拍品专文
“Solo coloro che sono riusciti a stabilire una relazione con le Arti Maggiori – pittura, scultura (opere tridimensionali) e architettura – che non sia superficiale ma fortemente rispettosa possono comprendere e decidere il loro futuro, il loro presente e il loro passato”.
“Only those who managed to establish a relationship that is not superficial and more respectful with the High Arts – painting, sculpture (three-dimensional works) and architecture – can understand and decide their own future, their present and their past”.
GINO DE DOMINICIS
Inquietante e ultraterreno, Senza titolo è un esempio significativo della maturità raggiunta da Gino De Dominicis nella sua spiazzante produzione. Prendendo spunto dai suoi primi esperimenti con l'invisibile, questi lavori tardi incorporano l'uso di silhouette che appaiono come le impronte o le ombre degli dei; tracce spettrali di entità che hanno attraversato la nostra sfera di comprensione spazio-temporale, lasciando solo vaghi indizi inerenti alla loro esistenza e identità. In Senza titolo, l'etereo profilo di una figura femminile si proietta all'interno di una superficie argentea scintillante come fosse una cometa nel cielo. Le reminiscenze di Picasso e della statuaria classica fanno sì che la sua forma appaia al tempo stesso antica e futuristica, e presenti una qualità momentanea quasi trascendente che sembra proporre una condizione di mistero permanente e senza fine. Acquistata direttamente dall'artista, e da allora nella stessa collezione privata, Senza titolo fu esposta nell'importante mostra dedicata a Gino De Dominicis, svoltasi a New York, al MoMA PS1, nel 2008.
Rifiutando le più convenzionali interpretazioni lineari del tempo, De Dominicis sosteneva che la vera realtà esisteva come 'eterno presente': 'Per esistere davvero,' disse una volta, 'dovremmo essere capaci di fermare il tempo' (G. De Dominicis citato in C. Christov-Bakargiev, ‘Gino De Dominicis’, Flash Art International, Dicembre 1986, p. 127). In vista di questo obiettivo, lo scopo principale dell'attività artistica e della ricerca di De Dominicis divenne la volontà di superare l'entropia e raggiungere uno stato di immortalità. In Senza titolo l'artista cerca di conseguire tale fine ritornando ai metodi e alle tecniche tradizionali delle Arti Maggiori – in particolare la scultura – che interpretava come la chiave per mettersi in contatto con un mondo nascosto fatto di bellezza senza tempo e immortalità.
De Dominicis lavorava la superficie della figura dipinta per ottenere simultaneamente, attraverso la lucidatura, una sorta di marmo senza tempo e la rimozione dei basilari tratti fisiognomici del viso. Partendo dal presupposto che il mistero umano mancherà sempre della completezza di un tutto comprensibile e decifrabile, Senza titolo cattura un momento dell'esistenza immutabile e senza fine.
Haunting and otherworldly, Senza titolo is an outstanding example of a mature work in Gino de Dominicis’ mystifying oeuvre. Elaborating on his early experiments with invisibility, these late works incorporate the use of silhouetted forms that appear as if they were the footprints or shadows of the gods; spectral traces of entities that have passed through our spatial and temporal sphere of understanding, leaving only vague clues to their existence and identity. In Senza titolo, the ethereal profile of a female figure descends across a shimmering field of silver like a comet from the heavens. Reminiscent of both Picasso and classical statuary, her form appears at once ancient and futuristic, presenting an almost transcendent momentary state that seems to propose a timeless condition of permanent, unending mystery. Acquired directly from the artist, and in the same private collection since, Senza titolo was part of the important exhibition dedicated to Gino De Dominicis held at MoMA PS1, in New York in 2008.
Rejecting conventional linear interpretations of time, De Dominicis maintained that true reality existed as an ‘eternal present’: ‘To really exist,’ he once said, ‘we should be able to stop time’. (G. De Dominicis quoted in C. Christov-Bakargiev, ‘Gino De Dominicis’, Flash Art International December, 1986, p. 127). Towards this end, the ideal of overcoming entropy and attaining a state of immortality became the central aim of de Dominicis’s artistic activity and research. In Senza titolo, he achieves this by returning to the traditional methods and techniques of the High Arts (arti maggiori) – namely sculpture – which he regarded as the key to a hidden world of timeless beauty and immortality. By simultaneously working the painted surface of the figure to achieve the polish of ageless marble, and removing all but her most basic facial features – asserting that the human mystery will always lack the completeness of a legible and decipherable whole – Senza titolo captures an unchanging, unending moment of existence.
“Only those who managed to establish a relationship that is not superficial and more respectful with the High Arts – painting, sculpture (three-dimensional works) and architecture – can understand and decide their own future, their present and their past”.
GINO DE DOMINICIS
Inquietante e ultraterreno, Senza titolo è un esempio significativo della maturità raggiunta da Gino De Dominicis nella sua spiazzante produzione. Prendendo spunto dai suoi primi esperimenti con l'invisibile, questi lavori tardi incorporano l'uso di silhouette che appaiono come le impronte o le ombre degli dei; tracce spettrali di entità che hanno attraversato la nostra sfera di comprensione spazio-temporale, lasciando solo vaghi indizi inerenti alla loro esistenza e identità. In Senza titolo, l'etereo profilo di una figura femminile si proietta all'interno di una superficie argentea scintillante come fosse una cometa nel cielo. Le reminiscenze di Picasso e della statuaria classica fanno sì che la sua forma appaia al tempo stesso antica e futuristica, e presenti una qualità momentanea quasi trascendente che sembra proporre una condizione di mistero permanente e senza fine. Acquistata direttamente dall'artista, e da allora nella stessa collezione privata, Senza titolo fu esposta nell'importante mostra dedicata a Gino De Dominicis, svoltasi a New York, al MoMA PS1, nel 2008.
Rifiutando le più convenzionali interpretazioni lineari del tempo, De Dominicis sosteneva che la vera realtà esisteva come 'eterno presente': 'Per esistere davvero,' disse una volta, 'dovremmo essere capaci di fermare il tempo' (G. De Dominicis citato in C. Christov-Bakargiev, ‘Gino De Dominicis’, Flash Art International, Dicembre 1986, p. 127). In vista di questo obiettivo, lo scopo principale dell'attività artistica e della ricerca di De Dominicis divenne la volontà di superare l'entropia e raggiungere uno stato di immortalità. In Senza titolo l'artista cerca di conseguire tale fine ritornando ai metodi e alle tecniche tradizionali delle Arti Maggiori – in particolare la scultura – che interpretava come la chiave per mettersi in contatto con un mondo nascosto fatto di bellezza senza tempo e immortalità.
De Dominicis lavorava la superficie della figura dipinta per ottenere simultaneamente, attraverso la lucidatura, una sorta di marmo senza tempo e la rimozione dei basilari tratti fisiognomici del viso. Partendo dal presupposto che il mistero umano mancherà sempre della completezza di un tutto comprensibile e decifrabile, Senza titolo cattura un momento dell'esistenza immutabile e senza fine.
Haunting and otherworldly, Senza titolo is an outstanding example of a mature work in Gino de Dominicis’ mystifying oeuvre. Elaborating on his early experiments with invisibility, these late works incorporate the use of silhouetted forms that appear as if they were the footprints or shadows of the gods; spectral traces of entities that have passed through our spatial and temporal sphere of understanding, leaving only vague clues to their existence and identity. In Senza titolo, the ethereal profile of a female figure descends across a shimmering field of silver like a comet from the heavens. Reminiscent of both Picasso and classical statuary, her form appears at once ancient and futuristic, presenting an almost transcendent momentary state that seems to propose a timeless condition of permanent, unending mystery. Acquired directly from the artist, and in the same private collection since, Senza titolo was part of the important exhibition dedicated to Gino De Dominicis held at MoMA PS1, in New York in 2008.
Rejecting conventional linear interpretations of time, De Dominicis maintained that true reality existed as an ‘eternal present’: ‘To really exist,’ he once said, ‘we should be able to stop time’. (G. De Dominicis quoted in C. Christov-Bakargiev, ‘Gino De Dominicis’, Flash Art International December, 1986, p. 127). Towards this end, the ideal of overcoming entropy and attaining a state of immortality became the central aim of de Dominicis’s artistic activity and research. In Senza titolo, he achieves this by returning to the traditional methods and techniques of the High Arts (arti maggiori) – namely sculpture – which he regarded as the key to a hidden world of timeless beauty and immortality. By simultaneously working the painted surface of the figure to achieve the polish of ageless marble, and removing all but her most basic facial features – asserting that the human mystery will always lack the completeness of a legible and decipherable whole – Senza titolo captures an unchanging, unending moment of existence.