Lot Essay
La realizzazione di alcuni pannelli decorativi per la casa parigina di Léonce Rosenberg, figura chiave nello sviluppo delle prime avanguardie -fu il gallerista, tra gli altri di Picasso, Gris, Léger, Braque e a lui si deve la prima esposizione parigina di Mondrian- fu affidata a Gino Severini nell'estate del 1928 e da lui condotta a termine entro l'anno successivo. Numerosi altri artisti parteciparono al progetto (tra i più noti De Chirico e il fratello Savinio, Ernst, Picabia e Metzinger).
L'esecuzione di quest'opera, estremamente significativa all'interno della produzione di Severini, è ben documentata da numerosi studi preparatori e da un fitto carteggio che testimonia l'interesse che artista e committente dedicarono all'opera (Rosenberg arrivò a inviare al pittore campioni dei materiali utilizzati per l'arredamento).
Le scene avrebbero dovuto originariamente essere popolate da personaggi mitologici, ma Severini aveva chiesto e ottenuto di poterli sostituire con maschere, tema che riteneva più vicino alla propria sensibilità e spesso presente nel corso degli anni Venti anche nella pittura di Picasso e, in genere, nella produzione d'avanguardia. I Pulcinella (talvolta denominati anche Pierrot) suonatori di chitarra sono uno dei temi preferiti da Severini negli anni Venti, con risultati straordinari come ad esempio Les Deux Pierrots e il Pierrot Musicien, entrambi in collezione Rosenberg e oggi uno all'Aja, Gemeentemuseum e l'altro a Rotterdam, Boymans-van Beuningen Museum.
Il ciclo di casa Rosenberg era inteso dal pittore come conciliazione di una classicità mediterranea fuori dal tempo con quella pittura moderna che Severini intende dominata da severe leggi compositive (va ricordato che nel 1921 l'artista aveva dato alle stampe Du cubisme au classicisme, in cui invoca una"estetica del compasso e del numero"). Erede di una tradizione che, attraverso Seurat, risale a Piero della Francesca, a Leonardo e al Rinascimento italiano, Severini si concentra anche in questa serie di pannelli su quegli attenti effetti di equilibrata armonia formale e coloristica che caratterizzano la sua pittura.
Raramente, se si esclude l'esempio di Picasso, la rievocazione assorta e nostalgica di un classicismo fantastico e atemporale (i cui elementi più rilevanti sono un'Italia mitica e immaginaria e una luce mediterranea ferma, uniforme e avvolgente) ha prodotto un risultato di livello qualitativo tanto elevato come in questo ciclo.
L'esecuzione di quest'opera, estremamente significativa all'interno della produzione di Severini, è ben documentata da numerosi studi preparatori e da un fitto carteggio che testimonia l'interesse che artista e committente dedicarono all'opera (Rosenberg arrivò a inviare al pittore campioni dei materiali utilizzati per l'arredamento).
Le scene avrebbero dovuto originariamente essere popolate da personaggi mitologici, ma Severini aveva chiesto e ottenuto di poterli sostituire con maschere, tema che riteneva più vicino alla propria sensibilità e spesso presente nel corso degli anni Venti anche nella pittura di Picasso e, in genere, nella produzione d'avanguardia. I Pulcinella (talvolta denominati anche Pierrot) suonatori di chitarra sono uno dei temi preferiti da Severini negli anni Venti, con risultati straordinari come ad esempio Les Deux Pierrots e il Pierrot Musicien, entrambi in collezione Rosenberg e oggi uno all'Aja, Gemeentemuseum e l'altro a Rotterdam, Boymans-van Beuningen Museum.
Il ciclo di casa Rosenberg era inteso dal pittore come conciliazione di una classicità mediterranea fuori dal tempo con quella pittura moderna che Severini intende dominata da severe leggi compositive (va ricordato che nel 1921 l'artista aveva dato alle stampe Du cubisme au classicisme, in cui invoca una"estetica del compasso e del numero"). Erede di una tradizione che, attraverso Seurat, risale a Piero della Francesca, a Leonardo e al Rinascimento italiano, Severini si concentra anche in questa serie di pannelli su quegli attenti effetti di equilibrata armonia formale e coloristica che caratterizzano la sua pittura.
Raramente, se si esclude l'esempio di Picasso, la rievocazione assorta e nostalgica di un classicismo fantastico e atemporale (i cui elementi più rilevanti sono un'Italia mitica e immaginaria e una luce mediterranea ferma, uniforme e avvolgente) ha prodotto un risultato di livello qualitativo tanto elevato come in questo ciclo.