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Cantano i tronchi
Details
Giacomo Balla (1871-1958)
Cantano i tronchi
titolo 'CANTANO I TRONCHI' (in basso a sinistra); firmato 'BALLA' (in basso a destra)
pastelli su carta, in cornice d'epoca
100 x 126.5 cm.
Eseguito nel 1906
al verso:
Statua a Piazza del Popolo
pastelli su carta, in cornice d'epoca
100 x 126.5 cm.
'THE TRUNKS SING'; TITLED (LOWER LEFT); SIGNED (LOWER RIGHT); PASTELS ON PAPER, IN VINTAGE FRAME
ON THE REVERSE: 'STATUE AT PIAZZA DEL POPOLO'; PASTELS ON PAPER, IN VINTAGE FRAME
Cantano i tronchi
titolo 'CANTANO I TRONCHI' (in basso a sinistra); firmato 'BALLA' (in basso a destra)
pastelli su carta, in cornice d'epoca
100 x 126.5 cm.
Eseguito nel 1906
al verso:
Statua a Piazza del Popolo
pastelli su carta, in cornice d'epoca
100 x 126.5 cm.
'THE TRUNKS SING'; TITLED (LOWER LEFT); SIGNED (LOWER RIGHT); PASTELS ON PAPER, IN VINTAGE FRAME
ON THE REVERSE: 'STATUE AT PIAZZA DEL POPOLO'; PASTELS ON PAPER, IN VINTAGE FRAME
Provenance
Collezione G. Valeri Vivante, Roma
Galleria Studio Condotti 75, Roma
Collezione M. Mastroianni, Roma
ivi acquisito dall'attuale proprietario
Galleria Studio Condotti 75, Roma
Collezione M. Mastroianni, Roma
ivi acquisito dall'attuale proprietario
Literature
M. Fagiolo dell'Arco, Omaggio a Balla, Roma 1967, p. 37 (illustrato, con titolo errato)
T. Fiori, Archivi del Divisionismo, Roma 1969, vol. II, n. 1811 (illustrato); p. 145, n. 1811 X.160 (in elenco, con dimensioni errate)
S. Barnes Robbinson, Giacomo Balla, Divisionism and Futurism 1871-1912, Michigan 1981, p. 66, n. 34; p. 147, n. 34 (in elenco, con data errata)
G. Lista, Balla, Modena 1982, p. 151, n. 156 (illustrato, con dimensioni errate)
E. Balla, Con Balla, Milano 1984, vol. I, p. 156 (illustrato, con titolo errato); p. 202
T. Fiori, Archivi del Divisionismo, Roma 1969, vol. II, n. 1811 (illustrato); p. 145, n. 1811 X.160 (in elenco, con dimensioni errate)
S. Barnes Robbinson, Giacomo Balla, Divisionism and Futurism 1871-1912, Michigan 1981, p. 66, n. 34; p. 147, n. 34 (in elenco, con data errata)
G. Lista, Balla, Modena 1982, p. 151, n. 156 (illustrato, con dimensioni errate)
E. Balla, Con Balla, Milano 1984, vol. I, p. 156 (illustrato, con titolo errato); p. 202
Exhibited
Roma, Galleria L'Obelisco, Balla pre-futurista, 1968, cat., p. 25 (illustrato, con dimensioni errate); p. 45, n. 81 (in elenco, con dimensioni errate)
Torino, Galleria Martano, Giacomo Balla, Trenta esempi, 1974, cat., p. 41, n. 6 (illustrato, con dimensioni errate)
Roma, Museo del Corso, La campagna romana da Hackert a Balla, 2001-02, cat., n. 10 (illustrato, con dimensioni errate)
Roma, Museo Carlo Bilotti, Balla, Villa Borghese, 2018-19, cat., pp. 56-57 (illustrato, con data e dimensioni errate); p. 120, n. 1 (illustrato, in foto storica)
Torino, Galleria Martano, Giacomo Balla, Trenta esempi, 1974, cat., p. 41, n. 6 (illustrato, con dimensioni errate)
Roma, Museo del Corso, La campagna romana da Hackert a Balla, 2001-02, cat., n. 10 (illustrato, con dimensioni errate)
Roma, Museo Carlo Bilotti, Balla, Villa Borghese, 2018-19, cat., pp. 56-57 (illustrato, con data e dimensioni errate); p. 120, n. 1 (illustrato, in foto storica)
Special Notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent.
Lotto soggetto a Diritto di Seguito. Secondo le regolamentazioni del 2006 il Diritto di Seguito è applicabile a questo lotto, il compratore acconsente a pagare a noi un importo pari a quello che regolamentazioni prevedono, e noi ci impegniamo nei confronti dell’acquirente a versare tale importo all’agente di riscossione dell’artista.
Further Details
'Il sentimento della pittura consiste nell'impronta delle sue linee, dei suoi oggetti, della sua luce'
GIACOMO BALLA
'The feeling of the painting consists in the character of its lines, its objects, its light'
Intrisa di un senso di mistero affascinante, Cantano i tronchi è una suggestiva composizione di Giacomo Balla che fa parte di una piccola serie di pastelli che l'artista creò nel corso del 1906 ispirandosi allo splendido parco di Villa Borghese a Roma. Un paio di anni prima Balla si era trasferito in un appartamento all'interno di un vecchio monastero sconsacrato della città, nel quartiere Parioli, i cui balconi si affacciavano direttamente sul grande parco verde. Sollecitato da questa vicinanza così come dalla prospettiva straordinaria, intraprese un'esplorazione approfondita di quel paesaggio così intimamente familiare ad ogni ora del giorno. Ne studiò gli effetti della luce e dell'ombra, del tempo e dell'atmosfera poiché trasformavano la percezione del parco in chiave sublime e spettacolare. La serie che ritrae Villa Borghese diventa così la "Montagne Sainte Victoire" di Balla, che fa eco alla famosa serie di dipinti di Paul Cézanne che raffiguravano il carattere mutevole dell'aspra vetta visibile dalla casa dell'artista ad Aix-en-Provence.
Grazie alla sua atmosfera tranquilla e avvolgente, nonché alla sua luce morbida, Cantano i tronchi è da annoverarsi tra le opere più liriche della serie di Villa Borghese, impressione che trova ulteriore vigore nella scelta poetica del titolo. Durante questo periodo l'artista fu affascinato dagli aspetti mistici e misteriosi del mondo naturale, tanto che cercò di trasmettere l'impressione dell'eterno fluire del tempo e dei ritmi della vita attraverso le rappresentazioni del parco. In Cantano i tronchi l'inquadratura della scena è quasi fotografica: pone lo spettatore direttamente tra gli alberi, immergendolo nel paesaggio ombroso. Attraversato il sentiero pieno di luce, un altro gruppo di alberi è ritratto con linee lunghe e sovrapposte dirette tutte verso destra, e i tratti di colori intrecciati evocano un intenso senso di energia. Mentre la tavolozza ridotta ricorda i disegni a carboncino di Georges Seurat, che l'artista aveva incontrato per la prima volta durante un soggiorno a Parigi nell'inverno del 1900-1901, l'uso di sottili e allungati tratti di colore mette in luce la prolungata influenza del Divisionismo italiano sul suo lavoro di questo periodo.
Filled with a captivating sense of mystery, Giacomo Balla's atmospheric composition Cantano i tronchi [The Trunks Sing] is one of a small series of pastels the artist created over the course of 1906 focusing on the resplendent grounds of the Villa Borghese in Rome. Just two years previously the artist had moved to an apartment in an old, deconsecrated monastery in the city's Parioli neighbourhood, which boasted balconies directly overlooking the large verdant park. Balla used this proximity and unique perspective to embark upon an in-depth exploration of the intensely familiar landscape at every hour of the day, studying the effects of light and shadow, weather and atmosphere, as they transformed the park in both subtle and dramatic ways. In this way, the series depicting the Villa Borghese became Balla's own personal "Montagne Sainte Victoire", recalling Paul Cézanne's renowned suite of paintings detailing the shifting character of the rugged peak near his home in Aix-en-Provence.
With its quiet, enveloping atmosphere and soft light, Cantano i tronchi is among the most lyrical works from the Villa Borghese series, an impression reinforced by the artist's poetic choice of title. During this period, Balla was fascinated by the mystical, mysterious aspects of the natural world, and sought to convey an impression of the eternal flow of time and rhythms of life through his scenes of the park. In Cantano i tronchi he employs an almost photographic framing of the scene, placing the viewer directly amongst the trees, immersing them in the shadowy landscape. Across the light-filled path, another bank of trees is captured in an array of sweeping, overlapping lines that all travel to the right, their intertwining strokes of colour conjuring a vivid sense of energy. While the reduced palette recalls the charcoal drawings of Georges Seurat, which the artist had first encountered on a sojourn in Paris through the winter of 1900-1901, Balla's use of thin, elongated strokes of pigment reveals the enduring influence of Italian Divionism on his work during this period.
GIACOMO BALLA
'The feeling of the painting consists in the character of its lines, its objects, its light'
Intrisa di un senso di mistero affascinante, Cantano i tronchi è una suggestiva composizione di Giacomo Balla che fa parte di una piccola serie di pastelli che l'artista creò nel corso del 1906 ispirandosi allo splendido parco di Villa Borghese a Roma. Un paio di anni prima Balla si era trasferito in un appartamento all'interno di un vecchio monastero sconsacrato della città, nel quartiere Parioli, i cui balconi si affacciavano direttamente sul grande parco verde. Sollecitato da questa vicinanza così come dalla prospettiva straordinaria, intraprese un'esplorazione approfondita di quel paesaggio così intimamente familiare ad ogni ora del giorno. Ne studiò gli effetti della luce e dell'ombra, del tempo e dell'atmosfera poiché trasformavano la percezione del parco in chiave sublime e spettacolare. La serie che ritrae Villa Borghese diventa così la "Montagne Sainte Victoire" di Balla, che fa eco alla famosa serie di dipinti di Paul Cézanne che raffiguravano il carattere mutevole dell'aspra vetta visibile dalla casa dell'artista ad Aix-en-Provence.
Grazie alla sua atmosfera tranquilla e avvolgente, nonché alla sua luce morbida, Cantano i tronchi è da annoverarsi tra le opere più liriche della serie di Villa Borghese, impressione che trova ulteriore vigore nella scelta poetica del titolo. Durante questo periodo l'artista fu affascinato dagli aspetti mistici e misteriosi del mondo naturale, tanto che cercò di trasmettere l'impressione dell'eterno fluire del tempo e dei ritmi della vita attraverso le rappresentazioni del parco. In Cantano i tronchi l'inquadratura della scena è quasi fotografica: pone lo spettatore direttamente tra gli alberi, immergendolo nel paesaggio ombroso. Attraversato il sentiero pieno di luce, un altro gruppo di alberi è ritratto con linee lunghe e sovrapposte dirette tutte verso destra, e i tratti di colori intrecciati evocano un intenso senso di energia. Mentre la tavolozza ridotta ricorda i disegni a carboncino di Georges Seurat, che l'artista aveva incontrato per la prima volta durante un soggiorno a Parigi nell'inverno del 1900-1901, l'uso di sottili e allungati tratti di colore mette in luce la prolungata influenza del Divisionismo italiano sul suo lavoro di questo periodo.
Filled with a captivating sense of mystery, Giacomo Balla's atmospheric composition Cantano i tronchi [The Trunks Sing] is one of a small series of pastels the artist created over the course of 1906 focusing on the resplendent grounds of the Villa Borghese in Rome. Just two years previously the artist had moved to an apartment in an old, deconsecrated monastery in the city's Parioli neighbourhood, which boasted balconies directly overlooking the large verdant park. Balla used this proximity and unique perspective to embark upon an in-depth exploration of the intensely familiar landscape at every hour of the day, studying the effects of light and shadow, weather and atmosphere, as they transformed the park in both subtle and dramatic ways. In this way, the series depicting the Villa Borghese became Balla's own personal "Montagne Sainte Victoire", recalling Paul Cézanne's renowned suite of paintings detailing the shifting character of the rugged peak near his home in Aix-en-Provence.
With its quiet, enveloping atmosphere and soft light, Cantano i tronchi is among the most lyrical works from the Villa Borghese series, an impression reinforced by the artist's poetic choice of title. During this period, Balla was fascinated by the mystical, mysterious aspects of the natural world, and sought to convey an impression of the eternal flow of time and rhythms of life through his scenes of the park. In Cantano i tronchi he employs an almost photographic framing of the scene, placing the viewer directly amongst the trees, immersing them in the shadowy landscape. Across the light-filled path, another bank of trees is captured in an array of sweeping, overlapping lines that all travel to the right, their intertwining strokes of colour conjuring a vivid sense of energy. While the reduced palette recalls the charcoal drawings of Georges Seurat, which the artist had first encountered on a sojourn in Paris through the winter of 1900-1901, Balla's use of thin, elongated strokes of pigment reveals the enduring influence of Italian Divionism on his work during this period.
Sale Room Notice
Dimensioni del presente lotto:
67.5 x 112 cm. (foglio)
100 x 126.5 cm. (con cornice)
Al verso, tecnica: tempera su carta
ESPOSIZIONI:
Roma, Galleria L’Obelisco, Balla prefuturista, 1968 (pieghevole, illustrato)
BIBLIOGRAFIA:
M. Fagiolo dell'Arco, Balla pre-futurista, Roma 1968, p. 45, n. 81 (in elenco)
E. Balla, Con Balla, Milano 1984, p. 156 e p. 202 (citato)
67.5 x 112 cm. (foglio)
100 x 126.5 cm. (con cornice)
Al verso, tecnica: tempera su carta
ESPOSIZIONI:
Roma, Galleria L’Obelisco, Balla prefuturista, 1968 (pieghevole, illustrato)
BIBLIOGRAFIA:
M. Fagiolo dell'Arco, Balla pre-futurista, Roma 1968, p. 45, n. 81 (in elenco)
E. Balla, Con Balla, Milano 1984, p. 156 e p. 202 (citato)
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Elena Zaccarelli
Senior Specialist, Head of Sale, Milan