Lot Essay
"La concezione abituale di pittura deve essere abbandonata".
"The customary conception of painting must be abandoned”.
PIERO MANZONI
"Con i suoi oggetti Achrome, Manzoni cambia radicalmente il concetto di arte del dopoguerra. Nelle loro varie manifestazioni, questi ‘non-dipinti’ formano il complesso sfondo sul quale l'artista ha creato la sua opera, fondata sul sempre nuovo riutilizzo dei materiali utilizzati per gli Achromes nelle diverse fasi del suo lavoro.
Tuttavia non bisogna di certo fraintendere gli Achromes solo come fase sperimentale necessaria per la creazione delle altre sue opere, delle sue performances e oggetti. Al contrario, gli Achromes giocano un ruolo indipendente e centrale nel contesto della sua opera.
Gli Achromes di Piero Manzoni si rivelano in quanto dichiarazione artistica che, seppure sembri sfuggire qualsiasi ulteriore riduzione, dà vita a un numero infinito di nuove invenzioni. Questa osservazione, facilmente inseribile nel contesto avanguardista della pittura monocroma dei del XX secolo, acquista un nuovo significato per gli Achromes, che vanno al di lá di un giudizio cosí generale: per Manzoni la riduzione della pittura diventa veicolo per superare l’atto di dipingere, e trasportarlo in una terza, corporea, dimensione".
"With his objects Achromes, Manzoni fundamentally expanded the post – war concept of art. In their various manifestations, they form the complex background against which the artist non-painting oeuvre takes its place, the material choices he made for them being mirrored again and again in other products of the respective working phases.
Yet the Achromes should by no means be understood as an experimentation laboratory for the deliberation underlying Manzoni’s other works, his actions or objects. Quite to the contrary, they play an independent and central role in the context of his oeuvre.
Piero Manzoni’s Achromes reveal themselves to be artistic declaration which, even if they apparently defy further reductions, give rise to ever-new inventions.
This is an observation that easily congeals in the commonplace of the avant-gardist monochrome ‘points of origin’ of the twentieth century. In the context of the Achromes, however, it takes on specific meaning aboe and beyond that generalizing assessment.
For Manzoni, painterly reduction became a vehicle for overcoming painting and transporting it into the third, corporeal dimension”.
(AA. VV, Piero Manzoni: when Bodies Became Art, cat. mostra a Francoforte, Stadel Museum, 2013 p. 104)
"The customary conception of painting must be abandoned”.
PIERO MANZONI
"Con i suoi oggetti Achrome, Manzoni cambia radicalmente il concetto di arte del dopoguerra. Nelle loro varie manifestazioni, questi ‘non-dipinti’ formano il complesso sfondo sul quale l'artista ha creato la sua opera, fondata sul sempre nuovo riutilizzo dei materiali utilizzati per gli Achromes nelle diverse fasi del suo lavoro.
Tuttavia non bisogna di certo fraintendere gli Achromes solo come fase sperimentale necessaria per la creazione delle altre sue opere, delle sue performances e oggetti. Al contrario, gli Achromes giocano un ruolo indipendente e centrale nel contesto della sua opera.
Gli Achromes di Piero Manzoni si rivelano in quanto dichiarazione artistica che, seppure sembri sfuggire qualsiasi ulteriore riduzione, dà vita a un numero infinito di nuove invenzioni. Questa osservazione, facilmente inseribile nel contesto avanguardista della pittura monocroma dei del XX secolo, acquista un nuovo significato per gli Achromes, che vanno al di lá di un giudizio cosí generale: per Manzoni la riduzione della pittura diventa veicolo per superare l’atto di dipingere, e trasportarlo in una terza, corporea, dimensione".
"With his objects Achromes, Manzoni fundamentally expanded the post – war concept of art. In their various manifestations, they form the complex background against which the artist non-painting oeuvre takes its place, the material choices he made for them being mirrored again and again in other products of the respective working phases.
Yet the Achromes should by no means be understood as an experimentation laboratory for the deliberation underlying Manzoni’s other works, his actions or objects. Quite to the contrary, they play an independent and central role in the context of his oeuvre.
Piero Manzoni’s Achromes reveal themselves to be artistic declaration which, even if they apparently defy further reductions, give rise to ever-new inventions.
This is an observation that easily congeals in the commonplace of the avant-gardist monochrome ‘points of origin’ of the twentieth century. In the context of the Achromes, however, it takes on specific meaning aboe and beyond that generalizing assessment.
For Manzoni, painterly reduction became a vehicle for overcoming painting and transporting it into the third, corporeal dimension”.
(AA. VV, Piero Manzoni: when Bodies Became Art, cat. mostra a Francoforte, Stadel Museum, 2013 p. 104)