Umberto Boccioni (1882-1916)
DA UNA COLLEZIONE PRIVATA VICENTINA (LOTTI 30 e 36)
Umberto Boccioni (1882-1916)

Ritratto di giovane

Details
Umberto Boccioni (1882-1916)
Ritratto di giovane
olio su tela
cm 36x46
Eseguito nel 1905-06
Provenance
Galleria Annunciata, Milano
Galleria dello Scudo, Verona
Ivi acquisito dall'attuale proprietario nel 1986 c.
Literature
M. Calvesi, A. D'Ambruoso, Umberto Boccioni, Catalogo generale, Torino 2016, p. 268, n. 179 (illustrato)
Exhibited
Verona, Museo di Castelvecchio, Boccioni a Venezia: dagli anni romani alla mostra d'estate a Ca' Pesaro: momenti della stagione futurista, 1985-1986, cat., p. 40, n. 20 (illustrato); poi Milano, Accademia di Brera, 1986; poi Venezia, Chiesa di San Stae, 1986
Roma, Galleria Arco Farnese, Divisionismo Romano, 1989, cat., p. 71, n. 14 (illustrato)
Vicenza, Basilica Palladiana, L'arte del XX secolo nelle collezioni private vicentine, 1998-1999, cat., p. 78, n. 5 (illustrato)
Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, La pittura a Venezia: dagli anni di Ca' Pesaro alla Nuova Oggettività: 1905-1940, 1999-2000, cat., p. 59 (illustrato, anche in copertina)
Further Details
WORKS FROM A PRIVATE COLLECTION, VICENZA
'RITRATTO DI GIOVANE' (PORTRAIT OF A YOUNG BOY); OIL ON CANVAS

Lot Essay

"L'unica speranza che mi guida è che andando avanti quello che faccio divenga forte e originale e che gli altri possano vedere quello che io purtroppo non vi vedo".

"The only hope which guides me is that, going on, what I do becomes stronger and original so that other people will be able to see what unfortunately I still can't see".
UMBERTO BOCCIONI


Saturo di intensa luminosità, il magistrale ritratto di Umberto Boccioni, intitolato per l'appunto Ritratto di giovane illustra in modo evidente la crescente fiducia e l'autonomia che contraddistinguono questo frangente della carriera del giovane artista; egli stava uscendo coraggiosamente dall'ombra del suo acclamato maestro Giacomo Balla per dar vita a un nuovo linguaggio artistico. Boccioni iniziò la sua pratica artistica sotto la tutela di Balla mentre viveva a Roma, e assorbì rapidamente il profondo entusiasmo del vecchio maestro nei confronti degli impressionisti e delle tecniche divisioniste, che scoprì visitando Parigi sul finire del XIX secolo. Tuttavia Boccioni iniziò ben presto a spingersi oltre i confini dell'insegnamento di Balla esplorando un approccio alla figura maggiormente volumetrico, che prendeva in parte spunto dal suo studio dei lavori di Paul Cézanne.

Nell'opera Ritratto di giovane, questo nuovo approccio alla forma di tipo "cézanniano" è visibile nella resa frammentaria del volto diviso in piani intermittenti da pennellate colorate che si sovrappongono in strati intricati, costruendo gradualmente la faccia attraverso un senso di profondità e struttura. Evidenziando il sottile cambiamento dello stile di Boccioni che lo vede passare da tonalità chiare e piccoli tocchi di colore a contrasti più forti di luce e buio, nonché pennellate più lunghe, questo ritratto diventa uno studio del dramma e della rovina della luce. Scavando profonde zone d'ombra e giustapponendole a passaggi di luce forte e splendente che paiono sfiorare i bordi del volto del soggetto, Boccioni crea una testa dinamica, quasi scultorea che domina completamente l'ambiente nel quale è inserita.

Assumendo una visione tanto estrema quanto ravvicinata della testa e delle spalle del giovane uomo, Boccioni getta una particolare enfasi sul potere dello sguardo del suo soggetto, che cattura e trattiene la nostra attenzione grazie al suo fascino assoluto. La connessione tra lo spettatore e il personaggio ritratto è evidenziata dal modo in cui Boccioni consente alla restante parte della figura di dissolversi nello sfondo, sfumando delicatamente i bordi e i contorni del suo corpo in modo tale che sembri diventare un tutt'uno con il muro blu e il riquadro della finestra retrostanti. Uno dei più importanti caratteri della ritrattistica di Boccioni è questo potente e incrollabile sguardo che dona alla figura al centro del ritratto una complessità psicologica e un'allure misteriosa che ancora oggi risultano accattivanti.



Filled with an intense luminosity, Umberto Boccioni’s masterful portrait Ritratto di giovane powerfully illustrates the young artist’s growing confidence and autonomy during this period of his career, as he boldly stepped out of the shadow of his acclaimed mentor, Giacomo Balla, to forge a unique artistic language of his own. Boccioni had first come under Balla’s tutelage while living in Rome, and quickly absorbed the older artist’s deep enthusiasm for the Impressionists and the techniques of Divisionism, which he had discovered while visiting Paris at the turn of the century. However, Boccioni soon began to push beyond the boundaries of Balla’s teachings, exploring a more volumetric approach to the figure, inspired in part by his study of the works of Paul Cézanne.

In Ritratto di giovane, this new ‘Cézannian’ approach to form is visible in the fragmented rendering of the sitter’s face, which is divided into planes of staccato, colourful brushstrokes that overlap one another in intricate layers, gradually building a sense of depth and structure in the face. Reflecting the subtle shift in Boccioni’s style from light tonalities and small dabs of broken colour to stronger contrasts of light and dark, longer brushstrokes, the portrait becomes a study in the play and fall of light. Hollowing out deep zones of shadow and juxtaposing them against passages of strong, bright light which appear to kiss the edges of the sitter’s face, Boccioni creates a dynamic, almost sculptural head that fully dominates its setting.

Taking an extreme, close-up view of the young man’s head and shoulders, Boccioni places particular emphasis on the power of his sitter’s gaze, which captures and holds our attention with its sheer magnetism. This connection between the viewer and the subject is heightened by the manner in which Boccioni allows the rest of the figure to dissolve into the background, softly blurring the edges and contours of his body so that he appears to merge with the blue wall and window pane behind. One of the most significant features of Boccioni’s portraiture, this powerful, unwavering gaze imbues the figure at the centre of the portrait with a psychological complexity and mysterious allure that remains captivating to this day.

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