拍品专文
"È la prima volta che riesco a presentare un lavoro, come avrei sempre voluto; cioè nel massimo numero di variazioni possibili rispetto a decorazione, struttura e materiali.
Da un prototipo appena intuito e inventato (in questo caso il "veicolo a monopattino nero" del 1969) ho tratto trenta "veicoli" tutti diversi nei particolari. Nelle variazioni formali ho tenuto presente una estetica che spazia quasi un secolo in oggetti che amo molto: dalle prime automobili da competizione e da record a quelle più attuali, dalle fusoliere di certi tipi di vecchi aeroplani ai monopattini veri e propri, dai serbatoi un po' barocchi delle prime motociclette a quelli sottili e filanti di quelle odierne da corsa, dai "pali" e "sbarre" che ho fatto dal 1966 ai fregi decorativi barocchi, impero e novecento.
La decorazione si avvale di alcuni tipi di filettatura, tra i circa 300 che ho elencato sulla base di documenti (anche qui su auto e moto) dall'ottocento al novecento integrati dalla mia fantasia. Anche nella scelta dei colori e degli accostamenti il mio gusto si è trovato d'accordo con quello di quegli anni lontani, colori e accordi o molto tenui e sbiaditi o un po' stonati e acidi, o solenni e un tantino funerei, ma mai ovvi e "primari". La variazione di materiale è qui limitata all'accostamento dello smalto lucido al metallo delle ruote e delle borchie, dei perni che le sostengono e, in alcuni casi, di "fregi".
I metalli sono i più elementarmente "estetici": oro, argento, rame, cromo, nichel; anche nella scelta di questi accostamenti mi sono attenuto a quei criteri di "non ovvio" di "inventato" e di "sottile" cui cerco di improntare il mio lavoro da anni. La dimensione limitata di questi "veicoli" rientra in quello spazio artigianale e "primo-industriale" da cui sono partito seguendo il mio gusto e la mia passione per la decorazione: ed ecco il "modello" da museo, la scultura da "collezione" (nel senso più ampio di collezione di farfalle, di ceramiche, di oggetti rari e strani), il bel soprammobile".
GIANNI PIACENTINO
Da un prototipo appena intuito e inventato (in questo caso il "veicolo a monopattino nero" del 1969) ho tratto trenta "veicoli" tutti diversi nei particolari. Nelle variazioni formali ho tenuto presente una estetica che spazia quasi un secolo in oggetti che amo molto: dalle prime automobili da competizione e da record a quelle più attuali, dalle fusoliere di certi tipi di vecchi aeroplani ai monopattini veri e propri, dai serbatoi un po' barocchi delle prime motociclette a quelli sottili e filanti di quelle odierne da corsa, dai "pali" e "sbarre" che ho fatto dal 1966 ai fregi decorativi barocchi, impero e novecento.
La decorazione si avvale di alcuni tipi di filettatura, tra i circa 300 che ho elencato sulla base di documenti (anche qui su auto e moto) dall'ottocento al novecento integrati dalla mia fantasia. Anche nella scelta dei colori e degli accostamenti il mio gusto si è trovato d'accordo con quello di quegli anni lontani, colori e accordi o molto tenui e sbiaditi o un po' stonati e acidi, o solenni e un tantino funerei, ma mai ovvi e "primari". La variazione di materiale è qui limitata all'accostamento dello smalto lucido al metallo delle ruote e delle borchie, dei perni che le sostengono e, in alcuni casi, di "fregi".
I metalli sono i più elementarmente "estetici": oro, argento, rame, cromo, nichel; anche nella scelta di questi accostamenti mi sono attenuto a quei criteri di "non ovvio" di "inventato" e di "sottile" cui cerco di improntare il mio lavoro da anni. La dimensione limitata di questi "veicoli" rientra in quello spazio artigianale e "primo-industriale" da cui sono partito seguendo il mio gusto e la mia passione per la decorazione: ed ecco il "modello" da museo, la scultura da "collezione" (nel senso più ampio di collezione di farfalle, di ceramiche, di oggetti rari e strani), il bel soprammobile".
GIANNI PIACENTINO