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La tela bianca come regalo di nozze. Una storia di amicizia, di architettura e di pittura tra Bruxelles e Milano.
Esiste qualcosa di più bello di una tela bianca come regalo di nozze? Una tela stesa su un telaio con i chiodi, che crea rilievi e rientranze. Come coppia, i miei non hanno in realtà mai conosciuto alti e bassi di alcun genere. Ogni giorno della sua vita, prima della sua morte prematura all'età di 54 anni, mio padre, il designer di Bruxelles Jules Wabbes (1919-1974), dichiarava a mia madre il suo amore.
Enrico Castellani (nato nel 1930) ha conosciuto Wabbes a Bruxelles mentre studiava architettura a La Cambre. Castellani, studente, era già sposato con Simone Hendricks, sorella di un architetto. Simone era proprietaria di un negozio di lampadari italiani che si trovava in rue de la Pépinière. Mio padre abitava e lavorava nella stessa strada, e la sua casa fungeva simultaneamente come studio di architettura e di design. Wabbes propose al giovane Enrico l'uso del suo ufficio. All'epoca, Wabbes, che aveva già cominciato a progettare mobili, aveva contatti con artisti come Serge Vandercam, un fotografo che faceva parte del gruppo Cobra e in seguito fu pittore e ceramista. Serge, Jules ed Enrico si conobbero a Milano nel 1957. Dopo la laurea, Castellani tornò in Italia. Nel 1957, Wabbes partecipò alla XI Triennale di Milano, dove espose i primi esemplari dei suoi tipici mobili eseguiti al tornio, aggiudicandosi una medaglia d'argento. Nel padiglione belga, Vandercam presentò un film astratto di ombre luminose. Alla XII Triennale, nel 1960, a Wabbes fu assegnato un Gran Premio per il Belgio per la classe da lui progettata e per i mobili dalle forme arrotondate. Vandercam fu responsabile dell'allestimento dei vetri. I tre amici, Enrico, Serge e Jules si rincontrarono a Milano. Mia madre, giovane illustratrice e autrice di libri per bambini, li accompagna durante il viaggio. Mentre gli altri erano impegnati alla Triennale, lei andò insieme a Enrico a fare una passeggiata. Arrivarono alla Rinascente, dove Enrico acquistò le lenzuola che servivano per le tele e per la sperimentazione. Sempre con Enrico, andò all'inaugurazione della mostra più celebre di Piero Manzoni, nella sede della rivista Azimuth, fondata da Manzoni, Castellani e Agostino Bonalumi. Durante la performance, eseguita la sera del 21 luglio 1960, Manzoni, dopo aver lasciato la propria impronta digitale su 150 uova sode, invitò il pubblico a mangiarle. Mia madre ha fin da subito amato la sensazione di libertà che questo artista suscitava. Nel febbraio del 1960, i Wabbes si sono sposati e hanno ricevuto in regalo una tela bianca firmata da Enrico. Da poco più di un anno, Enrico si era dedicato alla realizzazione di quadri in rilievo.
Ho da sempre conosciuto la tela bianca, così come il Fontana azzurro e tante altre opere astratte della nostra collezione. I Castellani sono sempre rimasti in contatto con i miei genitori.
Molti anni dopo, quando studiavo storia dell'arte, mi ha reso molto orgogliosa del fatto che i miei avessero frequentato artisti che poi sono diventati così importanti. La loro mentalità aperta ha permesso loro di capire l'avanguardia e hanno sempre cercato di aiutare artisti giovani, acquistando le loro opere e supportando il loro lavoro.
(Marie Ferran, figlia di Jules e Marie Wabbes)
The white canvas as a wedding gift. A story of friendship, architecture and painting between Brussels and Milan.
Is there anything more beautiful than a white canvas as a wedding gift? A canvas stretched over a frame with nails, creating hollows and ridges. My parents' couple would never know any kind of ups and downs. Every single day of his life, until its premature end at the age of 54, my father, the Brussels designer Jules Wabbes (1919-1974), told my mother he loved her.
Enrico Castellani (born in 1930) met Wabbes in Brussels during his architecture studies at La Cambre. Castellani, the student, was already married to Simone Hendricks, the sister of an architect. Simone owned an Italian lamps store in the rue de la Pépinière. My father lived and worked in the same street, his house being at the same time his architecture and design studio. Wabbes offered the young Enrico to use his office. At the time, Wabbes, who had already started to design furniture, is in contact with artists like Serge Vandercam, photographer within the Cobra group and later painter and ceramist. Serge, Jules and Enrico meet in Milan in 1957. After his graduation, Enrico returned to Italy. Wabbes participates at the XIth Triennale in Milan in 1957, where he shows his first pieces of lathe furniture and obtains a silver medal. Vandercam exhibits an abstract film of luminous shadows in the Belgian section. In 1960, Wabbes receives at the XIIth Triennale a Gran Premio for Belgium with his model class and his furniture with rounded shapes. Vandercam was in charge of the general layout of the class. The three friends Enrico, Serge and Jules meet again in Milan. My mother, a young illustrator and children's books author, accompanies them on their trip. She went for a walk with Enrico while the others were working at the Triennale. She accompanies Enrico at La Rinascente where he buys sheets for making his canvases and for experiments. With Enrico, she attends the opening of the most famous exhibition of Pierre Manzoni, at the headquarters of the Azimuth magazine, established by Manzoni, Castellani and Agostino Bonalumi. On the evening of the 21st July 1960, Manzoni who had put his fingerprint on 150 hardboiled eggs, invited the public to eat them. My mother loves the sentiment of freedom associated to this. The Wabbes couple got married in February 1960, and received a white canvas signed by Enrico. Enrico had been creating relief paintings for over a year at that time.
I have always known the white painting, just like the blue Fontana and many other abstract paintings. The Castellanis always stayed in touch with my parents.
Much later, when I studied Art History, it made me very proud knowing that my parents frequented artists who had become so important. They were open-minded enough to understand the avant-garde and they never hesitated to help out young artists by buying canvases for them or by providing them work.
(Marie Ferran, daughter of Jules and Marie Wabbes)
Esiste qualcosa di più bello di una tela bianca come regalo di nozze? Una tela stesa su un telaio con i chiodi, che crea rilievi e rientranze. Come coppia, i miei non hanno in realtà mai conosciuto alti e bassi di alcun genere. Ogni giorno della sua vita, prima della sua morte prematura all'età di 54 anni, mio padre, il designer di Bruxelles Jules Wabbes (1919-1974), dichiarava a mia madre il suo amore.
Enrico Castellani (nato nel 1930) ha conosciuto Wabbes a Bruxelles mentre studiava architettura a La Cambre. Castellani, studente, era già sposato con Simone Hendricks, sorella di un architetto. Simone era proprietaria di un negozio di lampadari italiani che si trovava in rue de la Pépinière. Mio padre abitava e lavorava nella stessa strada, e la sua casa fungeva simultaneamente come studio di architettura e di design. Wabbes propose al giovane Enrico l'uso del suo ufficio. All'epoca, Wabbes, che aveva già cominciato a progettare mobili, aveva contatti con artisti come Serge Vandercam, un fotografo che faceva parte del gruppo Cobra e in seguito fu pittore e ceramista. Serge, Jules ed Enrico si conobbero a Milano nel 1957. Dopo la laurea, Castellani tornò in Italia. Nel 1957, Wabbes partecipò alla XI Triennale di Milano, dove espose i primi esemplari dei suoi tipici mobili eseguiti al tornio, aggiudicandosi una medaglia d'argento. Nel padiglione belga, Vandercam presentò un film astratto di ombre luminose. Alla XII Triennale, nel 1960, a Wabbes fu assegnato un Gran Premio per il Belgio per la classe da lui progettata e per i mobili dalle forme arrotondate. Vandercam fu responsabile dell'allestimento dei vetri. I tre amici, Enrico, Serge e Jules si rincontrarono a Milano. Mia madre, giovane illustratrice e autrice di libri per bambini, li accompagna durante il viaggio. Mentre gli altri erano impegnati alla Triennale, lei andò insieme a Enrico a fare una passeggiata. Arrivarono alla Rinascente, dove Enrico acquistò le lenzuola che servivano per le tele e per la sperimentazione. Sempre con Enrico, andò all'inaugurazione della mostra più celebre di Piero Manzoni, nella sede della rivista Azimuth, fondata da Manzoni, Castellani e Agostino Bonalumi. Durante la performance, eseguita la sera del 21 luglio 1960, Manzoni, dopo aver lasciato la propria impronta digitale su 150 uova sode, invitò il pubblico a mangiarle. Mia madre ha fin da subito amato la sensazione di libertà che questo artista suscitava. Nel febbraio del 1960, i Wabbes si sono sposati e hanno ricevuto in regalo una tela bianca firmata da Enrico. Da poco più di un anno, Enrico si era dedicato alla realizzazione di quadri in rilievo.
Ho da sempre conosciuto la tela bianca, così come il Fontana azzurro e tante altre opere astratte della nostra collezione. I Castellani sono sempre rimasti in contatto con i miei genitori.
Molti anni dopo, quando studiavo storia dell'arte, mi ha reso molto orgogliosa del fatto che i miei avessero frequentato artisti che poi sono diventati così importanti. La loro mentalità aperta ha permesso loro di capire l'avanguardia e hanno sempre cercato di aiutare artisti giovani, acquistando le loro opere e supportando il loro lavoro.
(Marie Ferran, figlia di Jules e Marie Wabbes)
The white canvas as a wedding gift. A story of friendship, architecture and painting between Brussels and Milan.
Is there anything more beautiful than a white canvas as a wedding gift? A canvas stretched over a frame with nails, creating hollows and ridges. My parents' couple would never know any kind of ups and downs. Every single day of his life, until its premature end at the age of 54, my father, the Brussels designer Jules Wabbes (1919-1974), told my mother he loved her.
Enrico Castellani (born in 1930) met Wabbes in Brussels during his architecture studies at La Cambre. Castellani, the student, was already married to Simone Hendricks, the sister of an architect. Simone owned an Italian lamps store in the rue de la Pépinière. My father lived and worked in the same street, his house being at the same time his architecture and design studio. Wabbes offered the young Enrico to use his office. At the time, Wabbes, who had already started to design furniture, is in contact with artists like Serge Vandercam, photographer within the Cobra group and later painter and ceramist. Serge, Jules and Enrico meet in Milan in 1957. After his graduation, Enrico returned to Italy. Wabbes participates at the XIth Triennale in Milan in 1957, where he shows his first pieces of lathe furniture and obtains a silver medal. Vandercam exhibits an abstract film of luminous shadows in the Belgian section. In 1960, Wabbes receives at the XIIth Triennale a Gran Premio for Belgium with his model class and his furniture with rounded shapes. Vandercam was in charge of the general layout of the class. The three friends Enrico, Serge and Jules meet again in Milan. My mother, a young illustrator and children's books author, accompanies them on their trip. She went for a walk with Enrico while the others were working at the Triennale. She accompanies Enrico at La Rinascente where he buys sheets for making his canvases and for experiments. With Enrico, she attends the opening of the most famous exhibition of Pierre Manzoni, at the headquarters of the Azimuth magazine, established by Manzoni, Castellani and Agostino Bonalumi. On the evening of the 21st July 1960, Manzoni who had put his fingerprint on 150 hardboiled eggs, invited the public to eat them. My mother loves the sentiment of freedom associated to this. The Wabbes couple got married in February 1960, and received a white canvas signed by Enrico. Enrico had been creating relief paintings for over a year at that time.
I have always known the white painting, just like the blue Fontana and many other abstract paintings. The Castellanis always stayed in touch with my parents.
Much later, when I studied Art History, it made me very proud knowing that my parents frequented artists who had become so important. They were open-minded enough to understand the avant-garde and they never hesitated to help out young artists by buying canvases for them or by providing them work.
(Marie Ferran, daughter of Jules and Marie Wabbes)