Lot Essay
"Seguo con particolare interesse Schifano dalle sue prime uscite romane: alla Salita (1960) nella mostra con Angeli, Festa, Lo Savio, Uncini, e in ripetute occasioni, nel '61, alla Tartaruga, in una personale, e tra pittori come Twombly o Kounellis o Rotella. Erano quadri originalissimi: verniciati con una sola tinta o due, a coprire l'intero rettangolo della superficie o due rettangoli accostati: la vernice era data, come ora, su uno strato di carta da pacchi, incollata sulla tela [...] Le forme schematiche di Schifano si andavano sempre più precisando come campo; le tele orlate da contorni rettangolari, ad angoli smussati, somigliavano ad uno schermo preparato a ricevere, o ad un video appena acceso, che stia riscaldandosi; o se si vuole all'inquadratura d'un reflex fotografico, che debba dettagliare una zona di veduta o, allo stesso titolo, d'un finestrino d'auto o di aereo" (M. Calvesi, Schifano. Tutto, 1963, cit. in Schifano 1960-1964. Dal monocromo alla strada, cat. mostra Milano, Fondazione Marconi, 2005, pp. 28-29)