Josef Albers (1888-1976)
Josef Albers (1888-1976)

Homage to the Square: "Saturated"

Details
Josef Albers (1888-1976)
Homage to the Square: "Saturated"
firmato con l'iniziale e datato A 1962 (in basso a destra); titolo, firma e data Homage to the Square: "Saturated" Albers 1962 (sul retro)
olio su masonite
cm 45,7x45,7
Eseguito nel 1962
L'opera sarà inclusa nel prossimo catalogo ragionato a cura della Anni and Josef Albers Foundation
Provenance
Sidney Janis Gallery, New York
William Beadlestone, New York
Robert Elkon Gallery, New York
Galleria Salvatore+Caroline Ala, Milano
ivi acquisito dall'attuale proprietario alla fine degli anni Settanta
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Sale Room Notice
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Lot Essay

Il quadro-nel-quadro è progressione, la progressione è tempo, il tempo esistenza. Albers si guarda bene dal proiettare una struttura concettuale, geometrica, sulla realtà dell'esperienza, per chiudervela come in una gabbia di ferro. Esperienza e concetto crescono insieme, si compenetrano, si costituiscono nella medesima realtà formale. I quadrati colorati sembrano adagiarsi sulla linea di un immaginario orizzonte e, nel maggior respiro dell'alto, riempirsi di luce; la profondità è implicita nella distanza tra tono e tono, nella varia densità o rarefazione del tessuto cromatico. Ogni piano è come un diaframma colorato che filtra le quantità luminose, fino alla saturazione totale. Dal quadro-nel-quadro si passa, sviluppando idealmente la progressione, al quadro-oltre-il-quadro, alla presa dello spazio pittorico sullo spazio esterno, che si configura anch'esso come quadro. La progressione proporzionale non può fermarsi: poichè lo spazio del quadro non è un'ipotesi metafisica né la geometria un'idea platonica, la prospettiva cromatica di Albers non è altro che un modo razionale o geometrico di vivere l'esperienza dello spazio reale. Dalla progressione all'espansione, alla concezione di uno spazio non più cavo e capiente, ma invadente, in dilatazione continua.
(G.C. Argan, Josef Albers, in "L'Attico", Roma 1967, cit. in G. Alviani, Josef Albers, Bergamo 1988, pp. 233-234)