dipinto. Gli elementi naturali sono completamente assenti; ugualmente lo sono le figure umane: unica traccia della loro attività l'architettura muta e incombente. In questo primo periodo, i paesaggi urbani di Sironi sono spesso deserti, oppure popolati da abitanti nascosti dentro un camion o dietro le finestre, mentre imponenti figure appaiono invece in scenari rurali, o sono ambientate in contesti miticamente classicheggianti.
Le cattedrali italiane nei dipinti di Sironi svolgono quindi, come abbiamo visto, un ruolo di richiamo a un passato glorioso e di incitamento per il presente, ma sono soprattutto grandiosi motivi plastici. Il contrasto netto tra elementi verticali e orizzontali, evidenziato dalla prospettiva sforzata e dalla tavolozza cupa e rigorosa, contribuiscono alla poderosa evidenza di questa immagine, uno dei risultati più alti della cultura figurativa italiana tra le due guerre.
L'architettura ha svolto un ruolo rilevante sia nella formazione sia nella successiva attività dell'artista. Figlio di un ingegnere, Sironi viene inizialmente avviato verso la professione del padre; dal 1921 al 1941 l'attività di progettazione architettonica (prevalentemente in collaborazione, ad esempio con Giovanni Muzio e Giuseppe Terragni) è intensa e si interromperà solo -per ovvi motivi- alla caduta del regime fascista. Ma è soprattutto dal punto di vista teorico e simbolico che l'architettura ha un'importanza fondamentale per Sironi e alcuni dei suoi scritti testimoniano di questa posizione centrale. Per Sironi, "la civiltà di una società si esprime attraverso la propria architettura, è cioè civiltà costruita" (C. Gian Ferrari, in cat. mostra Mario Sironi- Paesaggi urbani, Acqui Terme 1998, p. 12). Le grandi cattedrali sono quindi un simbolo del primato italiano, della grandezza della cultura mediterranea. Sironi, pur molto vicino ai futuristi nei primi anni della sua attività, non ne condividerà il rifiuto aprioristico del passato artistico e architettonico. Pur affascinato come Boccioni dal dinamismo della '"città che sale", dai paesaggi urbani e industriali, egli considera fondamentale il retaggio della tradizione e imprescindibili i traguardi raggiunti dalla cultura italiana.
Oltre a questo, non va dimenticato che per Sironi la grande pittura non è pittura da cavalletto, ma ciclo murale in architetture pubbliche; lo scopo fondamentale dell'artista moderno dev'essere la comunicazione con le masse, e questo richiede l'utilizzo di strumenti adeguati. Pittura e architettura moderne si potenziano a vicenda e devono tornare ad agire in simbiosi come nel passato.
Questo dipinto, architettonico sia nel soggetto che nella impostazione pittorica, assume quindi una posizione centrale nell'opera di Sironi. Chiesa in periferia (noto anche come La Cattedrale e variamente datato tra il 1919 e il 1925, anni del massimo fulgore creativo di Sironi) rappresenta una chiesa sormontata da un'alta cupola e altri edifici minori isolati nella notte. Le linee di fuga presuppongono un punto di vista molto basso e decentrato; il lungo muro sfuggente verso la lontananza accentua l'aspetto spettrale del paesaggio. La scena è dominata da un cielo nero e pesante, un buio profondo e uniforme che occupa metà della superficie del dipinto. Gli elementi naturali sono completamente assenti; ugualmente lo sono le figure umane: unica traccia della loro attività l'architettura muta e incombente. In questo primo periodo, i paesaggi urbani di Sironi sono spesso deserti, oppure popolati da abitanti nascosti dentro un camion o dietro le finestre, mentre imponenti figure appaiono invece in scenari rurali, o sono ambientate in contesti miticamente classicheggianti.
Le cattedrali italiane nei dipinti di Sironi svolgono quindi, come abbiamo visto, un ruolo di richiamo a un passato glorioso e di incitamento per il presente, ma sono soprattutto grandiosi motivi plastici. Il contrasto netto tra elementi verticali e orizzontali, evidenziato dalla prospettiva sforzata e dalla tavolozza cupa e rigorosa, contribuiscono alla poderosa evidenza di questa immagine, uno dei risultati più alti della cultura figurativa italiana tra le due guerre.