Lucio Fontana (1899-1968)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more DA UNA COLLEZIONE PRIVATA, LECCEPROPERTY FROM A PRIVATE COLLECTION, LECCE
Lucio Fontana (1899-1968)

Concetto spaziale, [Attese]

Details
Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, [Attese]
firma, titolo e data l. fontana Concetto spaziale 1959 (sul retro)


idropittura su tela
cm 40,5x50
Eseguito nel 1959
Provenance
Galleria del Cavallino, Venezia
ivi acquisito dal padre dall'attuale proprietario nel 1966
Literature
E. Crispolti, Lucio Fontana. Catalogo ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni, Milano 2006, vol. I, p. 480, n. 59 T 184 (illustrato)
Exhibited
Venezia, Galleria del Cavallino, Fontana, 1966, cat.
Londra, Kasmin Gallery (senza data, etichetta sul retro)
Special Notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent.
Further Details
'SPATIAL CONCEPT [WAITINGS]'; SIGNED, TITLED AND DATED ON THE REVERSE, WATERPAINT ON CANVAS

L'opera non richiede Attestato di Libera Circolazione al fine della sua esportazione.
This work does not require an export license.

Brought to you by

Renato Pennisi
Renato Pennisi

Lot Essay

Vi assicuro che sulla luna non dipingeranno, ma faranno Arte Spaziale”.

“I assure you, that on the moon they will not be painting, but they will be making Spatial art”.
-LUCIO FONTANA

“Con il taglio ho inventato una formula che credo non possa essere perfetta. Con il mio lavoro sono riuscito a dare a chi lo guarda un senso di calma spaziale, rigore cosmico, e serenità nei confronti dell’infinito. Più di questo non potevo fare”.

“With the taglio I have invented a formula that I think I cannot perfect. I succeeded in giving those looking at my work a sense of spatial calm, of cosmic rigour, of serenity with regard to the Infinite. Further than this I could not go”.
-LUCIO FONTANA

Nel gennaio 1959 un razzo sovietico bucò l’atmosfera terrestre e divenne la prima navicella spaziale ad orbitare intorno al sole. Pochi mesi dopo l’America dimostrò di essere all’altezza della conquista cosmica sovietica: era un momento importante tanto che la corsa allo spazio avrebbe connotato la vita degli anni Sessanta. Proprio come questi razzi si liberavano dai confini della terra per conquistare il cosmo, così Lucio Fontana sovvertì letteralmente la secolare nozione di pittura. Lo fece tagliando la superficie della tela e introducendo nella sua arte una nuova dimensione spaziale. Mentre l’uomo entrava in un’età di sapere e scoperte scientifiche nuove, l’artista catapultava l’arte in un universo fino ad allora inesplorato, e lo faceva ampliando drasticamente i confini della pittura e dando vita a un mondo di nuove possibilità pittoriche che si trovavano oltre il piano dell’immagine.
Distruttivo e nel contempo emancipante, iconico e iconoclastico, violento ma trascendente, il taglio è diventato l’atto creativo che connota univocamente Fontana. Egli mise in scena questo gesto sulla tela per la prima volta nell’autunno del 1958. Nati dai buchi, che l’artista aveva iniziato a realizzare poco meno di un decennio prima, i tagli sono stati il culmine ultimo degli obiettivi spazialisti di Fontana poiché gli permettevano, con un gesto unico, puro e irrevocabile, di integrare nella sua arte gli aspetti dinamici del tempo e dello spazio.
Una volta scoperta la potenza del singolo taglio Fontana ha dato vita alle Attese, sottotitolo che l’artista ha aggiunto a Concetto spaziale, ciclo nel quale ha esplorato con appassionato fervore le potenzialità espressive ed estetiche di questo suo gesto artistico così radicale. Nel corso del 1959 riduce il proliferare dei tagli sulla superficie della tela, e incide da uno e cinque tagli in direzioni spesso diverse al centro della superficie monocromatica. Questi primi tagli sono impregnati di un potente senso di dinamismo, i tagli multidirezionali creano un’energia ritmica che sembra invadere queste tele futuristiche e innovative.


In January 1959, a Soviet rocket penetrated the earth’s atmosphere and became the first spacecraft to orbit the sun. Just a few months later, America would match the Soviet’s cosmic achievement, an important moment in the Space Race that would come to define life in the 1960s. Just as these rockets were breaking free of the earth’s borders to conquer the cosmos, so Lucio Fontana tore quite literally through the centuries-old notion of a painting, severing the surface of the canvas and introducing a new spatial dimension into his art. While mankind embarked upon a new age of science and discovery, so Fontana likewise catapulted art into a new realm, dramatically expanding the boundaries of painting and opening up a world of new pictorial possibilities that lay far beyond the picture plane.
At once destructive and emancipatory, iconic and iconoclastic, violent yet transcendent, the slash has become Fontana’s defining creative act. Fontana first enacted this gesture on the canvas in the autumn of 1958. Developed out of the buchi or ‘holes’, which the artist had begun just under a decade prior, the tagli, ‘cuts’ were the ultimate culmination of Fontana’s Spatialist aims, allowing him, with a single, pure and irrevocable gesture, to integrate dynamic aspects of time and space into his art.
Once he had discovered the power of the single taglio, the Attese, the phrase the artist added to his singular title Concetto spaziale, Fontana embarked upon this cycle with an impassioned fervour as he explored the expressive and aesthetic potential of this, his most radical artistic gesture. Over the course of 1959, he reduced the proliferation of the cuts across the surface of the canvas, incising between around one and five slashes in often varying directions in the midst of the monochrome expanse. These early tagli are imbued with a powerful sense of dynamism, the multi-directional cuts creating a rhythmic energy that seems to course through these futuristic and groundbreaking canvases.

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