Lot Essay
"Il quadro, la scultura, presentano come mezzi di espressione: il colore, il disegno, le masse plastiche, e come fine un'armonia di forme pure".
"La forma è mezzo e fine; il quadro deve poter servire anche come complemento decorativo di una parete nuda, la scultura, anche come arredamento di una stanza - il fine dell'opera d'arte è l'utilità, la bellezza armoniosa, la non pesantezza"
(dal Manifesto del gruppo Forma 1, Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo, Turcato, Roma, 15 marzo 1947)
Gli anni Sessanta vedono la maturazione di una nuova produzione pittorica di Piero Dorazio, quella che contraddistinguerà la fase più famosa della sua carriera.
La tela diventa campo di sperimentazioni di vibrazioni di colori, ed il gioco dell'immagine ritmica propone una serie di combinazioni regolari che sembrano avere come scopo il comporre un'idea di spazio ordinato: strisce verticali, orizzontali e diagonali vengono condotte a mano libera intrecciando rapporti di colore diverso, susseguendosi in moduli regolari e facendo di un elemento decorativo il punto focale stesso della composizione, in cui i colori primari si intrecciano con i complementari, sovrapponendosi e fondendosi insieme.
Seguendo le linee, lo spettatore può partecipare al processo creativo della tela stessa, vivendola in fieri: l'intersecarsi e sovrapporsi dei segni colorati fa vibrare la tela di una luminosità e un movimento che l'occhio sembra percepire, senza risultare piatta né uniforme.
"La forma è mezzo e fine; il quadro deve poter servire anche come complemento decorativo di una parete nuda, la scultura, anche come arredamento di una stanza - il fine dell'opera d'arte è l'utilità, la bellezza armoniosa, la non pesantezza"
(dal Manifesto del gruppo Forma 1, Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo, Turcato, Roma, 15 marzo 1947)
Gli anni Sessanta vedono la maturazione di una nuova produzione pittorica di Piero Dorazio, quella che contraddistinguerà la fase più famosa della sua carriera.
La tela diventa campo di sperimentazioni di vibrazioni di colori, ed il gioco dell'immagine ritmica propone una serie di combinazioni regolari che sembrano avere come scopo il comporre un'idea di spazio ordinato: strisce verticali, orizzontali e diagonali vengono condotte a mano libera intrecciando rapporti di colore diverso, susseguendosi in moduli regolari e facendo di un elemento decorativo il punto focale stesso della composizione, in cui i colori primari si intrecciano con i complementari, sovrapponendosi e fondendosi insieme.
Seguendo le linee, lo spettatore può partecipare al processo creativo della tela stessa, vivendola in fieri: l'intersecarsi e sovrapporsi dei segni colorati fa vibrare la tela di una luminosità e un movimento che l'occhio sembra percepire, senza risultare piatta né uniforme.