Lot Essay
“La superficie è il luogo di incontri infiniti, aspettative disperate, confronti tautologici, dolore esistenziale e conferme utopistiche”.
“The surface is the place of infinite meetings, of desperate expectations, of tautological comparison, existential suffering and utopian confirmations”.
-ENRICO CASTELLANI
Superficie alluminio fa parte delle Superfici di Enrico Castellani, serie che iniziò nel 1959 e che continuò ad esplorare per tutta la vita. Grazie alla sua superficie lucida e argentea Superficie alluminio sembra ondeggiare dolcemente davanti ai nostri occhi; la disposizione ritmica di sporgenze e depressioni che animano quest’opera è stata creata attraverso una rete di chiodi posti sul rovescio della tela. Quest’opera incarna la quintessenza degli obiettivi fondamentali di Castellani che voleva raggiungere con le sue Superfici, tanto da aver creato opere che trascendono le distinzioni dei media e servono invece come oggetti autonomi che incarnano i concetti dinamici di spazio, tempo, superficie e materia.
Trasformando la tela da ricettacolo per la creazione di rappresentazioni illusionistiche del quotidiano in un oggetto dinamico e tridimensionale, Castellani ebbe un’influenza significativa nello sviluppo del Minimalismo, movimento pionieristico nato a New York a metà degli anni Sessanta e capeggiato da Donald Judd e Dan Flavin. A questo proposito Judd aveva accolto le Superfici di Castellani e i ‘monocromi’ di Yves Klein come i due sviluppi artistici più importanti che presero vita nell’Europa dei primi anni Sessanta. Così come i minimalisti usavano materiali industriali nella loro creazione artistica, anche Castellani usava spesso l’acrilico argentato per coprire le tele sagomate delle sue Superfici. In questo modo le faceva apparire come fossero di metallo utilizzato nella sua forma più pura o, come nell’opera attuale, di alluminio. L’estetica industriale non solo ha contribuito ad esaltare l’austerità e la non autorialità che definisce questa imponente serie di opere, e in particolare Superficie alluminio, ma anche a dar vita al mutevole gioco di luci e ombre sulle superfici lucide e riflettenti apparentemente metalliche di queste opere iconiche.
Superficie alluminio is one of Enrico Castellani’s signature Superfici or ‘Surfaces’, the career-defining series which he begun in 1959 and continued to explore for the rest of his life. With its gleaming, silver surface, Superficie alluminio appears to softly undulate in front of our eyes; the rhythmic arrangement of protrusions and depressions that animate this expansive work created through a network of nails on the reverse of the canvas. As such, Superficie alluminio serves as a quintessential example of Castellani’s fundamental aims with the Superfici, as he created works that transcended medium distinctions and instead served as autonomous objects that embodied the dynamic concepts of space, time, surface and material.
In transforming the canvas from a receptacle for the creation of illusionistic representations of life into a dynamic three-dimensional object, Castellani served as an important influence in the development of Minimalism, a movement pioneered in New York in the mid 1960s by Donald Judd and Dan Flavin. Indeed, Judd had hailed Castellani’s Superfici and Yves Klein’s ‘monochromes’ as the two most important artistic developments to come out of Europe in the early 1960s. Like the Minimalists used industrial materials in the creation of their art, so Castellani often used silver acrylic paint to cover the shaped canvases of his Superfici, making them appear as if created from metal in its purest form, or as in the present work, aluminium. This industrial aesthetic served not only to heighten the authorless, austere aesthetic that defines this great series of works, and Superficie alluminio in particular, but also added to the ever-changing play of light and shadow across the gleaming, reflective seemingly metallic surfaces of these iconic works.
“The surface is the place of infinite meetings, of desperate expectations, of tautological comparison, existential suffering and utopian confirmations”.
-ENRICO CASTELLANI
Superficie alluminio fa parte delle Superfici di Enrico Castellani, serie che iniziò nel 1959 e che continuò ad esplorare per tutta la vita. Grazie alla sua superficie lucida e argentea Superficie alluminio sembra ondeggiare dolcemente davanti ai nostri occhi; la disposizione ritmica di sporgenze e depressioni che animano quest’opera è stata creata attraverso una rete di chiodi posti sul rovescio della tela. Quest’opera incarna la quintessenza degli obiettivi fondamentali di Castellani che voleva raggiungere con le sue Superfici, tanto da aver creato opere che trascendono le distinzioni dei media e servono invece come oggetti autonomi che incarnano i concetti dinamici di spazio, tempo, superficie e materia.
Trasformando la tela da ricettacolo per la creazione di rappresentazioni illusionistiche del quotidiano in un oggetto dinamico e tridimensionale, Castellani ebbe un’influenza significativa nello sviluppo del Minimalismo, movimento pionieristico nato a New York a metà degli anni Sessanta e capeggiato da Donald Judd e Dan Flavin. A questo proposito Judd aveva accolto le Superfici di Castellani e i ‘monocromi’ di Yves Klein come i due sviluppi artistici più importanti che presero vita nell’Europa dei primi anni Sessanta. Così come i minimalisti usavano materiali industriali nella loro creazione artistica, anche Castellani usava spesso l’acrilico argentato per coprire le tele sagomate delle sue Superfici. In questo modo le faceva apparire come fossero di metallo utilizzato nella sua forma più pura o, come nell’opera attuale, di alluminio. L’estetica industriale non solo ha contribuito ad esaltare l’austerità e la non autorialità che definisce questa imponente serie di opere, e in particolare Superficie alluminio, ma anche a dar vita al mutevole gioco di luci e ombre sulle superfici lucide e riflettenti apparentemente metalliche di queste opere iconiche.
Superficie alluminio is one of Enrico Castellani’s signature Superfici or ‘Surfaces’, the career-defining series which he begun in 1959 and continued to explore for the rest of his life. With its gleaming, silver surface, Superficie alluminio appears to softly undulate in front of our eyes; the rhythmic arrangement of protrusions and depressions that animate this expansive work created through a network of nails on the reverse of the canvas. As such, Superficie alluminio serves as a quintessential example of Castellani’s fundamental aims with the Superfici, as he created works that transcended medium distinctions and instead served as autonomous objects that embodied the dynamic concepts of space, time, surface and material.
In transforming the canvas from a receptacle for the creation of illusionistic representations of life into a dynamic three-dimensional object, Castellani served as an important influence in the development of Minimalism, a movement pioneered in New York in the mid 1960s by Donald Judd and Dan Flavin. Indeed, Judd had hailed Castellani’s Superfici and Yves Klein’s ‘monochromes’ as the two most important artistic developments to come out of Europe in the early 1960s. Like the Minimalists used industrial materials in the creation of their art, so Castellani often used silver acrylic paint to cover the shaped canvases of his Superfici, making them appear as if created from metal in its purest form, or as in the present work, aluminium. This industrial aesthetic served not only to heighten the authorless, austere aesthetic that defines this great series of works, and Superficie alluminio in particular, but also added to the ever-changing play of light and shadow across the gleaming, reflective seemingly metallic surfaces of these iconic works.