Gino De Dominicis (1947-1998)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more DA UN'IMPORTANTE COLLEZIONE PRIVATA ROMANAPROPERTY FROM AN IMPORTANT PRIVATE COLLECTION, ROME
Gino De Dominicis (1947-1998)

Senza titolo

Details
Gino De Dominicis (1947-1998)
Senza titolo
firmato G. De Dominicis (sul retro)

carboncino e tempera su tavola
cm 108x71
Eseguito nel 1992
Provenance
Acquisito direttamente dall'artista dall'attuale proprietario nel 1992
Literature
I. Tomassoni, Gino de Dominicis, Catalogo ragionato, Milano 2011, p. 418, n. 431 (illustrato)
Exhibited
Venezia, XLV Esposizione Biennale Internazionale d'Arte,1993, cat.
Roma, MAXXI, Gino de Dominicis, L’immortale, 2010, cat., p. 303, n. 111 (illustrato)
New York, MoMA PS1, Recollections of Gino de Dominicis, 2008-2009, cat., (illustrato)
Special Notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent.
Further Details
'UNTITLED'; SIGNED ON THE REVERSE; CHARCOAL AND TEMPERA ON BOARD

Brought to you by

Renato Pennisi
Renato Pennisi

Lot Essay

“L’arte più antica è quella di oggi. Quella che la precede è più giovane e moderna”.

“Ancient art is nowadays art. Previous art looks younger and more modern”.
-GINO DE DOMINICIS

Al tempo stesso puntiglioso ed evanescente, Senza titolo (1992), è un esempio eccezionale dell’opera coinvolgente di Gino de Dominicis. Senza titolo è stato esposto alla Biennale di Venezia del 1993 e durante la mostra personale dell’artista al MoMA P.S.1 di New York nel 2008. Connotati dall’immortalità e dall’invisibilità, i dipinti di de Dominicis della fine degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta incorporano silhouette che, come tracce spettrali, alludono a un’esistenza ultraterrena e sconosciuta. Appiattendo il corpo dell’aquila ed eliminando tutte le sue peculiarità più significative, le composizioni dell’artista distillano l’essenza più pura di un essere. In Senza titolo, il profilo etereo di un’aquila è reso in toni cremosi con morbide ombreggiature realizzate a carboncino, e il suo contorno si incurva con grazia su un pannello nero. De Dominicis è stato affascinato dalle antiche mitologie e ha approfondito il sistema di credenze sumeriche e i miti in cui le aquile hanno giocato un ruolo di primaria importanza. Senza titolo affonda quindi le radici in un antico vernacolo visivo e, per la sua concezione formale, del tutto contemporanea, sviluppa un gioco di geometrie su uno sfondo nero. E quindi, come affermava lo stesso artista, “Il disegno, la pittura e la scultura non sono forme espressive tradizionali ma originali, e quindi appartengono anche al futuro” (G. de Dominicis citato in L. Cherubini, Gino de Dominicis: Perfect Living Object, Flash Art International, vol. 260, maggio/giugno 2008, s.p.). Senza titolo di De Dominicis raggiunge dunque una coscienza superiore e il senso dell’eterno a cui l’artista ha aspirato per tutta la sua vita sebbene all’interno dell’opera questo aspetto sembri al tempo stesso impossibile e raggiungibile. Presentandosi come un vero e proprio oggetto sacro, il dipinto suggerisce uno stato di completa trascendenza.

Poignant and evanescent, Senza titolo, 1992, is an outstanding example of Gino de Dominicis’ beguiling oeuvre. Senza titolo was included in the 1993 Venice Biennale as well as in the artist’s 2008 solo exhibition at MoMA P.S. 1, New York. Fascinated by immortality and invisibility, de Dominicis’ paintings of the late 1980s and early 1990s incorporate silhouettes that, like spectral traces, hint at an otherworldly and unknowable existence. By flattening out the eagle’s body and eliminating all but their most crucial features, his compositions distil a being’s purest essence. In Senza titolo, the vague profile of an eagle is rendered in creamy tones with soft charcoal shading, its outline gracefully curving across a black panel. De Dominicis was enthralled with ancient mythologies and he closely studied the Sumerian belief system and myths in which eagles played a prominent role. Indeed, Senza titolo is both rooted in an ancient visual vernacular and, in its formal conception, wholly contemporary, a play of geometry against stark black. Indeed, as the artist himself said, ‘Drawing, painting and sculpture are not traditional but original forms of expression, and thus also belong to the future’ (G. de Dominicis quoted in L. Cherubini, ‘Gino de Dominicis: Perfect Living Object’, Flash Art International, vol. 260, May/June 2008, n. p.). De Dominicis’ Senza titolo reaches towards the higher consciousness and sense of the eternal to which the artist aspired all of his life; within the work, it seems seems both attainable and impossible. Presenting itself as a sacred artefact, the painting suggests a transcendent state of being.

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