Lot Essay
La Op Art era tra le correnti artistiche più importanti nell'Italia degli anni Sessanta. Seguendo le orme dell'Astrattismo geometrico e del Costruttivismo, le forme dinamiche e vertiginose realizzate da artisti come Alberto Biasi (lotto 2), Franco Grignani (lotto 1) e Dadamaino (lotti 3, 44, e 77) esercitano il loro potere attraverso il fascino singolare dell'illusione sensoria. Questi artisti hanno infranto i confini dell'arte, della scienza e del design, sperimentando con figure-sfondo dissonanti e rapporti cromatici che sembrano spostarsi, lampeggiare, distorcersi oppure vibrare. Sospesi in un punto di incontro tra occhio e mente, questi lavori giocavano con le meccaniche dell'immagine e la fisica della percezione, rivelando nuove possibilità ottiche ed eccitazioni visive in un'epoca rivoluzionaria nell'arte italiana.
Grignani, che ha esordito come architetto prima di iniziare una importante carriera nel campo della progettazione grafica, trovò il suo fulcro visivo mentre insegnava tecniche di ricognizione aerea in una scuola militare; il suo iconico font futurista distorto e i celebri disegni di logo costituiscono solo un aspetto di una pratica impegnata nei processi percettivi, sperimentando con fotogrammi, fotomontaggi, oltre che linee e forme virtuosistiche. Nel 1960, il pioniere dell'Op Art e dell'arte cinetica Alberto Biasi fondò il gruppo collettivo N a Padova, guadagnandosi fama internazionale con le sue splendide opere cinetiche che giocano abilmente con luce, volume e ombra, in modo da creare movimento virtuale con lo spostamento dello spettatore. Come Grignani, anche Biasi si è dedicato al design, insegnando arti della grafica pubblicitaria dal 1969 al 1988; il sovrapporsi delle due discipline si manifestava nell'unione tra abilit tecnica e dinamismo concettuale ad un momento innovativo, ora quasi mitico, nella cultura visiva italiana. Strettamente collegati anche a questo fenomeno furono gli artisti del gruppo Zero, come Manzoni e Castellani, insieme ai quali Biasi ha esposto negli anni Sessanta. Nel 1957, dopo la laurea in medicina, l'avanguardista milanese Dadamaino aveva stretta amicizia con Manzoni, aderendo prima al suo gruppo Azimuth, e poi al collettivo Zero. Prendendo spunto dallo Spazialismo di Fontana, nella celebre serie dei volumi è riuscita a trascendere la superficie della tela, realizzando inoltre lavori ottici monocromatici che giocavano con lo sguardo reattivo dello spettatore, con esiti magici.
Optical Art was a major artistic development in 1960s Italy. Following in the footsteps of Abstract and Geometric Constructivism, the dynamic and dizzying forms created by artists such as Alberto Biasi (lot 2), Franco Grignani (lot 1) and Dadamaino (lots 3, 44 and 77) retain their power through the unique appeal of sensory illusion. These artists broke the boundaries of art, science and design, playing with dissonant figure-ground and colour relationships that seem to shift, flash, warp or vibrate. Dancing at the meeting point of mind and eye, these works played with the mechanics of image and the physics of perception, discovering new optical possibilities and visual thrills during a revolutionary time for Italian art.
Grignani, who began as an architect before becoming a highly influential graphic designer, found his visual focus teaching aircraft-spotting techniques in military school; his iconic, distorted Futurist typography and famous logo designs are only one aspect of a practice deeply engaged with perceptual processes, dealing with photography and photomontage as well as virtuosic line and shape.
Kinetic and Op Art pioneer Roberto Biasi founded the collective Gruppo N in Padua in 1960, growing to international prominence for his stunning kinetic works that play cleverly with light, volume and shadow, creating virtual movement as the viewer's position shifts. Like Grignani, he was involved in design, teaching graphic arts for advertising from 1969 to 1988; the crossover between the two disciplines saw technical skill married to conceptual dynamism at this groundbreaking, now almost mythical time for Italian visual culture.
Just as closely associated were artists of the Zero group such as Manzoni and Castellani, with whom Biasi exhibited in the 1960s. The Milanese avant-gardist Dadamaino became close friends with Manzoni in 1957 after completing her medical degree and was a member of his early group Azimuth, as well as the later Zero collective. Inspired by the Spatialism of Fontana, she transcended the surface of the canvas in her famous Volumi series, but also created monochrome optical works that play with the viewer's reactive eye to magical effect.
"[Grignani] Ha saputo scindere quella che era la sua attività di designer e di progettista da quella che era la sua vena fantastica e creativa di pittore, per cui le sue produzioni di grafico non sono mai state offuscate dalla sua attività pittorica mentre la fantasiosità e la tecnica delle sue pitture hanno avuto il contributo di una linearità e di una meticolosità che solo il design poteva prestare. Grignani aveva volentieri accettato di partecipare al MAC - movimento arte concreta - fondato da me, da Munari e da Veronesi proprio nel nostro intento di dimostrare l'importanza del rapporto tra pittura e design.
Grignani pertanto costituisce un caso unico di come un grafico possa valersi di una progettazione rigorosa senza cadere nella monotonia e come un pittore possa mantenere il suo estro fantastico e le sue valenze pittoriche anche se la sua progettazione è sempre presente dietro ogni sua creazione".
"He [Grignani] was able to separate his activity as a designer from his imaginativeness and creativeness as a painter. Hence, on the one hand, his graphic design works were never obfuscated by his activity as a painter, and, on the other, his imaginative powers and technical ability, as embodied in his paintings, benefitted from the kind of linearity and meticulousness that only design could provide him. Grignani willingly agreed to take part in the activities of the concrete art movement, MAC - movimento arte concreta - which I, Munari and Veronesi founded precisely in order to demonstrate the importance of the relationship between painting and design.
Grignani is therefore a unique figure, illustrating how a graphic designer can deploy rigorous designing practices without falling into the trap of monotony, and how a painter can conserve his inspiration and imaginative powers, and qualities as a painter, with his design work, which is invariably present in all his creative achievements".
(G. Dorfles, in Franco Grignani. Alterazioni ottico mentali 1929-1999, cat. della mostra a Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Palazzo delle Stelline, gennaio - marzo 2014, p. 13-14)
Grignani, che ha esordito come architetto prima di iniziare una importante carriera nel campo della progettazione grafica, trovò il suo fulcro visivo mentre insegnava tecniche di ricognizione aerea in una scuola militare; il suo iconico font futurista distorto e i celebri disegni di logo costituiscono solo un aspetto di una pratica impegnata nei processi percettivi, sperimentando con fotogrammi, fotomontaggi, oltre che linee e forme virtuosistiche. Nel 1960, il pioniere dell'Op Art e dell'arte cinetica Alberto Biasi fondò il gruppo collettivo N a Padova, guadagnandosi fama internazionale con le sue splendide opere cinetiche che giocano abilmente con luce, volume e ombra, in modo da creare movimento virtuale con lo spostamento dello spettatore. Come Grignani, anche Biasi si è dedicato al design, insegnando arti della grafica pubblicitaria dal 1969 al 1988; il sovrapporsi delle due discipline si manifestava nell'unione tra abilit tecnica e dinamismo concettuale ad un momento innovativo, ora quasi mitico, nella cultura visiva italiana. Strettamente collegati anche a questo fenomeno furono gli artisti del gruppo Zero, come Manzoni e Castellani, insieme ai quali Biasi ha esposto negli anni Sessanta. Nel 1957, dopo la laurea in medicina, l'avanguardista milanese Dadamaino aveva stretta amicizia con Manzoni, aderendo prima al suo gruppo Azimuth, e poi al collettivo Zero. Prendendo spunto dallo Spazialismo di Fontana, nella celebre serie dei volumi è riuscita a trascendere la superficie della tela, realizzando inoltre lavori ottici monocromatici che giocavano con lo sguardo reattivo dello spettatore, con esiti magici.
Optical Art was a major artistic development in 1960s Italy. Following in the footsteps of Abstract and Geometric Constructivism, the dynamic and dizzying forms created by artists such as Alberto Biasi (lot 2), Franco Grignani (lot 1) and Dadamaino (lots 3, 44 and 77) retain their power through the unique appeal of sensory illusion. These artists broke the boundaries of art, science and design, playing with dissonant figure-ground and colour relationships that seem to shift, flash, warp or vibrate. Dancing at the meeting point of mind and eye, these works played with the mechanics of image and the physics of perception, discovering new optical possibilities and visual thrills during a revolutionary time for Italian art.
Grignani, who began as an architect before becoming a highly influential graphic designer, found his visual focus teaching aircraft-spotting techniques in military school; his iconic, distorted Futurist typography and famous logo designs are only one aspect of a practice deeply engaged with perceptual processes, dealing with photography and photomontage as well as virtuosic line and shape.
Kinetic and Op Art pioneer Roberto Biasi founded the collective Gruppo N in Padua in 1960, growing to international prominence for his stunning kinetic works that play cleverly with light, volume and shadow, creating virtual movement as the viewer's position shifts. Like Grignani, he was involved in design, teaching graphic arts for advertising from 1969 to 1988; the crossover between the two disciplines saw technical skill married to conceptual dynamism at this groundbreaking, now almost mythical time for Italian visual culture.
Just as closely associated were artists of the Zero group such as Manzoni and Castellani, with whom Biasi exhibited in the 1960s. The Milanese avant-gardist Dadamaino became close friends with Manzoni in 1957 after completing her medical degree and was a member of his early group Azimuth, as well as the later Zero collective. Inspired by the Spatialism of Fontana, she transcended the surface of the canvas in her famous Volumi series, but also created monochrome optical works that play with the viewer's reactive eye to magical effect.
"[Grignani] Ha saputo scindere quella che era la sua attività di designer e di progettista da quella che era la sua vena fantastica e creativa di pittore, per cui le sue produzioni di grafico non sono mai state offuscate dalla sua attività pittorica mentre la fantasiosità e la tecnica delle sue pitture hanno avuto il contributo di una linearità e di una meticolosità che solo il design poteva prestare. Grignani aveva volentieri accettato di partecipare al MAC - movimento arte concreta - fondato da me, da Munari e da Veronesi proprio nel nostro intento di dimostrare l'importanza del rapporto tra pittura e design.
Grignani pertanto costituisce un caso unico di come un grafico possa valersi di una progettazione rigorosa senza cadere nella monotonia e come un pittore possa mantenere il suo estro fantastico e le sue valenze pittoriche anche se la sua progettazione è sempre presente dietro ogni sua creazione".
"He [Grignani] was able to separate his activity as a designer from his imaginativeness and creativeness as a painter. Hence, on the one hand, his graphic design works were never obfuscated by his activity as a painter, and, on the other, his imaginative powers and technical ability, as embodied in his paintings, benefitted from the kind of linearity and meticulousness that only design could provide him. Grignani willingly agreed to take part in the activities of the concrete art movement, MAC - movimento arte concreta - which I, Munari and Veronesi founded precisely in order to demonstrate the importance of the relationship between painting and design.
Grignani is therefore a unique figure, illustrating how a graphic designer can deploy rigorous designing practices without falling into the trap of monotony, and how a painter can conserve his inspiration and imaginative powers, and qualities as a painter, with his design work, which is invariably present in all his creative achievements".
(G. Dorfles, in Franco Grignani. Alterazioni ottico mentali 1929-1999, cat. della mostra a Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Palazzo delle Stelline, gennaio - marzo 2014, p. 13-14)