Lot Essay
"Per questa operazione uso delle superfici monocrome, il più immateriali
possibili, foggiate a doppia curvatura e ad elementi ripetuti: un succedersi di punti in rilievo e di punti in depressione, di poli
negativi e positivi, un succedersi di minimi interventi operativi. Esse sono costituite di una membrana piana della quale l'opera di formazione non altera le caratteristiche fisiche di elasticità e di continuità spaziale (al limite si può benissimo immaginare che cessando
l'intervento formativo essa ritorni alla prima dimensione neutra)."
Enrico Castellani, 1967
Castellani, prima sul perimetro, sul risvolto della tela sul telaio, poi sulla superficie a rilievo con l'intenzione di scomporre l'opera e di annientare l'operazione dell'artista, il materiale impiegato ritornerebbe ad uno stato di quiete senza, in nessun caso, portare i
segni del processo subito; senza restare segnato dall'essere stato territorio entro il quale hanno dialogato, si sono attratti e si sono
respinti, per un certo periodo di tempo, pieno e vuoto, concavo e convesso, luce e ombra, positivo e negativo.
L'operazione di Castellani si risolve chiaramente nella sensibilizzazione di una superficie piana, creando uno spazio il meno
fisico possibile e smaterializzato. Questo avviene sia nel momento in cui rilievi e le infossature investono l'intera area dell'opera sia
laddove si concentrano una zona definita e circoscritta.
Indipendentemente dal suo colore, la tela inalterata che "incornicia" la parte centrale mossa dalle sporgenze, in considerazione delle parole dell'artista sopra riportate, può essere pertanto guardata anche come zona franca all'interno dell'opera: quantità di spazio e
simultaneamente porzione di tempo che consente al fruitore di cogliere a pieno le potenzialità della tela ed il suo essere membrana elastica disponibile ad essere deformata naturalmente ma, come si detto, mai in maniera definitiva ed irreversibile.
possibili, foggiate a doppia curvatura e ad elementi ripetuti: un succedersi di punti in rilievo e di punti in depressione, di poli
negativi e positivi, un succedersi di minimi interventi operativi. Esse sono costituite di una membrana piana della quale l'opera di formazione non altera le caratteristiche fisiche di elasticità e di continuità spaziale (al limite si può benissimo immaginare che cessando
l'intervento formativo essa ritorni alla prima dimensione neutra)."
Enrico Castellani, 1967
Castellani, prima sul perimetro, sul risvolto della tela sul telaio, poi sulla superficie a rilievo con l'intenzione di scomporre l'opera e di annientare l'operazione dell'artista, il materiale impiegato ritornerebbe ad uno stato di quiete senza, in nessun caso, portare i
segni del processo subito; senza restare segnato dall'essere stato territorio entro il quale hanno dialogato, si sono attratti e si sono
respinti, per un certo periodo di tempo, pieno e vuoto, concavo e convesso, luce e ombra, positivo e negativo.
L'operazione di Castellani si risolve chiaramente nella sensibilizzazione di una superficie piana, creando uno spazio il meno
fisico possibile e smaterializzato. Questo avviene sia nel momento in cui rilievi e le infossature investono l'intera area dell'opera sia
laddove si concentrano una zona definita e circoscritta.
Indipendentemente dal suo colore, la tela inalterata che "incornicia" la parte centrale mossa dalle sporgenze, in considerazione delle parole dell'artista sopra riportate, può essere pertanto guardata anche come zona franca all'interno dell'opera: quantità di spazio e
simultaneamente porzione di tempo che consente al fruitore di cogliere a pieno le potenzialità della tela ed il suo essere membrana elastica disponibile ad essere deformata naturalmente ma, come si detto, mai in maniera definitiva ed irreversibile.