Lot Essay
I tratti dominanti della pittura di Vedova, la pennellata libera e la fisicità del confronto con la tela sono strettamente interdipendenti e appaiono chiaramente in questo dipinto. Vedova sente i margini della tela come una costrizione, una limitazione (non è un caso che a questo ciclo seguano quasi immediatamente i Plurimi, i primi dei quali eseguiti a cavallo tra il 1962 e il 1963); la superficie è completamente coperta di pittura con gesti larghi e potenti; la stesura si confronta direttamente con la pittura all over degli americani, Pollock prima di tutto.
Se la pittura prende tutta la superficie disponibile, anche il colore si estende su tutto lo spettro del visibile: il timbro più squillante si trova nel rosso puro che conclude la composizione all'estrema destra. Accompagnato da tocchi di giallo vivo fa da contrappunto ai toni freddi che dominano la maggior parte della tela, ritmata dalla durezza delle pennellate nere.
Tra gli artisti italiani, Emilio Vedova è tra quelli più attenti, fin dai tempi del fascismo e della guerra, all'attività delle avanguardie della prima metà del secolo. Esempi futuristi e dadaisti costituiscono certamente un modello di riferimento, in alcuni dipinti come quello che presentiamo, per l'inserimento di frammenti di giornale come elementi di collage. La funzione delle pagine di giornale è certamente quella di portare un elemento di realtà nella trama astratta del dipinto e di costituire un legame col vissuto quotidiano, e quindi con la storia. Per Vedova, infatti, l'arte ha senso solo in quanto inserita nel flusso della storia; l'astrazione non significa per lui distacco, ma al contrario partecipazione, coinvolgimento, presa di posizione politica. L'artista ha il dovere morale di partecipare alla vita del suo tempo e di battersi a difesa dei valori umani.
Appare chiaro, soprattutto, che nella visione di Vedova l'uomo non è in balia degli eventi della storia, ma contribuisce a determinarli: la preponderanza delle pennellate colorate rispetto al frammento di giornale indica che per Vedova la vitalità, l'energia, la forza (anche fisica, ma anzitutto morale dell'uomo) influenzano gli eventi. La visione di Vedova è quindi essenzialmente tragica, ma non pessimista. È tragica poichè nella storia si confrontano elementi negativi e positivi, luci e ombre, ma al contrario di quanto avviene nella tragedia classica il destino non è immutabile, ma è continuamente modificato dall'azione dell'uomo.
Se la pittura prende tutta la superficie disponibile, anche il colore si estende su tutto lo spettro del visibile: il timbro più squillante si trova nel rosso puro che conclude la composizione all'estrema destra. Accompagnato da tocchi di giallo vivo fa da contrappunto ai toni freddi che dominano la maggior parte della tela, ritmata dalla durezza delle pennellate nere.
Tra gli artisti italiani, Emilio Vedova è tra quelli più attenti, fin dai tempi del fascismo e della guerra, all'attività delle avanguardie della prima metà del secolo. Esempi futuristi e dadaisti costituiscono certamente un modello di riferimento, in alcuni dipinti come quello che presentiamo, per l'inserimento di frammenti di giornale come elementi di collage. La funzione delle pagine di giornale è certamente quella di portare un elemento di realtà nella trama astratta del dipinto e di costituire un legame col vissuto quotidiano, e quindi con la storia. Per Vedova, infatti, l'arte ha senso solo in quanto inserita nel flusso della storia; l'astrazione non significa per lui distacco, ma al contrario partecipazione, coinvolgimento, presa di posizione politica. L'artista ha il dovere morale di partecipare alla vita del suo tempo e di battersi a difesa dei valori umani.
Appare chiaro, soprattutto, che nella visione di Vedova l'uomo non è in balia degli eventi della storia, ma contribuisce a determinarli: la preponderanza delle pennellate colorate rispetto al frammento di giornale indica che per Vedova la vitalità, l'energia, la forza (anche fisica, ma anzitutto morale dell'uomo) influenzano gli eventi. La visione di Vedova è quindi essenzialmente tragica, ma non pessimista. È tragica poichè nella storia si confrontano elementi negativi e positivi, luci e ombre, ma al contrario di quanto avviene nella tragedia classica il destino non è immutabile, ma è continuamente modificato dall'azione dell'uomo.