Lot Essay
"Col Manifesto tecnico della pittura futurista e colla prefazione al catalogo dell'Esposizione futurista di Parigi (firmati da Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini) il futurismo pittorico si è svolto, in 6 anni, quale superamento e solidificazione dell'impressionismo, dinamismo plastico e plasmazione dell'atmosfera, compenetrazione di piani e stati d'animo. Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente. Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell'universo, poi li combineremo insieme, secondo i capricci della nostra ispirazione", scrive Balla nel 1915 firmandosi con Depero astrattista futurista in calce al manifesto Ricostruzione Futurista dell'Universo. Dal maggio 1919 inizia ad apparire sul giornale "Roma Futurista" la propaganda che invita a visitare la casa futurista di Balla: "Visitate la Casa Futurista di Balla. Via Nicolò Porpora, 2. Roma". E proprio tra queste due date - 1915, 1919 - si viene collocare questa nuova fase di sperimentazione tutta volta alla plasmazione dell'atmosfera quotidiana attraverso la progettazione di una nuova realtà dove vivere, di un futurismo pittorico tutto colorato. Questo fresco e innovativo progetto per paravento è tutto giocato sui colori che Balla, da quando è arrivato a Roma nel 1895, vede e percepisce dal suo balcone su Villa Borghese: l'arancio del sole e il giallo limone che si va a immergere nel verde chiaro e nel verde cinabro dei prati di Parco dei Daini (queste tonalità vengono scritte da Luce Balla nella parte alta del progetto come indicazioni per poi realizzare il paravento secondo l'effetto che si vuole rendere).
Conservato ancora in Casa Balla nel 1968, Maurizio Fagiolo pubblica per primo l'immagine del progetto. In questi termini, parla dell'ambiente futurista: "L'interesse per l'arredamento testimonia la volontà di uscire dalle ristrette dimensioni del quadro per entrare nell'ambiente della vita. È un fatto sintomatico che questo atteggiamento globale sia nato in seguito al soggiorno a Dusseldorf: soltanto nel clima della Secessione Balla poteva giungere alla coscienza della abolizione di ogni barriera tra arti maggiori e minori. [...] La realizzazione più importante è l'arredamento di Casa Balla (1918-1920): decorare uno spazio per la vita diventerà l'idea-fissa del pittore artigiano; prima di ricostruire l'universo comincia ad allietare il suo piccolo bozzolo" (Elena Gigli)
Conservato ancora in Casa Balla nel 1968, Maurizio Fagiolo pubblica per primo l'immagine del progetto. In questi termini, parla dell'ambiente futurista: "L'interesse per l'arredamento testimonia la volontà di uscire dalle ristrette dimensioni del quadro per entrare nell'ambiente della vita. È un fatto sintomatico che questo atteggiamento globale sia nato in seguito al soggiorno a Dusseldorf: soltanto nel clima della Secessione Balla poteva giungere alla coscienza della abolizione di ogni barriera tra arti maggiori e minori. [...] La realizzazione più importante è l'arredamento di Casa Balla (1918-1920): decorare uno spazio per la vita diventerà l'idea-fissa del pittore artigiano; prima di ricostruire l'universo comincia ad allietare il suo piccolo bozzolo" (Elena Gigli)