Lot Essay
L'attenzione per la città contemporanea è tipica del Futurismo ed è proprio in ambiente futurista che si svolgono le prime esperienze di Mario Sironi, che arriverà a un linguaggio proprio e compiuto tra a fine degli anni Dieci e i primi anni Venti.
Superando la descrizione medievale dell'operosità urbana, la visione utopica della città ideale del Rinascimento, la descrizione ottocentesca dei costumi urbani, Mario Sironi in questi anni rinnova drasticamente la tradizione del paesaggio urbano. Individuando il suo soggetto nelle periferie contemporanee sceglie di descrivere in modo scabro e asciutto la città creata e trasformata dalla società industriale. La mancanza di spunti narrativi è voluta, immediatamente percepibile e intensificata dall'assenza di figure umane (tanto che la presenza di un cavaliere in Cavallo bianco e molo, del 1920-21 appare immediatamente incongrua). Gli abitanti, pur non essendo visibili, sono presupposti necessari: tutto il paesaggio è infatti creato dall'uomo, mentre la dimensione naturale è praticamente inesistente: a far da contrappunto al cielo solo palazzi, strade asfaltate, automezzi.
Le periferie urbane di Sironi, indubbiamente tra le sue opere più ricercate dai collezionisti, contengono tutti gli elementi che meglio identificano l'artista, anzitutto il suo interesse per l'architettura. Questa è indagata sia negli aspetti più innovativi sia in quelli più retrivi, nella felicità dell'invenzione come nel piatto adeguamento a un modello. Le costruzioni più funzionali della nuova urbanistica sono acutamente registrate: ciminiere e ferrovie si accostano a capannoni industriali e alti condomini. Anche in questo dipinto l'architettura e l'urbanistica sono presenti, nelle loro forme più seccamente funzionali: i palazzi, descritti seccamente, sono semplici solidi, parallelepipedi grigi. Muri ostili e senza finestre si alternano a facciate animate solo dalla ripetizione in serie delle aperture.
Una delle novità più eclatanti di queste rappresentazioni urbane è la comparsa del camion, presenza plastica che caratterizza questi paesaggi e li rende inconfondibili. Anche quando si tratta di rappresentare gli autoveicoli moderni appare la distanza di Sironi da ogni intenzione estetica o decorativa, da ogni approccio sentimentale: la scelta di Sironi cade infatti sull'automezzo più legato a una dimensione piattamente funzionale, lavorativa, quello più lontano da un utilizzo festivo.
Superando la descrizione medievale dell'operosità urbana, la visione utopica della città ideale del Rinascimento, la descrizione ottocentesca dei costumi urbani, Mario Sironi in questi anni rinnova drasticamente la tradizione del paesaggio urbano. Individuando il suo soggetto nelle periferie contemporanee sceglie di descrivere in modo scabro e asciutto la città creata e trasformata dalla società industriale. La mancanza di spunti narrativi è voluta, immediatamente percepibile e intensificata dall'assenza di figure umane (tanto che la presenza di un cavaliere in Cavallo bianco e molo, del 1920-21 appare immediatamente incongrua). Gli abitanti, pur non essendo visibili, sono presupposti necessari: tutto il paesaggio è infatti creato dall'uomo, mentre la dimensione naturale è praticamente inesistente: a far da contrappunto al cielo solo palazzi, strade asfaltate, automezzi.
Le periferie urbane di Sironi, indubbiamente tra le sue opere più ricercate dai collezionisti, contengono tutti gli elementi che meglio identificano l'artista, anzitutto il suo interesse per l'architettura. Questa è indagata sia negli aspetti più innovativi sia in quelli più retrivi, nella felicità dell'invenzione come nel piatto adeguamento a un modello. Le costruzioni più funzionali della nuova urbanistica sono acutamente registrate: ciminiere e ferrovie si accostano a capannoni industriali e alti condomini. Anche in questo dipinto l'architettura e l'urbanistica sono presenti, nelle loro forme più seccamente funzionali: i palazzi, descritti seccamente, sono semplici solidi, parallelepipedi grigi. Muri ostili e senza finestre si alternano a facciate animate solo dalla ripetizione in serie delle aperture.
Una delle novità più eclatanti di queste rappresentazioni urbane è la comparsa del camion, presenza plastica che caratterizza questi paesaggi e li rende inconfondibili. Anche quando si tratta di rappresentare gli autoveicoli moderni appare la distanza di Sironi da ogni intenzione estetica o decorativa, da ogni approccio sentimentale: la scelta di Sironi cade infatti sull'automezzo più legato a una dimensione piattamente funzionale, lavorativa, quello più lontano da un utilizzo festivo.