Lucio Fontana (1899-1968)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more
Lucio Fontana (1899-1968)

Concetto spaziale. Attese

Details
Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale. Attese
firma, titolo e iscrizione indistinta L. Fontana Concetto spaziale 1+1-336 IA.A (sul retro)
idropittura su tela
cm 41x27
Eseguito nel 1960-61
Autentica su fotografia della Fondazione Lucio Fontana, Milano, n. 1737/77
Provenance
Galleria Internazionale, Milano
Special Notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer's for each lot, is calculated in the following way: 30% of the final bid price of each lot up to and including € 5.000,00 26% of the excess of the hammer price above €5.000,00 and up and including € 400.000,00 18,5% of the excess of the hammer price above €400.000,00

Lot Essay

"Fontana è stato, fin dal 1933-34, l'artista italiano più risoluto a tagliare i ponti con tutte le tradizioni, a proibirsi ogni sviluppo che non fosse un salto qualitativo. È stato insomma il meno programmato, ma uno dei più coerenti artisti del nostro secolo. Quando, per una volta, si è messo alla testa di un movimento, l'ha chiamato Spazialismo: ma non era una teoria né una poetica dello spazio, era soltanto l'affermazione lucida e ferma che qualsiasi cosa coscientemente si faccia è un fare lo spazio. La sua è una sconfessione radicale di tutte le 'rappresentazioni' dello spazio per mezzo della pittura e della scultura tradizionali. Un dipinto è sempre una superficie colorata, la sua forma ideale è il piano; una scultura è sempre un volume plastico, la sua forma ideale è la sfera. Come scultore, Fontana distrugge la scultura: modella grandi sfere e le spacca. Come pittore, distrugge la pittura: distende il colore sulla tela e poi la fende, con uno o più tagli rapidi e netti come rasoiate. È un gesto; ma il gesto che spacca la sfera mette in comunicazione lo spazio esterno con l'interno, il gesto che fende la tela ristabilisce la continuità tra lo spazio al di qua e lo spazio al di là del piano. Con quei gesti volitivi, irrevocabili Fontana ha distrutto la finzione spaziale propria della scultura e la finzione spaziale propria della pittura. E distruggere una finzione significa recuperare una verità. Il gesto negativo di Fontana è anche un gesto conoscitivo: si dica pure, consapevolmente 'intellettuale'. Indubbiamente, per lui, lo spazio che si inventa e si fa con l'arte non ha alcun rapporto con lo spazio della scienza o con quello della nozione comune: anche per Fontana, dunque, l'arte non dipende da una cultura esterna all'arte, non si muove nell'orbita di alcuna filosofia o ideologia. Ciò tuttavia non dipende da un brutale rifiuto della cultura, ma dalla persuasione che la cultura che si realizza nell'arte è autonoma e insostituibile."
(G. C. Argan, L'arte moderna, Firenze 1988, p. 583)