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"Il tentativo di mettere insieme vita e morte, natura e industria, astrazione e figurazione attraverso un linguaggio in continuo divenire implica una disponibilità a darsi e a concedersi dell'arte che arriva sino alla sua scomparsa. Assenza di difesa dell'assoluto e del permanente a favore di un tempo effimero e contingente che in Pane alfabeto di Penone porta l'artista a realizzare un grande pane al cui interno pone un alfabeto di metallo, da A alla Z. La scultura viene messa all'aperto affinché i piccioni o altri animali lentamente la divorino, ma allo stesso tempo "imparino" l'alfabeto". (G. Celant, I territori dell'Arte Povera, in Arte Povera, Milano 2012, p. 4-5).