拍品专文
“La differenza fra la gente che vivrà il tempo lentamente e quella che la vivrà velocemente, sarà sempre più grande. Non so chi invidiare...”
“The differences between people who will live their time slowly and those who will live it at a faster pace will get bigger and bigger. I don’t even know who is to be envied...”
ALIGHIERO BOETTI
Ononimo, un imponente foglio colorato a mano con la penna biro rossa, è una delle opere più note di Boetti realizzata con la penna a biro nonché una spettacolare affermazione di uno dei principi centrali della sua arte. Dal momento che la produzione artistica di Boetti prese avvio dal movimento relativamente circoscritto dell'Arte Povera per poi giungere all'Arte Concettuale, di respiro maggiormente internazionale, la natura dell'identità divenne un tema sempre più dominante nei suoi lavori, sia relativamente al soggetto sia per quanto concerne l'autorialità. Ononimo è un'opera che include entrambi tali concetti.
Il titolo 'Ononimo' è un neologismo nato dalla fusione delle due parole italiane 'anonimo' e 'omonimo'; Boetti lo coniò nel 1971 come espressione auto-riflessiva, scritta inizialmente con la biro blu su un singolo foglio di carta da disegno bianca. In quello stesso momento egli iniziò a sdoppiare la sua identità inserendo una 'e' tra il nome e il cognome: Alighiero e Boetti. Il definirsi con una doppia personalità rendeva esplicita la riflessione sui fattori opposti a cui cercò sempre di dar voce nel suo lavoro: l'individuo e la società, l'errore e la perfezione, l'ordine e il disordine. Questa versione del 1974 di Ononimo rispecchia un'ulteriore dilatazione del suo sé già diviso: il titolo è scritto in negativo, ossia in bianco, su uno sfondo rosso.
I lavori di Boetti con la penna a biro sono generalmente immagini astratte auto-significanti e colorate sistematicamente da altri benché seguendo un codice o un sistema schematico giocoso progettato dall'artista stesso. Desideroso di esplorare e sfidare le nozioni di autorialità, invitava amici e conoscenti a coprire i pannelli con profonde bande rosse o blu realizzate con fitti tratti verticali di penna biro; il passaggio da una sezione all'altra vedeva poi l'alternarsi di mani maschili e femminili.
Ononimo è una creazione autonoma e tuttavia senza autore, che gioca con le nozioni di ordine e disordine e con il concetto mistico della molteplicità contenuta nell'unità; quest'opera accattivante e relativamente precoce costituisce una dichiarazione intellettuale e filosofica fortemente coinvolgente, ma al tempo stesso un'esperienza visiva disarmante.
One of Boetti's celebrated lavori biro (ballpoint pen works), Ononimo – an imposing sheet hand-coloured in red biro – is a spectacular assertion of a central principle in his art. As Boetti's work progressed from a relatively localised Arte Povera into a more international form of Conceptual Art, where the nature of identity became an increasingly dominant theme in his works, both in terms of subject and authorship. Ononimo is a work that encompasses both concepts.
Its title, 'Ononimo', is a neologism born from a conflation of the Italian words 'anonimo' (anonymous) and 'omonimo' (eponymous), which Boetti initially invented as a self-reflexive expression in 1971, first written on a single sheet of white drawing paper in blue biro. At this time Boetti had begun to ‘twin’ his identity by placing an 'and' between his first and last names: Alighiero e Boetti (‘Alighiero and Boetti’). Renaming himself as a dual persona reflected the opposing factors he increasingly sought to present in his work: the individual and society, error and perfection, order and disorder. This 1974 version of Ononimo mirrors a further extension of this already split self with the title written in 'negative' - that is, in white - against a red-coloured background.
Boetti's biro works are, in general, self-signifying abstract pictures systematically coloured by others yet always based on a code or playful schematic system designed by the artist himself.
Keen to explore and challenge notions of authorship, he would invite friends and acquaintances to cover panels with deep red or blue horizontal bands made of extremely dense vertical strokes of ballpoint pen, typically alternating from man and woman from one section to another. An autonomous yet essentially authorless creation that plays on both the principle of order and disorder (ordine e disordine) and on the mystical notion of there being many contained in the one, this captivating and comparatively early work is an engrossing intellectual and philosophical statement as well as a ravishing visual experience.
“The differences between people who will live their time slowly and those who will live it at a faster pace will get bigger and bigger. I don’t even know who is to be envied...”
ALIGHIERO BOETTI
Ononimo, un imponente foglio colorato a mano con la penna biro rossa, è una delle opere più note di Boetti realizzata con la penna a biro nonché una spettacolare affermazione di uno dei principi centrali della sua arte. Dal momento che la produzione artistica di Boetti prese avvio dal movimento relativamente circoscritto dell'Arte Povera per poi giungere all'Arte Concettuale, di respiro maggiormente internazionale, la natura dell'identità divenne un tema sempre più dominante nei suoi lavori, sia relativamente al soggetto sia per quanto concerne l'autorialità. Ononimo è un'opera che include entrambi tali concetti.
Il titolo 'Ononimo' è un neologismo nato dalla fusione delle due parole italiane 'anonimo' e 'omonimo'; Boetti lo coniò nel 1971 come espressione auto-riflessiva, scritta inizialmente con la biro blu su un singolo foglio di carta da disegno bianca. In quello stesso momento egli iniziò a sdoppiare la sua identità inserendo una 'e' tra il nome e il cognome: Alighiero e Boetti. Il definirsi con una doppia personalità rendeva esplicita la riflessione sui fattori opposti a cui cercò sempre di dar voce nel suo lavoro: l'individuo e la società, l'errore e la perfezione, l'ordine e il disordine. Questa versione del 1974 di Ononimo rispecchia un'ulteriore dilatazione del suo sé già diviso: il titolo è scritto in negativo, ossia in bianco, su uno sfondo rosso.
I lavori di Boetti con la penna a biro sono generalmente immagini astratte auto-significanti e colorate sistematicamente da altri benché seguendo un codice o un sistema schematico giocoso progettato dall'artista stesso. Desideroso di esplorare e sfidare le nozioni di autorialità, invitava amici e conoscenti a coprire i pannelli con profonde bande rosse o blu realizzate con fitti tratti verticali di penna biro; il passaggio da una sezione all'altra vedeva poi l'alternarsi di mani maschili e femminili.
Ononimo è una creazione autonoma e tuttavia senza autore, che gioca con le nozioni di ordine e disordine e con il concetto mistico della molteplicità contenuta nell'unità; quest'opera accattivante e relativamente precoce costituisce una dichiarazione intellettuale e filosofica fortemente coinvolgente, ma al tempo stesso un'esperienza visiva disarmante.
One of Boetti's celebrated lavori biro (ballpoint pen works), Ononimo – an imposing sheet hand-coloured in red biro – is a spectacular assertion of a central principle in his art. As Boetti's work progressed from a relatively localised Arte Povera into a more international form of Conceptual Art, where the nature of identity became an increasingly dominant theme in his works, both in terms of subject and authorship. Ononimo is a work that encompasses both concepts.
Its title, 'Ononimo', is a neologism born from a conflation of the Italian words 'anonimo' (anonymous) and 'omonimo' (eponymous), which Boetti initially invented as a self-reflexive expression in 1971, first written on a single sheet of white drawing paper in blue biro. At this time Boetti had begun to ‘twin’ his identity by placing an 'and' between his first and last names: Alighiero e Boetti (‘Alighiero and Boetti’). Renaming himself as a dual persona reflected the opposing factors he increasingly sought to present in his work: the individual and society, error and perfection, order and disorder. This 1974 version of Ononimo mirrors a further extension of this already split self with the title written in 'negative' - that is, in white - against a red-coloured background.
Boetti's biro works are, in general, self-signifying abstract pictures systematically coloured by others yet always based on a code or playful schematic system designed by the artist himself.
Keen to explore and challenge notions of authorship, he would invite friends and acquaintances to cover panels with deep red or blue horizontal bands made of extremely dense vertical strokes of ballpoint pen, typically alternating from man and woman from one section to another. An autonomous yet essentially authorless creation that plays on both the principle of order and disorder (ordine e disordine) and on the mystical notion of there being many contained in the one, this captivating and comparatively early work is an engrossing intellectual and philosophical statement as well as a ravishing visual experience.