Lot Essay
“A Milano, alle 19.00 del 21 luglio 1960, Manzoni realizza l’evento Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte. In una cerimonia rituale l’artista, dopo aver fatto bollire numerose uova, ha inchiostrato il pollice su un cuscinetto d’inchiostro e l’ha poi premuto sui gusci delle uova. Una volta contrassegnati in questo modo, gli oggetti sono stati dati al pubblico da mangiare. Questa riformulazione del rito eucaristico ha stabilito la categoria dell’artista come martire e dell’arte come “oggetto potente” o reliquia del suo tempo sulla terra”.
“At 7 p.m. on 21 July 1960, in Milan, Manzoni realised the event entitled Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte (The consumption of dynamic art by the art-devouring public). In a ritual ceremony, the artist, having boiled numerous eggs, inked his thumb in an ink-pad and then pressed it on to the eggshells. Once thus marked, the objects were given to the audience to eat. This reformulation of the eucharistic rite established the category of artist as martyr and of art as “potent object” or relic of his time on earth”.
-Germano Celant
Creata nel 1960, Uovo scultura fa parte di una delle opere più iconiche di Piero Manzoni. Si tratta di un uovo sodo decorato con l’impronta del pollice di Manzoni realizzata con inchiostro nero. Inserito in una piccola scatola di legno rivestita di ovatta, l’uovo assomiglia a una preziosa reliquia e per molti versi è proprio quello che vuole significare: è un prodotto della famosa performance di Manzoni Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte, tenutasi a Milano il 21 luglio 1960. In questa cerimonia di comunione, Manzoni “consacrò” un certo numero di uova stampigliando l’impronta del pollice inchiostrato. Dopo averne consumate diverse egli stesso, invitò il pubblico a mangiarne. Lo spettacolo durò esattamente settanta minuti, la durata di una celebrazione eucaristica cattolica. Con un gesto tanto radicale quanto potente, Manzoni sottolineava come ingerire arte avesse il significato di effettuare un’eucaristia laica. Le sue uova – allo stesso modo dei readymade di Duchamp – sono state trasformate grazie alla fede del pubblico nella magia della transustanziazione dell’atto creativo.
L’intera opera di Manzoni può essere vista come una critica alla tradizionale separazione che viene compiuta tra arte e vita quotidiana, dove il corpo ne è un’interfaccia. Le stesse espressioni del corpo quali il famoso Fiato d’artista (1960) e Merda d’artista (1961) sono solo le più provocatorie per quanto concerne l’attribuzione di un determinato valore al prodotto artistico. Egli firma i corpi delle persone per trasformarli in opere d’arte; realizza piedistalli per trasformare la gente in sculture viventi; il suo Zoccolo del mondo (1961), uno zoccolo rovesciato che sostiene la terra, mette in luce come il mondo intero sia un’opera d’arte. Senza soluzione di continuità tra la fisicità e lo spirituale, opere come Uovo scultura sono tra le più raffinate testimonianze degli atti rituali-concettuali di Manzoni. La firma dell’artista echeggia giustamente la forma ovoidale dell’uovo, mentre l’uovo stesso si immerge in un’antica vena di simbolismo. La sua risonanza come icona sacra di fertilità, purezza e rinascita - un’idea che Lucio Fontana, contemporaneo di Manzoni, esplorerà nella sua serie del 1963-64 intitolata Fine di Dio, racchiude perfettamente la visione dell’arte cara a Manzoni.
Created in 1960, Uovo scultura (Egg sculpture) is part of one of Piero Manzoni’s most iconic bodies of work. It consists of a single hard-boiled egg, adorned with Manzoni’s thumbprint in black ink. Enshrined in a small wooden box lined with cotton wool, the egg resembles a precious relic, and in many senses that is precisely what it is: it is an artefact of Manzoni’s famous piece of performance art Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte (Consumption of Art by the Art-Devouring Public), held in Milan on 21 July 1960. In this communion-like ceremony, Manzoni ‘consecrated’ a number of eggs with his inked thumbprint. After consuming several himself, he invited members of the public to eat the eggs. The performance lasted exactly seventy minutes, the duration of a Catholic mass. In a typically radical and potent statement, Manzoni was positing the ingestion of art as a secular eucharist. His eggs – somewhat like Duchamp’s ‘readymades’ – were transformed not in their substance, but through the audience’s faith in the transubstantiative magic of the artistic act.
Manzoni’s entire oeuvre can be seen as a critique of the traditional separation between art and everyday life, with the body as its interface. The very literal expressions of the body in his famed Artist’s Breath (1960) and Artist’s Shit (1961) are only the most provocative among his varied engagements with the conferral of value upon the artistic product. He signed people’s bodies to turn them into works of art; he made plinths for people to stand on that transformed them into living sculptures; his Socle du monde (1961), a plinth inverted as if to support the earth, declared the entire world an artwork. Seamlessly marrying the physical and the spiritual, works like Uovo scultura stand among the most elegant records of Manzoni’s ritual-conceptual acts. The artist’s thumbprint-signature aptly echoes the ovoid form of the egg, while the egg itself taps into an ancient vein of artistic symbolism. Its resonance as a sacred icon of fertility, purity and rebirth – an idea that Manzoni’s contemporary Lucio Fontana would explore in his Fine di Dio series of 1963-64 – perfectly encapsulates Manzoni’s vision of art created anew.
“At 7 p.m. on 21 July 1960, in Milan, Manzoni realised the event entitled Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte (The consumption of dynamic art by the art-devouring public). In a ritual ceremony, the artist, having boiled numerous eggs, inked his thumb in an ink-pad and then pressed it on to the eggshells. Once thus marked, the objects were given to the audience to eat. This reformulation of the eucharistic rite established the category of artist as martyr and of art as “potent object” or relic of his time on earth”.
-Germano Celant
Creata nel 1960, Uovo scultura fa parte di una delle opere più iconiche di Piero Manzoni. Si tratta di un uovo sodo decorato con l’impronta del pollice di Manzoni realizzata con inchiostro nero. Inserito in una piccola scatola di legno rivestita di ovatta, l’uovo assomiglia a una preziosa reliquia e per molti versi è proprio quello che vuole significare: è un prodotto della famosa performance di Manzoni Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte, tenutasi a Milano il 21 luglio 1960. In questa cerimonia di comunione, Manzoni “consacrò” un certo numero di uova stampigliando l’impronta del pollice inchiostrato. Dopo averne consumate diverse egli stesso, invitò il pubblico a mangiarne. Lo spettacolo durò esattamente settanta minuti, la durata di una celebrazione eucaristica cattolica. Con un gesto tanto radicale quanto potente, Manzoni sottolineava come ingerire arte avesse il significato di effettuare un’eucaristia laica. Le sue uova – allo stesso modo dei readymade di Duchamp – sono state trasformate grazie alla fede del pubblico nella magia della transustanziazione dell’atto creativo.
L’intera opera di Manzoni può essere vista come una critica alla tradizionale separazione che viene compiuta tra arte e vita quotidiana, dove il corpo ne è un’interfaccia. Le stesse espressioni del corpo quali il famoso Fiato d’artista (1960) e Merda d’artista (1961) sono solo le più provocatorie per quanto concerne l’attribuzione di un determinato valore al prodotto artistico. Egli firma i corpi delle persone per trasformarli in opere d’arte; realizza piedistalli per trasformare la gente in sculture viventi; il suo Zoccolo del mondo (1961), uno zoccolo rovesciato che sostiene la terra, mette in luce come il mondo intero sia un’opera d’arte. Senza soluzione di continuità tra la fisicità e lo spirituale, opere come Uovo scultura sono tra le più raffinate testimonianze degli atti rituali-concettuali di Manzoni. La firma dell’artista echeggia giustamente la forma ovoidale dell’uovo, mentre l’uovo stesso si immerge in un’antica vena di simbolismo. La sua risonanza come icona sacra di fertilità, purezza e rinascita - un’idea che Lucio Fontana, contemporaneo di Manzoni, esplorerà nella sua serie del 1963-64 intitolata Fine di Dio, racchiude perfettamente la visione dell’arte cara a Manzoni.
Created in 1960, Uovo scultura (Egg sculpture) is part of one of Piero Manzoni’s most iconic bodies of work. It consists of a single hard-boiled egg, adorned with Manzoni’s thumbprint in black ink. Enshrined in a small wooden box lined with cotton wool, the egg resembles a precious relic, and in many senses that is precisely what it is: it is an artefact of Manzoni’s famous piece of performance art Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte (Consumption of Art by the Art-Devouring Public), held in Milan on 21 July 1960. In this communion-like ceremony, Manzoni ‘consecrated’ a number of eggs with his inked thumbprint. After consuming several himself, he invited members of the public to eat the eggs. The performance lasted exactly seventy minutes, the duration of a Catholic mass. In a typically radical and potent statement, Manzoni was positing the ingestion of art as a secular eucharist. His eggs – somewhat like Duchamp’s ‘readymades’ – were transformed not in their substance, but through the audience’s faith in the transubstantiative magic of the artistic act.
Manzoni’s entire oeuvre can be seen as a critique of the traditional separation between art and everyday life, with the body as its interface. The very literal expressions of the body in his famed Artist’s Breath (1960) and Artist’s Shit (1961) are only the most provocative among his varied engagements with the conferral of value upon the artistic product. He signed people’s bodies to turn them into works of art; he made plinths for people to stand on that transformed them into living sculptures; his Socle du monde (1961), a plinth inverted as if to support the earth, declared the entire world an artwork. Seamlessly marrying the physical and the spiritual, works like Uovo scultura stand among the most elegant records of Manzoni’s ritual-conceptual acts. The artist’s thumbprint-signature aptly echoes the ovoid form of the egg, while the egg itself taps into an ancient vein of artistic symbolism. Its resonance as a sacred icon of fertility, purity and rebirth – an idea that Manzoni’s contemporary Lucio Fontana would explore in his Fine di Dio series of 1963-64 – perfectly encapsulates Manzoni’s vision of art created anew.