Lot Essay
“[...] Questa trasparenza pittorica così condensata sul piano luminoso del tappeto olivastro, così spartita e pur così legata con quel nero fondo della maglia sul quale il bianco del pettine pone un accento acuto delicatamente ripercosso dal violetto delle bretelle, apparirà tanto più felice per il suo riflesso metafisico”.
"[…] This pictorial transparence so condensed on the bright surface of the olive green carpet, so separated yet so connected to the black background of the shirt on which the white of the comb puts an acute accent gently moved by the violet of the braces, will appear so much happier in its metaphysic reflection".
UMBRO APOLLONIO, Scipione, Venezia 1945
Dipinta nel 1929, Natura morta con tubino dimostra in modo evidente il lirismo poetico che contraddistingueva il dinamico approccio alla natura morta di Scipione; questi trasformava una banale collezione di oggetti quotidiani in un’opera d’arte eterea e teatrale, ricca di simbolismo e potenziale narrativo.
Scipione perfezionò il suo peculiare stile attraverso uno studio dettagliato delle opere conservate presso i musei di Roma, qui trovava ispirazione nei dipinti manieristi e barocchi, da Tintoretto a Rembrandt; il romanticismo di Goya e lo spirito visionario di El Greco lasciavano poi un’impronta indelebile sulla sua psiche. Si riscontra una particolarità giocosamente suggestiva nell’assemblaggio degli oggetti scelti dall’artista per questa natura morta, tanto che la loro combinazione su un suntuoso copriletto evoca nella mente del fruitore una molteplicità di possibilità narrative. Dal tubino nero alla moda ai delicati nastri rosa sparsi sul letto, dal cappello a cilindro al bastone da passeggio che gli è posto accanto, ogni singolo elemento implica la presenza di esseri umani che tuttavia rimangono invisibili ai nostri occhi, confinati in uno spazio al di là della tela. L’intimità della scena è amplificata dall’aspetto casuale con cui gli oggetti sono stati gettati sul letto, e i vestiti abbandonati, che implicano lo spogliarsi di sessi opposti, donano alla composizione un evidente richiamo sessuale. Il ritaglio ravvicinato della scena rende visibili i soli oggetti intimi: in questo modo Scipione dà vita a un’atmosfera enigmatica e strana, creando intenzionalmente una narrazione ambigua affinché la nostra immaginazione evochi una miriade di possibili soluzioni rispetto a quanto sta avvenendo appena fuori dal nostro sguardo.
La Natura morta con il tubino è forse la più antica opera di questa serie dipinta con ogni probabilità nell’autunno 1929, al ritorno dalla Ciociaria. A questi quadri è dedicata un’ importante nota iconografica di L. Sinisgalli (Aretusa 1945): «Sono quadri: L’asso di spade, La piovra, La natura morta col tubino, Gli uccelli morti, I fichi spaccati, Le sogliole con moneta, nati da una chiara intenzione di giuoco. (La piovra fu dipinta in omaggio ai giovani amici e aveva un titolo lungo nel gusto di certe tavole di Bifur e di alcuni romanzi feuilleton che i surrealisti misero di moda: Pierina è arrivata in una grande città; la Natura morta col tubino è un commento a Charlot; Scipione fece alcuni disegni per un articolo su Fantomas comparso sull’«Italia Letteraria», e le più belle tavole dello Zodiaco sono nate da questo stesso spirito). Per il loro aggregarsi al modo di certi puzzle grafici, di certi rebus, essi godono di una libertà compositiva, ingenua e sapiente a un tempo, e ricordano le fulgide cartoline al bromuro anch’esse portate in onore dalle riviste Dada. Ma quanta ricchezza di gamme cromatiche sotto la spoglia di vernici rosa violette olivastre! Gli oggetti girano a mulinello intorno a un perno che è quasi sempre nel centro del quadro, e si svolgono come una spirale sopra il tavolo ellittico, un vero tavolo magico. La piuma, il pettine, le carte da giuoco, i molluschi, gli uccelli, i pesci, i fichi, la moneta, la fotografia, (veramente un interessante «materiale plastico» per un esteta del cinema o per un artista polimaterico), sono qui scaricati di ogni valore analogico, fanno specie per sé, sono esemplari, sono idoli, avvicinati da una simpatia magnetica, da una assurda fatalità, come i mondi nella nebulosa di Laplace».
Painted in 1929, Natura morta con tubino powerfully demonstrates the poetic lyricism of Scipione’s dynamic approach to still life, transforming a typical everyday collection of objects into an ethereal, dramatic work of art, rich with symbolism and potential narratives. Scipione honed his influential style through extensive study in the museums of Rome, finding inspiration in Mannerist and Baroque painting, from Tintoretto to Rembrandt, while the Romanticism of Goya and the visionary spirit of El Greco left an indelible impression on his psyche. There is a playfully suggestive quality to the assemblage of objects the artist has chosen for this natura morta, their placement together on the sumptuous bedspread conjuring a myriad of possible narratives in the viewer’s mind. From the fashionable black dress and delicate pink ribbon that lie strewn across the bed, to the discarded top-hat and walking stick alongside it, each element implies a human presence which remains invisible to us, confined to a space beyond the edges of the canvas.
The intimacy of the scene is heightened by the casual manner in which the objects are tossed onto the bed, while the discarded clothing lends a potent sexual undercurrent to the composition through the implicit of the undressing and dressing of opposite sexes. Closely cropping the scene so that only the inanimate objects are visible, Scipione creates a strange, enigmatic atmosphere, intentionally leaving the narrative ambiguous so that our imaginations are free to conjure up a myriad of possible solutions as to what is occurring just out of sight. The Natura morta con il tubino (Still life with bowler hat) is perhaps the oldest of this series, which was most likely painted during the autumn of 192, on the artist’s return from Ciociaria.
An important iconographic note by L. Sinisgalli (Aretusa 1945) is dedicated to these works: “They are paintings: L’asso di spade (The Ace of Spades), La piovra (The Octopus), La natura morta col tubino (Still life with bowler hat), Gli uccelli morti (The dead birds), I fichi spaccati (Thesplit figs), The soles with coin (Le sogliole con moneta), all share an intentionally clear symbolic playfulness. La Piovra was painted as a tribute to young friends and had a long title in the style of certain drawings by Bifur and the feuilleton novels that the Surrealists had made fashionable, while Pierina arrived in a big city, and the Natura morta col tubino figured as a commentary on Charlot. Scipione created some drawings for an article on Fantomas which appeared in «Italia Letteraria» and the most beautiful etchings of the Zodiac were born of this same spirit). Linked by their stylistic reference to certain graphic puzzles and riddles, these works enjoy a sense of compositional freedom, simultaneously naïve and wise, and recall the shining bromide postcards so honoured by Dada magazines.
And yet, what a wealth of colour ranges lurk under the violet-pink-olive tones of the over varnish! The objects whirl around a pivot that is almost always at the center of the picture, and are held in a spiral above the elliptical table, a real magic table. The feather, the comb, the playing cards, the molluscs, the birds, the fish, the figs, the coin, the photography, (an intriguingly “sculptural material” for an aesthete of the cinema or a polymateric artist), are here stripped of any analogical value, they become species unto themselves, they are exemplary, they are idols, approached by a magnetic sympathy, by an absurd fatality, like the worlds in the Laplace nebula “.
"[…] This pictorial transparence so condensed on the bright surface of the olive green carpet, so separated yet so connected to the black background of the shirt on which the white of the comb puts an acute accent gently moved by the violet of the braces, will appear so much happier in its metaphysic reflection".
UMBRO APOLLONIO, Scipione, Venezia 1945
Dipinta nel 1929, Natura morta con tubino dimostra in modo evidente il lirismo poetico che contraddistingueva il dinamico approccio alla natura morta di Scipione; questi trasformava una banale collezione di oggetti quotidiani in un’opera d’arte eterea e teatrale, ricca di simbolismo e potenziale narrativo.
Scipione perfezionò il suo peculiare stile attraverso uno studio dettagliato delle opere conservate presso i musei di Roma, qui trovava ispirazione nei dipinti manieristi e barocchi, da Tintoretto a Rembrandt; il romanticismo di Goya e lo spirito visionario di El Greco lasciavano poi un’impronta indelebile sulla sua psiche. Si riscontra una particolarità giocosamente suggestiva nell’assemblaggio degli oggetti scelti dall’artista per questa natura morta, tanto che la loro combinazione su un suntuoso copriletto evoca nella mente del fruitore una molteplicità di possibilità narrative. Dal tubino nero alla moda ai delicati nastri rosa sparsi sul letto, dal cappello a cilindro al bastone da passeggio che gli è posto accanto, ogni singolo elemento implica la presenza di esseri umani che tuttavia rimangono invisibili ai nostri occhi, confinati in uno spazio al di là della tela. L’intimità della scena è amplificata dall’aspetto casuale con cui gli oggetti sono stati gettati sul letto, e i vestiti abbandonati, che implicano lo spogliarsi di sessi opposti, donano alla composizione un evidente richiamo sessuale. Il ritaglio ravvicinato della scena rende visibili i soli oggetti intimi: in questo modo Scipione dà vita a un’atmosfera enigmatica e strana, creando intenzionalmente una narrazione ambigua affinché la nostra immaginazione evochi una miriade di possibili soluzioni rispetto a quanto sta avvenendo appena fuori dal nostro sguardo.
La Natura morta con il tubino è forse la più antica opera di questa serie dipinta con ogni probabilità nell’autunno 1929, al ritorno dalla Ciociaria. A questi quadri è dedicata un’ importante nota iconografica di L. Sinisgalli (Aretusa 1945): «Sono quadri: L’asso di spade, La piovra, La natura morta col tubino, Gli uccelli morti, I fichi spaccati, Le sogliole con moneta, nati da una chiara intenzione di giuoco. (La piovra fu dipinta in omaggio ai giovani amici e aveva un titolo lungo nel gusto di certe tavole di Bifur e di alcuni romanzi feuilleton che i surrealisti misero di moda: Pierina è arrivata in una grande città; la Natura morta col tubino è un commento a Charlot; Scipione fece alcuni disegni per un articolo su Fantomas comparso sull’«Italia Letteraria», e le più belle tavole dello Zodiaco sono nate da questo stesso spirito). Per il loro aggregarsi al modo di certi puzzle grafici, di certi rebus, essi godono di una libertà compositiva, ingenua e sapiente a un tempo, e ricordano le fulgide cartoline al bromuro anch’esse portate in onore dalle riviste Dada. Ma quanta ricchezza di gamme cromatiche sotto la spoglia di vernici rosa violette olivastre! Gli oggetti girano a mulinello intorno a un perno che è quasi sempre nel centro del quadro, e si svolgono come una spirale sopra il tavolo ellittico, un vero tavolo magico. La piuma, il pettine, le carte da giuoco, i molluschi, gli uccelli, i pesci, i fichi, la moneta, la fotografia, (veramente un interessante «materiale plastico» per un esteta del cinema o per un artista polimaterico), sono qui scaricati di ogni valore analogico, fanno specie per sé, sono esemplari, sono idoli, avvicinati da una simpatia magnetica, da una assurda fatalità, come i mondi nella nebulosa di Laplace».
Painted in 1929, Natura morta con tubino powerfully demonstrates the poetic lyricism of Scipione’s dynamic approach to still life, transforming a typical everyday collection of objects into an ethereal, dramatic work of art, rich with symbolism and potential narratives. Scipione honed his influential style through extensive study in the museums of Rome, finding inspiration in Mannerist and Baroque painting, from Tintoretto to Rembrandt, while the Romanticism of Goya and the visionary spirit of El Greco left an indelible impression on his psyche. There is a playfully suggestive quality to the assemblage of objects the artist has chosen for this natura morta, their placement together on the sumptuous bedspread conjuring a myriad of possible narratives in the viewer’s mind. From the fashionable black dress and delicate pink ribbon that lie strewn across the bed, to the discarded top-hat and walking stick alongside it, each element implies a human presence which remains invisible to us, confined to a space beyond the edges of the canvas.
The intimacy of the scene is heightened by the casual manner in which the objects are tossed onto the bed, while the discarded clothing lends a potent sexual undercurrent to the composition through the implicit of the undressing and dressing of opposite sexes. Closely cropping the scene so that only the inanimate objects are visible, Scipione creates a strange, enigmatic atmosphere, intentionally leaving the narrative ambiguous so that our imaginations are free to conjure up a myriad of possible solutions as to what is occurring just out of sight. The Natura morta con il tubino (Still life with bowler hat) is perhaps the oldest of this series, which was most likely painted during the autumn of 192, on the artist’s return from Ciociaria.
An important iconographic note by L. Sinisgalli (Aretusa 1945) is dedicated to these works: “They are paintings: L’asso di spade (The Ace of Spades), La piovra (The Octopus), La natura morta col tubino (Still life with bowler hat), Gli uccelli morti (The dead birds), I fichi spaccati (Thesplit figs), The soles with coin (Le sogliole con moneta), all share an intentionally clear symbolic playfulness. La Piovra was painted as a tribute to young friends and had a long title in the style of certain drawings by Bifur and the feuilleton novels that the Surrealists had made fashionable, while Pierina arrived in a big city, and the Natura morta col tubino figured as a commentary on Charlot. Scipione created some drawings for an article on Fantomas which appeared in «Italia Letteraria» and the most beautiful etchings of the Zodiac were born of this same spirit). Linked by their stylistic reference to certain graphic puzzles and riddles, these works enjoy a sense of compositional freedom, simultaneously naïve and wise, and recall the shining bromide postcards so honoured by Dada magazines.
And yet, what a wealth of colour ranges lurk under the violet-pink-olive tones of the over varnish! The objects whirl around a pivot that is almost always at the center of the picture, and are held in a spiral above the elliptical table, a real magic table. The feather, the comb, the playing cards, the molluscs, the birds, the fish, the figs, the coin, the photography, (an intriguingly “sculptural material” for an aesthete of the cinema or a polymateric artist), are here stripped of any analogical value, they become species unto themselves, they are exemplary, they are idols, approached by a magnetic sympathy, by an absurd fatality, like the worlds in the Laplace nebula “.