Lot Essay
Dopo i primi quadri esposti a Roma nel biennio 1958-59, caratterizzati dall'impiego di cemento fatto colorare su tele di juta e poi plasmato con maestria e sensibilità pittoriche, è a partire dal 1960 che Mario Schifano comincia la serie dei Monocromi, le tele che lo renderanno celebre e che sanciranno il carattere innovativo e rivoluzionario della sua ricerca pittorica. "All'inizio dipingenvo con pochi colori perchè nel mio lavoro c'era l'idea dell'emblematico, della segnaletica stradale, dei fenomeni percettivi, delle cose primarie.
Pensavo che dipingere significasse partire da qualcosa di assolutamente primario...Dipingevo quadri così: col blu, col rosso, col giallo, col verde.
Dicevo questi sono segni di energia (...) I primi quadri soltanto gialli con dentro niente, immagini vuote (...) andavano di là o di qua di qualsiasi intenzione culturale. Volevano essere solo loro stessi.." così Mario Schifano in un'intervista con Enzo Siciliano (in "Il Mondo", Lui ama Nancy la fotografa, 16 novembre 1972).
Appaiono dunque nelle tele di quel periodo i primi smalti, i colori distesi con colature su carta da pacchi applicata su tele, che Schifano porta in mostra, insieme con le opere di Angeli, Festa, Lo Savio ed Uncini, presso la storica galleria La Salita di Gian Tommaso Liverani. È l'inizio prodigioso di una carriera intrepida e coraggiosa, segnata dall'attenzione per la ricerca, l'innovazione, il cinema, la fotografia ed un gusto originale per l'interpretazione della tradizione pittorica classica. Ed in questo senso i quadri monocromatici sono opere vitali, dinamiche, che denotano una forza fatta non di perfezionismo ma di passione e lirismo.
"Diciamo che la parte più logica della mia vita è il mio lavoro, poi c'è l'altro, difettoso, irresponsabile o responsabile in un dato modo, che poi è uguale agli altri uomini, no, a tutti gli altri esseri umani, una vita non so piena di esaltazione, di depressioni, piena di dubbi, piena di insicurezze, piena di sicurezze, piena di fortuna, anche di qualche sfortuna, ma insomma, un artista è anche un uomo, no?!" (Schifano, ricomincio da me, servizio di Ida Bartolini, in "TG2 Reporter", programma RAI, maggio 1983)
Pensavo che dipingere significasse partire da qualcosa di assolutamente primario...Dipingevo quadri così: col blu, col rosso, col giallo, col verde.
Dicevo questi sono segni di energia (...) I primi quadri soltanto gialli con dentro niente, immagini vuote (...) andavano di là o di qua di qualsiasi intenzione culturale. Volevano essere solo loro stessi.." così Mario Schifano in un'intervista con Enzo Siciliano (in "Il Mondo", Lui ama Nancy la fotografa, 16 novembre 1972).
Appaiono dunque nelle tele di quel periodo i primi smalti, i colori distesi con colature su carta da pacchi applicata su tele, che Schifano porta in mostra, insieme con le opere di Angeli, Festa, Lo Savio ed Uncini, presso la storica galleria La Salita di Gian Tommaso Liverani. È l'inizio prodigioso di una carriera intrepida e coraggiosa, segnata dall'attenzione per la ricerca, l'innovazione, il cinema, la fotografia ed un gusto originale per l'interpretazione della tradizione pittorica classica. Ed in questo senso i quadri monocromatici sono opere vitali, dinamiche, che denotano una forza fatta non di perfezionismo ma di passione e lirismo.
"Diciamo che la parte più logica della mia vita è il mio lavoro, poi c'è l'altro, difettoso, irresponsabile o responsabile in un dato modo, che poi è uguale agli altri uomini, no, a tutti gli altri esseri umani, una vita non so piena di esaltazione, di depressioni, piena di dubbi, piena di insicurezze, piena di sicurezze, piena di fortuna, anche di qualche sfortuna, ma insomma, un artista è anche un uomo, no?!" (Schifano, ricomincio da me, servizio di Ida Bartolini, in "TG2 Reporter", programma RAI, maggio 1983)