Lot Essay
'Si può concludere che ogni cosa abbia due aspetti: uno corrente, che vediamo quasi sempre e che vedono gli uomini in generale, l'altro lo spettrale o metafisico che non possono vedere che rari individui in momenti di chiaroveggenza o di astrazione metafisica'.
Giorgio de Chirico
Il tema della Piazza d'Italia è uno dei più richiesti e caratteristici della produzione pittorica di Giorgio de Chirico; l'accuratezza nell'esecuzione pone questo dipinto accanto ai migliori esempi della serie.
In questi dipinti il riferimento alla cultura italiana è duplice. Da una parte l'idea di piazza e gli edifici che la circondano rimandano a concetti architettonici e urbanistici tipicamente italiani; dall'altra è chiaro il riferimento alla pittura rinascimentale, in particolare alle vedute prospettiche rappresentanti città ideali. Queste vedute, coerenti con il pragmatismo rinascimentale, erano modelli operativi, indicazioni di obiettivi, fonti di ispirazione per l'architetto. Nel caso di de Chirico le finalità sono completamente diverse. De Chirico non vuole insegnare, non vuole trasmettere, non vuole condividere. Le sue sono visioni senza finalità pratiche che, anzi, svilirebbero l'opera d'arte. De Chirico è un vate e un visionario che constata la natura enigmatica dell'esistenza senza cercare soluzioni.
Del resto le architetture rappresentate sono spesso inabitabili o inutilizzabili, come quella centrale a pianta circolare (evidentemente debitrice dei templi dipinti da Perugino o Raffaello) i cui accessi, se esistono, non sono visibili e le cui aperture sono inadeguate rispetto alla dimensione dell'edificio.
I pomeriggi estivi delle Piazze d'Italia sono spesso deserti. In qualche caso, come in questo, è presente una coppia di uomini che non riesce a turbare l'altissimo silenzio. La statua di Arianna (che nei primi dipinti di de Chirico appariva ornata dalla scritta Malinconia, stato d'animo ritenuto dalla cultura del tempo il più propizio alla creazione) domina il centro della piazza mentre, appena davanti allo spettatore si trova un parallelepipedo abbandonato, uno scatolone o una cassa. Sospensione, mistero, malinconia, silenzio, attesa, inquietudine: tutti questi elementi concorrono a formare i sottili enigmi della pittura metafisica.
Giorgio de Chirico
Il tema della Piazza d'Italia è uno dei più richiesti e caratteristici della produzione pittorica di Giorgio de Chirico; l'accuratezza nell'esecuzione pone questo dipinto accanto ai migliori esempi della serie.
In questi dipinti il riferimento alla cultura italiana è duplice. Da una parte l'idea di piazza e gli edifici che la circondano rimandano a concetti architettonici e urbanistici tipicamente italiani; dall'altra è chiaro il riferimento alla pittura rinascimentale, in particolare alle vedute prospettiche rappresentanti città ideali. Queste vedute, coerenti con il pragmatismo rinascimentale, erano modelli operativi, indicazioni di obiettivi, fonti di ispirazione per l'architetto. Nel caso di de Chirico le finalità sono completamente diverse. De Chirico non vuole insegnare, non vuole trasmettere, non vuole condividere. Le sue sono visioni senza finalità pratiche che, anzi, svilirebbero l'opera d'arte. De Chirico è un vate e un visionario che constata la natura enigmatica dell'esistenza senza cercare soluzioni.
Del resto le architetture rappresentate sono spesso inabitabili o inutilizzabili, come quella centrale a pianta circolare (evidentemente debitrice dei templi dipinti da Perugino o Raffaello) i cui accessi, se esistono, non sono visibili e le cui aperture sono inadeguate rispetto alla dimensione dell'edificio.
I pomeriggi estivi delle Piazze d'Italia sono spesso deserti. In qualche caso, come in questo, è presente una coppia di uomini che non riesce a turbare l'altissimo silenzio. La statua di Arianna (che nei primi dipinti di de Chirico appariva ornata dalla scritta Malinconia, stato d'animo ritenuto dalla cultura del tempo il più propizio alla creazione) domina il centro della piazza mentre, appena davanti allo spettatore si trova un parallelepipedo abbandonato, uno scatolone o una cassa. Sospensione, mistero, malinconia, silenzio, attesa, inquietudine: tutti questi elementi concorrono a formare i sottili enigmi della pittura metafisica.