Giorgio de Chirico (1888-1978)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… 显示更多
Giorgio de Chirico (1888-1978)

Piazza d'Italia

细节
Giorgio de Chirico (1888-1978)
Piazza d'Italia
firmato G. de Chirico (in basso a sinistra)
olio su tela
cm 24x30
Eseguito nel 1959
来源
Galleria d'Arte Spinetti, Firenze
E. Pancrazi, Pisa
Collezione Razzini Michelotti, Pisa
S. Denti, Pisa
Collezione Margheriti, Forte dei Marmi
Poleschi Arte, Milano
ivi acquisito dall'attuale proprietario nel 2007
出版
C. Bruni Sakraischik, Catalogo generale delle opere di Giorgio de Chirico. Opere dal 1951 al 1974, Milano 1984, vol. V, n. 698 (illustrato)
注意事项
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent.

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拍品专文

Il tema della Piazza d'Italia è uno dei più richiesti e caratteristici della produzione pittorica di Giorgio de Chirico; l'accuratezza nell'esecuzione pone questo dipinto accanto ai migliori esempi della serie.
La struttura compositiva è eccezionalmente equilibrata: due architetture si fronteggiano a destra e a sinistra del dipinto formando delle quinte porticate e conducendo l'occhio dello spettatore verso il fondo. Mentre in altri soggetti metafisici l'abbandono di una costruzione razionale dello spazio è evidente, nelle Piazze d'Italia edifici e paesaggi sono eseguiti rispettando perfettamente i canoni della prospettiva rinascimentale.
L'architettura che domina la posizione centrale del dipinto appare ostile e impenetrabile; le due uniche aperture, visibili appena, sono nascoste dall'artista in un'ombra profonda. La funzione di questo edificio è lasciata volutamente ambigua: la pianta centrale, la dimensione, l'isolamento farebbero pensare a un tempio, anche se le bandiere che lo ornano parrebbero far escludere questa ipotesi. Dal punto di vista puramente architettonico si tratta evidentemente di una fusione tra la pianta centrale del Rinascimento e la struttura del tempio classico greco, il che rivela ancora una volta quanto la modernità di de Chirico sia radicata nel passato.
Le ombre lunghe determinano l'ora, che è probabilmente quella di un malinconico pomeriggio inoltrato. Il treno che corre su un terrapieno in lontananza campeggia sul caratteristico cielo giallo-verde; nel silenzio della piazza appaiono solo due uomini assorti in una conversazione e la statua di Arianna (nei primi dipinti di de Chirico questa statua appare ornata dalla scritta Malinconia e certamente rappresenta questo stato d'animo, ritenuto dalla cultura del tempo il più propizio alla creazione). Non solo l'immensa piazza è quasi deserta, ma anche le architetture che la circondano sembrano esserlo: le persiane di quella sulla sinistra sono tutte chiuse e attraverso le finestre dell'altra non si percepiscono segni di presenza umana.
Rimane solo un elemento da osservare. In primissimo piano giace un parallelepipedo difficilmente identificabile: una cassa abbandonata da qualcuno che ha lasciato la piazza o il piedistallo di un scultura che non si trova più l da tempo, in ogni caso la traccia di una presenza ormai scomparsa. Questo elemento è il più vicino allo spettatore ma anche quello che è più difficile notare; quasi completamente immerso nell'ombra e privo di colori completa l'enigma di questo dipinto.