Lot Essay
“L’uomo è niente, il lavoro è tutto”.
“The man is nothing, the work is everything”.
LUCIAN FREUD
Una suggestiva combinazione di testo luminoso, immagini sature e sfaccettate e vernice dai colori intensi danno vita a Da Freud al Mandrax: ultimo congresso 1972, un’opera singolare di Mario Schifano nella quale ha scelto di inserire lettere al neon. Come gli italiani suoi contemporanei, Mario Merz e Pier Paolo Calzolari, così come gli americani, si pensi ad artisti quali Dan Flavin e Bruce Nauman, Schifano utilizzò una lampada al neon luminosa e sgargiante per conferire alla sua pittura una nuova dimensione. Attraverso la combinazione di enigmatici riferimenti idiosincratici - dalla droga, al Mandrax, a Lucian Freud, un artista che Schifano disse di ammirare e di cui spesso citava la frase “l’uomo è niente, il lavoro è tutto” - questo lavoro accosta una varietà di temi e motivi sia personali dell’artista sia pertinenti a un contesto più ampio.
Quando realizzò quest’opera Schifano era fortemente influenzato sia dai film che dalla televisione. Guardava spesso la televisione e fotografava le immagini in movimento sullo schermo, che avrebbe poi incollato sulle sue tele prima di dipingere, disegnare e scrivere su di esse. Era interessato alla natura frammentaria di questa forma di linguaggio, questo il motivo per cui Schifano costruì composizioni attraverso l’associazione di varie immagini figurative e di pittura astratta al fine di creare composizioni sfaccettate dal significato stratificato, come succede nel presente lavoro.
Qui l’immagine di un paesaggio è associata a quella di una mano femminile, e sulla destra della tela vi sono immagini televisive che delineano una figura nuda. Questo lavoro, immerso in significati enigmatici e indecifrabili, amplificati dalla scrittura al neon, incarna i tratti dominanti di questa fase pittorica di Schifano.
A striking combination of luminous text, saturated, multifaceted images and richly coloured paint, Da Freud al Mandrax: ultimo congresso 1972 is a rare work by Mario Schifano in which he has included neon lettering. Like his Italian contemporaries Mario Merz and Pier Paolo Calzolari, and American artists such as Dan Flavin and Bruce Nauman, Schifano has used bright, garish neon light to impart a novel new dimension to his painting. Combining an enigmatic composite of idiosyncratic references – from the drug, mandrax, to Lucian Freud, an artist whom Schifano was said to admire, often quoting his phrase, ‘the man is nothing, the work is everything’ – this work brings together a variety of themes and motifs both personal to the artist as well as pertinent on a wider contextual level. During the period in which Schifano created the present work he was heavily influenced by both film and television. He would frequently watch television and take photographs of the images moving across the screen, subsequently attaching these to his canvases, before painting, drawing and writing over them.
Interested by the fragmentary nature of this form of imagery, Schifano built up composites of various representational images and abstract pictorial elements to create multifaceted compositions layered with meaning, just as he does in Da Freud al Mandrax: ultimo congresso 1972. Here, an image of a landscape is layered with a woman’s hand, and on the right of the canvas, with images of a television that features a nude figure. Steeped in enigmatic, indecipherable meanings, which are heightened by the neon writing, this work embodies the dominant features of this Schifano’s phase of painting.
“The man is nothing, the work is everything”.
LUCIAN FREUD
Una suggestiva combinazione di testo luminoso, immagini sature e sfaccettate e vernice dai colori intensi danno vita a Da Freud al Mandrax: ultimo congresso 1972, un’opera singolare di Mario Schifano nella quale ha scelto di inserire lettere al neon. Come gli italiani suoi contemporanei, Mario Merz e Pier Paolo Calzolari, così come gli americani, si pensi ad artisti quali Dan Flavin e Bruce Nauman, Schifano utilizzò una lampada al neon luminosa e sgargiante per conferire alla sua pittura una nuova dimensione. Attraverso la combinazione di enigmatici riferimenti idiosincratici - dalla droga, al Mandrax, a Lucian Freud, un artista che Schifano disse di ammirare e di cui spesso citava la frase “l’uomo è niente, il lavoro è tutto” - questo lavoro accosta una varietà di temi e motivi sia personali dell’artista sia pertinenti a un contesto più ampio.
Quando realizzò quest’opera Schifano era fortemente influenzato sia dai film che dalla televisione. Guardava spesso la televisione e fotografava le immagini in movimento sullo schermo, che avrebbe poi incollato sulle sue tele prima di dipingere, disegnare e scrivere su di esse. Era interessato alla natura frammentaria di questa forma di linguaggio, questo il motivo per cui Schifano costruì composizioni attraverso l’associazione di varie immagini figurative e di pittura astratta al fine di creare composizioni sfaccettate dal significato stratificato, come succede nel presente lavoro.
Qui l’immagine di un paesaggio è associata a quella di una mano femminile, e sulla destra della tela vi sono immagini televisive che delineano una figura nuda. Questo lavoro, immerso in significati enigmatici e indecifrabili, amplificati dalla scrittura al neon, incarna i tratti dominanti di questa fase pittorica di Schifano.
A striking combination of luminous text, saturated, multifaceted images and richly coloured paint, Da Freud al Mandrax: ultimo congresso 1972 is a rare work by Mario Schifano in which he has included neon lettering. Like his Italian contemporaries Mario Merz and Pier Paolo Calzolari, and American artists such as Dan Flavin and Bruce Nauman, Schifano has used bright, garish neon light to impart a novel new dimension to his painting. Combining an enigmatic composite of idiosyncratic references – from the drug, mandrax, to Lucian Freud, an artist whom Schifano was said to admire, often quoting his phrase, ‘the man is nothing, the work is everything’ – this work brings together a variety of themes and motifs both personal to the artist as well as pertinent on a wider contextual level. During the period in which Schifano created the present work he was heavily influenced by both film and television. He would frequently watch television and take photographs of the images moving across the screen, subsequently attaching these to his canvases, before painting, drawing and writing over them.
Interested by the fragmentary nature of this form of imagery, Schifano built up composites of various representational images and abstract pictorial elements to create multifaceted compositions layered with meaning, just as he does in Da Freud al Mandrax: ultimo congresso 1972. Here, an image of a landscape is layered with a woman’s hand, and on the right of the canvas, with images of a television that features a nude figure. Steeped in enigmatic, indecipherable meanings, which are heightened by the neon writing, this work embodies the dominant features of this Schifano’s phase of painting.