Giuseppe Capogrossi (1900-1972)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more
Giuseppe Capogrossi (1900-1972)

Superficie 90

Details
Giuseppe Capogrossi (1900-1972)
Superficie 90
titolo e data Superficie 90-1954 (sul retro)
olio su tela
cm 92x73
Eseguito nel 1954
Provenance
Galleria del Naviglio, Milano
Collezione D'Alessandri, Milano
Galleria Tega, Milano
Galleria Seno, Milano
ivi acquisito dall'attuale proprietario nel 1993 c.
Literature
G. C. Argan, Capogrossi, Roma 1967, cat., n. 132 (illustrato)
Exhibited
Venezia, XXVII Esposizione Biennale Internazionale d'Arte, 1954, n. 292
Milano, Galleria Bergamini, Galleria Seno, Galleria Tega, Anni Sessanta. Rigore e utopia a Milano: Alviani, Castellani, Fontana, Manzoni, Nigro. Colore e segno a Roma: Accardi, Capogrossi, Dorazio, Novelli, Perilli, Sanflippo, Twombly, Uncini, marzo - aprile 1994; poi Roma, Galleria L'Isola, maggio - giugno 1994; poi Roma, Galleria La Nuova Pesa, ottobre - novembre 1994; poi Napoli, Galleria Dina Caróla, dicembre 1994, cat. (illustrato)
Special Notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer's for each lot, is calculated in the following way: 30% of the final bid price of each lot up to and including € 5.000,00 26% of the excess of the hammer price above €5.000,00 and up and including € 400.000,00 18,5% of the excess of the hammer price above €400.000,00

Lot Essay

Nel caos magnificamente fecondo in cui da più di quarant'anni è sommerso il divenire storico dell'arte, trovarsi davanti all'opera di un individuo autentico è meraviglioso, ogni gruppo di "tendenza" non essendo ormai che apparenza sospetta: Capogrossi è uno di quegli isolati che elaborano questo Oggi appassionante, così indefinibile apparentemente e così sconcertante nei suoi più autentici apporti, ma dal quale la ricca diversità di opere indiscutibili ci permette sin d'ora di cominciare a liberare alcune strutture molto diffuse, che saranno domani le basi di un'Altra Estetica, di cui si sente già la necessità, davanti alla minaccia che costituisce l'accademismo della libertà e l'eclettismo di una troppo facile anarchia.
E tanto meglio se l'opera di Capogrossi non ha nessun riferimento: duemilacinquecento anni di classicismo fecondo sono stati brutalmente chiusi dalla "tabula rasa" dada. L'Impressionismo, il Fauvismo e il Cubismo, rivoluzionari solo in apparenza, ne erano stati il decisivo canto del cigno, e solanto l'Espressionismo e il Futurismo, storicamente pre-dada, avevano introdotto nelle loro opere elementi compatibili con le nostre nuove necessità, la Veemenza e il Dinamismo, di cui si incominciano a misurare le vive possibilità in opere impregnate di un lirismo che si forma in una libertà, dalla potenza e dai limiti sino ad allora insospettati.
Ma è oltre le apparenze o le contingenze del "giorno dopo giorno" storico, che bisogna avere il coraggio di spingere l'Avventura dello spirito, se si vuole realizzare l'essenza del messaggio di Capogrossi; egli che, nel pieno successo di un'arte coscienziosamente tradizionale, ha avuto il coraggio e la lucidità di rompere, in una inumana solitudine, con le abitudini e con una carriera normali per numerosi artisti di qualità incontestabile, egli non disapproverà certo il fatto che la sua opera possa essere, per degli esteti, occasione e motivo di indagini alquanto inadatte all'attuale critica d'arte. Con lui sono le nozioni stesse di cui si occupa l'Estetica che vengono rimesse in questione, poiché la sua opera così essenzialmente nuda il suo messaggio così completo, così ricco, attraverso la metamorfosi di un solo segno da lui creato, incorniciato da niente altro in materia di passato e di abitudini artistiche, non dà appiglio ad alcuna letteratura o aneddoto, o a nessuno di quegli apparenti accostamenti di cui si accontentano di solito (e disgraziatamente) gli studi critici attuali. [...]
È a posteriori sull'opera di qualche individuo, per questo fatto stesso senza alcun legame apparente, senza alcuna comunicazione intenzionale, che si sprigionerà l'essenziale del Messaggio dell'appassionante Avventura dell'Arte che si elabora oggi: Capogrossi è uno di questi, e peggio per quelli che hanno ancora nostalgia di tutte le tradizionali facilità, e che si mettono così fuori della possibilità di avvicinarsi alle Nuove Feste.
(Dalla presentazione della sala personale di Capogrossi alla Biennale di Venezia del 1954)