Lot Essay
Enrico Pedrini (1940-2012) fu un visionario italiano, nonchè teorico e collezionista di arte concettuale. Nel corso di una carriera durata mezzo secolo, il docente di epistemologia ha cercato costantemente opere di prima qualità che hanno sfidato, commosso e stupito il mondo dell'arte. Grande sostenitore dell'arte Antropologica e Concettuale, tra i libri e articoli di Pedrini da ricordare sono John Cage, Happenings and Fluxes (1986), La Macchina Quantica e la Seconda Avanguardia (1991) nel quale esamina il rapporto tra teoria quantistica e i movimenti significativi nelle arti visive degli anni Sessanta. Per tutta la vita, Pedrini ha avuto una passione per la creatività, caratteristica che non solo gli ha giovato nell'attività professionale come docente universitario e curatore, ma ha anche influenzato la sua attività collezionistica e gli ha permesso di costruire una raccolta straordinaria di opere d'arte contraddistinte dalla loro qualità e ampiezza. Come collezionista, ha mostrato un forte interesse per le filosofie audaci e innovative del futuro, lasciando la propria impronta sulla storia dell'arte nel suo insieme. Ha dato particolare importanza al lavoro di Bernard Venet, Art&Language, e Victor Burgin. La collezione di Pedrini è centrata su Dada, Fluxus, Arte Minimale, Arte Povera, Azionismo Viennese e Grafitti Art. Dirigendo la traiettoria dell'arte Concettuale in Europa, Pedrini ha esplorato l'interazione tra sistemi di dissipazione, teoria del caos, e le nuove potenzialità dell'arte. Ha curato diverse mostre internazionali importanti, in sedi come lo Studio Oggetto a Milano, la Galleria Persano a Torino, il Musée d'art Moderne et d'art Contemporain a Nizza e alla Williamsburg Art & Historical Center di New York. Curatore insieme a Wolfgang Becker del Padiglione del Taiwan alla XLVI Biennale di Venezia nel 1995, Pedrini si è affermato come figura importante e influente nel mondo dell'arte del Novecento.
Christie's è orgogliosa di presentare tre opere provenienti dalla collezione prestigiosa di Pedrini ed eseguite da artisti associati con il movimento di Arte Povera della fine degli Sessanta. Esse comprendono un eccezionale e storico collage di Jannis Kounellis, una progressione grafica sistematizzata all'interno di un quadro di Alighiero Boetti del 1974 e un'opera specchiante di Michelangelo Pistoletto del 1981. Ogni opera costituisce un esempio per eccellenza dell'approccio unico e diverso di questi tre artisti verso la creazione dell'arte.
Ciononostante, nel contempo, anche le opere sono diverse l'una dall'altra nella forma, riflettono la logica condivisa e spesso tautologica di gran parte della pratica dell'arte povera e i concetti estetici comuni ai quali Kounellis, Boetti e Pistoletto hanno aderito negli anni Sessanta. Per esempio, Senza titolo, il collage di Kounellis del 1961, costituisce in parte lo smantellemento del linguaggio, e in parte il suo riassemblaggio. Gettando le basi per tanti lavori successivi nell'opera di Kounellis, il collage ordina e riassembla dei semplici segni e simboli grafici che si trovano nella vita quotidiana, trasformandoli in una struttura pittorica fortemente innovativa di forma, completamente priva di qualsiasi sintassi convenzionale. In modo analogo, Lontananza di Boetti chiude la semplice struttura grafica di punto e quadro in se stesso per creare una progressione di forma autoriflessiva illustrattiva dell'equilibrio universale innato tra l'unico e il multiplo, tra unione e disordine. La stessa divisione tautologica tra l'apparenza delle cose in base alle strutture che utilizziamo per vederle è anche riflessa, letteralmente in questo caso, e in maniera molto tradizionale, in Donna che cuce di Pistoletto. Raffigurando una donna, forse nuda, che guarda nello specchio mentre cuce, quest'opera pone delle domande sulla realtà di ciò che vediamo nella pittura, ciò che vediamo nello specchio e la natura del rapporto tra queste due strategie, in effetti molto diverse, per guardare.
Enrico Pedrini (1940-2012) was an Italian visionary, theorist and collector of Conceptual Art. With a career spanning half a century, the lecturer of epistemology continually sought out top-tier work that challenged, moved and surprised the art world. He ultimately championed Anthropological and Conceptual Art with such books and articles including John Cage, Happenings and Fluxes (1986), The Quantic Machine and Second Avant-Garde (1991) in which he discusses the relation between quantum theory and the visual arts movements of the 1960's. Pedrini possessed a lifelong passion for creativity, an attribute which not only served him well in his career as a lecturer and curator, but also influenced his collecting and enabled him to assemble an extraordinary collection of artworks distinguished by their quality and breadth. As a collector he was deeply engaged with bold and innovative philosophies of the future, leaving a lasting legacy on the history of art as a whole. He placed particular emphasis on the work of Bernard Vernet, Art and Language, and Victor Burgin. Pedrini's collection is focused on Dada, Fluxus, Minimal Art, Arte Povera, Vienna Aktionism, and Graffiti Art. Steering the trajectory of Conceptual Art in Europe, Pedrini studied the interaction of dissipating systems, chaos theory, and new potentials of art. He curated a number of major international exhibitions, in venues such as Studio Oggetto in Milan, the Persano Gallery in Turin, the Musée d'art Moderne et d'art Contemporain in Nice and the Williamsburg Art & Historical Center in New York City. Upon curating the Taiwanese Pavilion at the 46th Venice Biennale, along with Wolfgang Becker in 1995, Pedrini proved himself as an important influential figure within the twentieth century art world.
Christie's is proud to present three works from Pedrini's distinguished collection made by artists associated with the Arte Povera tendency of the late 1960s. These comprise an outstanding early collage by Jannis Kounellis, a systematized graphic progression within a square by Alighiero Boetti from 1974 and a mirror painting by Michelangelo Pistoletto from 1981. Each of these works is a classic example of these three artists' unique and very different approaches to picture making.
Yet, at the same time, each work, though very different from one another in its form is also, highly reflective of the shared and often tautological logic of much arte povera practice and the shared aesthetic concepts to which, in the 1960s, Kounellis, Boetti and Pistoletto all adhered. For example, Kounellis' Untitled collage of 1961 is partly a dismantling of language, partly a reassembling of it. Establishing the ground work for so much that was to following
Kounellis' oeuvre it is a work that collates and reassembles simple graphic signs and symbols found in daily life into a startlingly new pictorial structure of form, completely devoid of all conventional syntax. Boetti's Lontananza similarly turns the simple graphic structure of a dot and a square in on itself to create a self-reflexive progression of form illustrative of the wider world's innate balance between the one and the many, between union and disorder. This same tautological divide between the way things look according to the structures we use to see them is also reflected, literally in this case, and in a very classical way, by Pistoletto's Donna che cuce. Depicting a, possibly nude, woman gazing into a mirror while sewing, this work asks important questions about the reality of what we see in a picture, of what we see in the mirror and of the nature of the relationship between these two, in fact, very different, strategies of looking.
Christie's è orgogliosa di presentare tre opere provenienti dalla collezione prestigiosa di Pedrini ed eseguite da artisti associati con il movimento di Arte Povera della fine degli Sessanta. Esse comprendono un eccezionale e storico collage di Jannis Kounellis, una progressione grafica sistematizzata all'interno di un quadro di Alighiero Boetti del 1974 e un'opera specchiante di Michelangelo Pistoletto del 1981. Ogni opera costituisce un esempio per eccellenza dell'approccio unico e diverso di questi tre artisti verso la creazione dell'arte.
Ciononostante, nel contempo, anche le opere sono diverse l'una dall'altra nella forma, riflettono la logica condivisa e spesso tautologica di gran parte della pratica dell'arte povera e i concetti estetici comuni ai quali Kounellis, Boetti e Pistoletto hanno aderito negli anni Sessanta. Per esempio, Senza titolo, il collage di Kounellis del 1961, costituisce in parte lo smantellemento del linguaggio, e in parte il suo riassemblaggio. Gettando le basi per tanti lavori successivi nell'opera di Kounellis, il collage ordina e riassembla dei semplici segni e simboli grafici che si trovano nella vita quotidiana, trasformandoli in una struttura pittorica fortemente innovativa di forma, completamente priva di qualsiasi sintassi convenzionale. In modo analogo, Lontananza di Boetti chiude la semplice struttura grafica di punto e quadro in se stesso per creare una progressione di forma autoriflessiva illustrattiva dell'equilibrio universale innato tra l'unico e il multiplo, tra unione e disordine. La stessa divisione tautologica tra l'apparenza delle cose in base alle strutture che utilizziamo per vederle è anche riflessa, letteralmente in questo caso, e in maniera molto tradizionale, in Donna che cuce di Pistoletto. Raffigurando una donna, forse nuda, che guarda nello specchio mentre cuce, quest'opera pone delle domande sulla realtà di ciò che vediamo nella pittura, ciò che vediamo nello specchio e la natura del rapporto tra queste due strategie, in effetti molto diverse, per guardare.
Enrico Pedrini (1940-2012) was an Italian visionary, theorist and collector of Conceptual Art. With a career spanning half a century, the lecturer of epistemology continually sought out top-tier work that challenged, moved and surprised the art world. He ultimately championed Anthropological and Conceptual Art with such books and articles including John Cage, Happenings and Fluxes (1986), The Quantic Machine and Second Avant-Garde (1991) in which he discusses the relation between quantum theory and the visual arts movements of the 1960's. Pedrini possessed a lifelong passion for creativity, an attribute which not only served him well in his career as a lecturer and curator, but also influenced his collecting and enabled him to assemble an extraordinary collection of artworks distinguished by their quality and breadth. As a collector he was deeply engaged with bold and innovative philosophies of the future, leaving a lasting legacy on the history of art as a whole. He placed particular emphasis on the work of Bernard Vernet, Art and Language, and Victor Burgin. Pedrini's collection is focused on Dada, Fluxus, Minimal Art, Arte Povera, Vienna Aktionism, and Graffiti Art. Steering the trajectory of Conceptual Art in Europe, Pedrini studied the interaction of dissipating systems, chaos theory, and new potentials of art. He curated a number of major international exhibitions, in venues such as Studio Oggetto in Milan, the Persano Gallery in Turin, the Musée d'art Moderne et d'art Contemporain in Nice and the Williamsburg Art & Historical Center in New York City. Upon curating the Taiwanese Pavilion at the 46th Venice Biennale, along with Wolfgang Becker in 1995, Pedrini proved himself as an important influential figure within the twentieth century art world.
Christie's is proud to present three works from Pedrini's distinguished collection made by artists associated with the Arte Povera tendency of the late 1960s. These comprise an outstanding early collage by Jannis Kounellis, a systematized graphic progression within a square by Alighiero Boetti from 1974 and a mirror painting by Michelangelo Pistoletto from 1981. Each of these works is a classic example of these three artists' unique and very different approaches to picture making.
Yet, at the same time, each work, though very different from one another in its form is also, highly reflective of the shared and often tautological logic of much arte povera practice and the shared aesthetic concepts to which, in the 1960s, Kounellis, Boetti and Pistoletto all adhered. For example, Kounellis' Untitled collage of 1961 is partly a dismantling of language, partly a reassembling of it. Establishing the ground work for so much that was to following
Kounellis' oeuvre it is a work that collates and reassembles simple graphic signs and symbols found in daily life into a startlingly new pictorial structure of form, completely devoid of all conventional syntax. Boetti's Lontananza similarly turns the simple graphic structure of a dot and a square in on itself to create a self-reflexive progression of form illustrative of the wider world's innate balance between the one and the many, between union and disorder. This same tautological divide between the way things look according to the structures we use to see them is also reflected, literally in this case, and in a very classical way, by Pistoletto's Donna che cuce. Depicting a, possibly nude, woman gazing into a mirror while sewing, this work asks important questions about the reality of what we see in a picture, of what we see in the mirror and of the nature of the relationship between these two, in fact, very different, strategies of looking.