Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more DALLA COLLEZIONE DI LIONELLO VENTURI (LOTTI 49-50 E 81-88)
Marc Chagall (1887-1985)

Senza titolo

Details
Marc Chagall (1887-1985)
Senza titolo
dedica, data e firma Pour mon ami Lionello Venturi Vence 1951 Marc Chagall (in basso al centro)
matita, acquarello e inchiostro su copertina di libro
cm 22,3x15,9
Eseguito nel 1951 sulla copertina del catalogo della mostra Chagall Oeuvres, 1908-1951, tenuta a Gerusalemme, Tel-Aviv, Ein-Harod e Haifa nel 1951
Provenance
Acquisito direttamente dall'artista da Lionello Venturi, Roma
Special Notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer''s for each lot, is calculated in the following way: 30% of the final bid price of each lot up to and including € 20.000,00 26% of the excess of the hammer price above € 20.000,00 and up and including € 800.000,00 18,5% of the excess of the hammer price above €800.000,00

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Lot Essay

La vita di Lionello Venturi (1885-1961), imprescindibile figura di riferimento della cultura italiana e internazionale per almeno un cinquantennio, è stata ricca di avvenimenti e di conquiste intellettuali, alcune tra le quali ancora oggi insuperate per rigore e apertura.
Nato a Modena, Lionello Venturi proviene da una famiglia di studiosi tra cui il padre Adolfo che, autore della monumentale Storia dell'Arte Italiana, insegnò per un quarantennio all'Università di Roma (istituzione che per lui istituì e a lui affidò il corso di perfezionamento in Storia dell'arte) e il figlio Franco, protagonista della Resistenza antifascista e storico di primissimo piano (tra i suoi temi di ricerca l'Ottocento russo e l'Illuminismo italiano).
Lionello, dapprima funzionario delle Belle Arti a Urbino, fu dal 1915 titolare della cattedra di Storia dell'Arte all'Università di Torino. I suoi studi si caratterizzano fin dall'inizio per un vivace spirito anticlassicista e antiaccademico. Il Gusto dei Primitivi, il volume che lo rende celebre, provoca vivaci discussioni fin dalla sua pubblicazione nel 1926, rivelando la sua precoce autonomia intellettuale.
Nel 1931 è tra i pochissimi intellettuali a rifiutare il giuramento di fedeltà al regime fascista al potere ed è per questo costretto ad abbandonare la cattedra universitaria e a rifugiarsi in Francia. L'Italia perde così uno studioso di primissimo piano che, proprio durante il soggiorno in Francia, durato fino al 1939, produrrà alcune opere fondamentali. La sua apertura internazionale si rivela con l'interesse per Cézanne: il Catalogue Raisonné de l'Oeuvre di Paul Cézanne, apparso in francese nel 1936, costituisce il primo studio sistematico dell'opera dell'artista. Esso rimane ancor oggi un punto di riferimento per la catalogazione dell'opera del maestro di Aix oltre che un caposaldo metodologico per la storia dell'arte. Il testo verrà in seguito rielaborato diventando l'opera di una vita: Venturi lavorerà alla revisione fino alla sua morte nel 1961.
Parallelamente lavora agli Archives de l'Impressionisme, apparsi nel 1939, ricchissima raccolta di informazioni di importanza paragonabile allo studio su Cézanne.
La revisione delle metodologie del purovisibilismo (per le quali solo la specificità dei valori visivi conta) e la critica delle letture rigidamente iconografiche, portano Lionello Venturi a dedicarsi allo studio della critica d'arte. La sua Histoire de la Critique d'Art (1938) supera gli schemi tradizionali di lettura dell'opera d'arte e inaugura un filone di studi fecondissimo e praticato in seguito da innumerevoli altri studiosi, soprattutto per la possibilità che offre di individuare i significati che le opere assumono per i contemporanei e per gli artisti stessi
Alla caduta della Francia sotto il regime nazista è costretto a rifugiarsi negli Stati Uniti, dove il suo insegnamento viene richiesto dalle maggiori università, confermandone la statura e il prestigio internazionali. Dopo la guerra ritorna, acclamatissimo, in Italia, dove gli viene assegnata la cattedra all'Università di Roma che già era stata del padre.
La sua attività intellettuale e la sua vita si sono distinte per l'indipendenza da ogni principio di autorità (senza timore delle conseguenze, come si è appena visto) e l'amore per l'innovazione artistica: Cézanne non è stato per lui un artista del passato, ma il più avanzato artista della sua epoca. Questo atteggiamento lo spinge a dedicarsi alla critica militante: il suo sostegno va a personaggi di primo piano del panorama internazionale (come Chagall o Rouault) ma anche a molti giovani artisti italiani. Negli anni fra le due guerre, da consigliere artistico dell'industriale R. Gualino, le sue attenzioni vanno all'ambiente torinese in cui operano artisti come Francesco Menzio, Emilio Sobrero, Luigi Spazzapan. Nel dopoguerra -anche tramite Commentari, la rivista che fonda e dirige insieme a Mario Salmi- si interessa invece ai linguaggi astratti di Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato, Vedova (artisti che presenta alla Biennale del 1952 come "Gruppo degli Otto") e al percorso, da questi molto distante, di Morandi.
Siamo felici di presentare alcune opere provenienti dalle collezioni di questo illustre protagonista della cultura italiana, riconosciuto come un maestro dagli studiosi delle generazioni successive (primo tra tutti Argan) e come un compagno di strada da molti artisti che ha sostenuto e stimolato.