拍品专文
Negli anni Quaranta Severini riprende in esame alcune istanze geometrizzanti del cubismo "sintetico", ancora una volta in sintonia con i suoi vecchi amici cubisti [...], usandole però con il massimo di libertà e di fantasia. Gli oggetti e le figure dipinte son ben individuati ma schematizzati, per non dire "scomposti", e accostati secondo una visione puramente formale e non naturalistica; mentre il colore ritaglia piani e li incastra l'uno nell'altro senza nessun ossequio all'immagine "reale" dell'oggetto.
Ne nasce una libertà di scrittura segnica e di stesure cromatiche colma di un singolare incanto, ove la grazia e la finezza native di Severini si slanciano in agudezas pittoriche magistrali interamente risolte nel più puro lirismo. La durezza del tempo di guerra, l'imminenza della catastrofe, che forse erano state presagite da Severini nelle pitture religiose degli anni Trenta, così severe, drammatiche, "antigraziose", sono assenti da queste tele, nelle quali spira una gioia che sembra anticipare tempi migliori e più liberi.
(C. Vivaldi, Gli anni Quaranta, in D. Fonti, Severini, Milano 1988, pp. 473 - 474)
Ne nasce una libertà di scrittura segnica e di stesure cromatiche colma di un singolare incanto, ove la grazia e la finezza native di Severini si slanciano in agudezas pittoriche magistrali interamente risolte nel più puro lirismo. La durezza del tempo di guerra, l'imminenza della catastrofe, che forse erano state presagite da Severini nelle pitture religiose degli anni Trenta, così severe, drammatiche, "antigraziose", sono assenti da queste tele, nelle quali spira una gioia che sembra anticipare tempi migliori e più liberi.
(C. Vivaldi, Gli anni Quaranta, in D. Fonti, Severini, Milano 1988, pp. 473 - 474)