Lot Essay
'Ma non intendiamo abolire l'arte del passato o fermare la vita: vogliamo che il quadro esca dalla sua cornice e la scultura dalla sua campana di vetro. Una espressione eterea dell'arte di un minuto che sembra durare migliaia di anni, un'eternità'. (Secondo manifesto dello Spazialismo, in E. Crispolti e R. Siligato (a cura di), Lucio Fontana, cat. mostra, Roma 1998, p.118)
Eseguito nel 1949, Crocifisso di Fontana è una scultura in ceramica policroma imponente e dinamica che combina la figurazione espressiva con i concetti del nascente Spazialismo, movimento audace e radicale fondato dall'artista a Milano nel 1947. Crocifisso fa parte di una serie di sculture figurative in ceramica realizzata da Fontana nel periodo dopo il suo ritorno a Milano dall'Argentina, il suo paese di origine; altri esemplari si trovano in diversi musei del mondo, tra cui il MoMA di New York (Crucifixion, 1948) e il Museo Ludwig di Colonia (Arlecchino, 1948). Smaltato in tonalità di terra d'ombra scura, Crocifisso trasmette un senso viscerale della corporeità, rispecchiando e incarnando la forte risonanza evocativa del soggetto.
'Viviamo nell'era meccanica' l'artista ha dichiarato nel Manifesto Blanco, pubblicato a Buenos Aires nel 1946, 'La tela dipinta e il gesso verticale non hanno più ragione di esistere' (Manifesto Blanco, 1946, in E. Crispolti e R. Siligato (a cura di), Lucio Fontana, cat. mostra, Milano 1998, p. 115).
All'inizio fu la scultura che permise a Fontana di realizzare i suoi obiettivi artistici, dando all'artista la possibilità di esplorare sia il rapporto che l'interazione della materia con lo spazio. In Crocifisso, lo studio dell'artista nelle proprietà fisiche della materia è più che evidente. Modellando e plasmando la creta bagnata energicamente, Fontana ha creato una scultura fortemente tattile e poliedrica, animata da protuberanze e rientranze che si fondono e si inseriscono nello spazio circostante. In questo modo, Fontana ha raggiunto il suo obiettivo di creare 'né pittura né scultura, né linee delimitate nello spazio, ma la continuità dello spazio nella materia' (Fontana, citato in E. Crispolti e R. Siligato (a cura di), Lucio Fontana, cat. mostra, Roma 1998, p. 118).
Dall'aspetto quasi astratto, Crocifisso, con la sua resa gestuale, dinamica e drammatica dell'opera, rispecchia uno dei temi di maggior interesse per Fontana all'epoca: il Barocco. Nel 1946, pochi anni prima della realizzazione di Crocifisso, Fontana e i suoi compagni dell'avanguardia hanno dichiarato 'il Barocco ha costituito un salto in avanti... ha rappresentato lo spazio con una monumentalità tuttora insuperata e dato alle arti plastiche la nozione del tempo. Sembrava che le figure abbandonassero la superficie piatta per poi continuare nello spazio' (Manifesto Blanco, 1946, in ibid., p. 115).
'We do not intend to abolish art or stop life: we want paintings to come out of their frames, and sculptures from under their glass case. An aerial, artistic portrayal of a minute will last for thousands of years in eternity'
(Second Spatialist Manifesto, in E. Crispolti and R. Siligato (eds.), Lucio Fontana, exh. cat., Rome, 1998, p. 118)
Executed in 1949, Lucio Fontana's Crocifisso is a powerful and dynamic glazed ceramic sculpture that combines expressive figuration with the concepts of nascent Spatialism, the bold and radical movement that the artist founded in Milan in 1947. Crocifisso is one of a series of ceramic, figurative sculptures that Fontana made in the years following his return to Milan from his native Argentina; other examples of these works are now held in a number of museums across the world, including the Museum of Modern Art, New York (Crucifixion, 1948) and Museum Ludwig, Cologne (Arlecchino, 1948). Glazed with deep umber tones, Crocifisso also conveys a visceral sense of corporeality, reflecting and embodying the powerful resonance implied by the work's subject.
'We live in the mechanical age', the artist declared in the Manifesto Blanco, published in Buenos Aires in 1946, 'Painted canvas and upright plaster no longer have any reason to exist' (Manifesto Blanco, 1946 in E. Crispolti and R. Siligato (eds.), Lucio Fontana, exh. cat., Milan, 1998, p. 115).
It was through sculpture that Fontana was initially able to realise his artistic aims, allowing him to explore the relationship and the dynamic interaction of matter in space. In Crocifisso, Fontana has clearly revelled in the physical properties of the material. Vigorously modelling and moulding the wet clay, he has created a highly textured, tactile and multi-faceted sculpture enlivened with protrusions and cavities that coalesce and integrate with the space surrounding them. In this way, Fontana achieved his aims at creating, 'neither painting nor sculpture, nor lines delimited in space, but continuity of space in matter' (Fontana quoted in E. Crispolti and R. Siligato (eds.), Lucio Fontana, exh. cat., Rome, 1998, p. 118).
Near-abstract in its appearance, the subject of Crocifisso, and the gestural, dynamic and dramatic rendering of the sculpture also reflects one of the central areas of interest for Fontana at this time: the Baroque.
In 1946, just a few years before the artist created Crocifisso, Fontana and his avant-garde colleagues had declared, '[the] Baroque was a leap aheadit represented space with a magnificence that is still unsurpassed and added the notion of time to the plastic arts. The figures seemed to abandon the flat surface and continue the represented movements in space' (Manifesto Blanco, 1946, in ibid., p. 115).
Eseguito nel 1949, Crocifisso di Fontana è una scultura in ceramica policroma imponente e dinamica che combina la figurazione espressiva con i concetti del nascente Spazialismo, movimento audace e radicale fondato dall'artista a Milano nel 1947. Crocifisso fa parte di una serie di sculture figurative in ceramica realizzata da Fontana nel periodo dopo il suo ritorno a Milano dall'Argentina, il suo paese di origine; altri esemplari si trovano in diversi musei del mondo, tra cui il MoMA di New York (Crucifixion, 1948) e il Museo Ludwig di Colonia (Arlecchino, 1948). Smaltato in tonalità di terra d'ombra scura, Crocifisso trasmette un senso viscerale della corporeità, rispecchiando e incarnando la forte risonanza evocativa del soggetto.
'Viviamo nell'era meccanica' l'artista ha dichiarato nel Manifesto Blanco, pubblicato a Buenos Aires nel 1946, 'La tela dipinta e il gesso verticale non hanno più ragione di esistere' (Manifesto Blanco, 1946, in E. Crispolti e R. Siligato (a cura di), Lucio Fontana, cat. mostra, Milano 1998, p. 115).
All'inizio fu la scultura che permise a Fontana di realizzare i suoi obiettivi artistici, dando all'artista la possibilità di esplorare sia il rapporto che l'interazione della materia con lo spazio. In Crocifisso, lo studio dell'artista nelle proprietà fisiche della materia è più che evidente. Modellando e plasmando la creta bagnata energicamente, Fontana ha creato una scultura fortemente tattile e poliedrica, animata da protuberanze e rientranze che si fondono e si inseriscono nello spazio circostante. In questo modo, Fontana ha raggiunto il suo obiettivo di creare 'né pittura né scultura, né linee delimitate nello spazio, ma la continuità dello spazio nella materia' (Fontana, citato in E. Crispolti e R. Siligato (a cura di), Lucio Fontana, cat. mostra, Roma 1998, p. 118).
Dall'aspetto quasi astratto, Crocifisso, con la sua resa gestuale, dinamica e drammatica dell'opera, rispecchia uno dei temi di maggior interesse per Fontana all'epoca: il Barocco. Nel 1946, pochi anni prima della realizzazione di Crocifisso, Fontana e i suoi compagni dell'avanguardia hanno dichiarato 'il Barocco ha costituito un salto in avanti... ha rappresentato lo spazio con una monumentalità tuttora insuperata e dato alle arti plastiche la nozione del tempo. Sembrava che le figure abbandonassero la superficie piatta per poi continuare nello spazio' (Manifesto Blanco, 1946, in ibid., p. 115).
'We do not intend to abolish art or stop life: we want paintings to come out of their frames, and sculptures from under their glass case. An aerial, artistic portrayal of a minute will last for thousands of years in eternity'
(Second Spatialist Manifesto, in E. Crispolti and R. Siligato (eds.), Lucio Fontana, exh. cat., Rome, 1998, p. 118)
Executed in 1949, Lucio Fontana's Crocifisso is a powerful and dynamic glazed ceramic sculpture that combines expressive figuration with the concepts of nascent Spatialism, the bold and radical movement that the artist founded in Milan in 1947. Crocifisso is one of a series of ceramic, figurative sculptures that Fontana made in the years following his return to Milan from his native Argentina; other examples of these works are now held in a number of museums across the world, including the Museum of Modern Art, New York (Crucifixion, 1948) and Museum Ludwig, Cologne (Arlecchino, 1948). Glazed with deep umber tones, Crocifisso also conveys a visceral sense of corporeality, reflecting and embodying the powerful resonance implied by the work's subject.
'We live in the mechanical age', the artist declared in the Manifesto Blanco, published in Buenos Aires in 1946, 'Painted canvas and upright plaster no longer have any reason to exist' (Manifesto Blanco, 1946 in E. Crispolti and R. Siligato (eds.), Lucio Fontana, exh. cat., Milan, 1998, p. 115).
It was through sculpture that Fontana was initially able to realise his artistic aims, allowing him to explore the relationship and the dynamic interaction of matter in space. In Crocifisso, Fontana has clearly revelled in the physical properties of the material. Vigorously modelling and moulding the wet clay, he has created a highly textured, tactile and multi-faceted sculpture enlivened with protrusions and cavities that coalesce and integrate with the space surrounding them. In this way, Fontana achieved his aims at creating, 'neither painting nor sculpture, nor lines delimited in space, but continuity of space in matter' (Fontana quoted in E. Crispolti and R. Siligato (eds.), Lucio Fontana, exh. cat., Rome, 1998, p. 118).
Near-abstract in its appearance, the subject of Crocifisso, and the gestural, dynamic and dramatic rendering of the sculpture also reflects one of the central areas of interest for Fontana at this time: the Baroque.
In 1946, just a few years before the artist created Crocifisso, Fontana and his avant-garde colleagues had declared, '[the] Baroque was a leap aheadit represented space with a magnificence that is still unsurpassed and added the notion of time to the plastic arts. The figures seemed to abandon the flat surface and continue the represented movements in space' (Manifesto Blanco, 1946, in ibid., p. 115).