拍品专文
"La pittura di Schifano è come un grande reportage, con le sue chiare didascalie: mare, incidente, particolare di paesaggio, propaganda, 'o sole mio. Le scritte emblematiche, intitolano ora una realtà che ci incrocia; che si presenta con la stessa evidenza "segnaletica" e topografica, nella sua dislocazione lungo i circuiti di asfalto che segnano il tragitto delle nostre giornate. Si dà, dicevamo un condizionarsi dei nostri riflessi a questo modo di vita, e come un isolarsi delle nostre capacità percettive, e un polarizzarsi, ad esse relativo, delle nostre verifiche concettuali: un incidente è soltanto un incidente, il mare è solo il mare, un albero è solo un albero, l'immagine vale come la parola; fuori, la parola, dalle complicazioni psicologiche o mentali di un discorso, come l'immagine è fuori dalle similari complicazioni di un contesto tradizionalmente pittorico e pittoristico, e dentro soltanto ad un processo successivo e continuo di selezione percettiva, e di immediato riscontro concettuale".
(M. Calvesi, in Mario Schifano - Una collezione '60/'70, Milano 1990, pp. 34-35)
(M. Calvesi, in Mario Schifano - Una collezione '60/'70, Milano 1990, pp. 34-35)