拍品专文
La tela proviene da Piero Vallecchi, uno dei due figli di Attilio Vallecchi, stampatore della rivista Lacerba (Firenze, 1913-1915), intimo di Rosai, suo maggiore collezionista ed editore dei suoi libri. Piero ereditò dal padre metà della collezione fra cui capolavori di Rosai come Serenata (1920) e questo piccolo paesaggio, documento di un periodo particolarmente intenso e raro della sua pittura.
Pier Carlo Santini, nella scheda per il catalogo del 1960, cit.: "Quando il dipinto fu esposto al Milione non era ancora datato, e sul catalogo è datato 1928; per questa ragione segnamo i due anni. Un disegno, a cui certo Rosai ha guardato per questo quadro, datato 1925, è pubblicato dal Gatto [A. Gatto, Disegni di Ottone Rosai, Edizione del Cavallino, Venezia, 1939, tav. 2]."
Da condividere la doppia data, 1928 o 1929: senz'altro nell'ambito di questo periodo la realizzazione del quadro. La conduzione appare di getto, spontanea; l'insieme valorizzato da tocchi freschissimi come i verdi chiari sulla destra, i bianchi sul muretto e sulla strada che assorbono le ombre, l'azzurro rabbrividito da fiocchi bianchi nello squarcio di cielo.
Un ordine d'impaginato ricco di luci lavorate con velature a chiaroscuro come ritroviamo nelle opere degli anni Trenta, con dimensioni ampliate. In questo caso è concentrato il palpito della vegetazione ai lati della strada che quasi viene custodita dagli alberi. È creata una disposizione di movimento vegetante anche al muricciolo e al selciato.
Il dettaglio del lampione riporta a qualche particolare dei primi anni Venti e il casolare è come nascosto in questo clima umbratile. Rosai è in cerca di sensazioni, raccoglie gli umori della campagna che si fonde con le propaggini cittadine; sensazioni insinuanti che danno soluzioni liriche alla presenza reale. (L. Cavallo)
Pier Carlo Santini, nella scheda per il catalogo del 1960, cit.: "Quando il dipinto fu esposto al Milione non era ancora datato, e sul catalogo è datato 1928; per questa ragione segnamo i due anni. Un disegno, a cui certo Rosai ha guardato per questo quadro, datato 1925, è pubblicato dal Gatto [A. Gatto, Disegni di Ottone Rosai, Edizione del Cavallino, Venezia, 1939, tav. 2]."
Da condividere la doppia data, 1928 o 1929: senz'altro nell'ambito di questo periodo la realizzazione del quadro. La conduzione appare di getto, spontanea; l'insieme valorizzato da tocchi freschissimi come i verdi chiari sulla destra, i bianchi sul muretto e sulla strada che assorbono le ombre, l'azzurro rabbrividito da fiocchi bianchi nello squarcio di cielo.
Un ordine d'impaginato ricco di luci lavorate con velature a chiaroscuro come ritroviamo nelle opere degli anni Trenta, con dimensioni ampliate. In questo caso è concentrato il palpito della vegetazione ai lati della strada che quasi viene custodita dagli alberi. È creata una disposizione di movimento vegetante anche al muricciolo e al selciato.
Il dettaglio del lampione riporta a qualche particolare dei primi anni Venti e il casolare è come nascosto in questo clima umbratile. Rosai è in cerca di sensazioni, raccoglie gli umori della campagna che si fonde con le propaggini cittadine; sensazioni insinuanti che danno soluzioni liriche alla presenza reale. (L. Cavallo)