拍品专文
Dipinto nel 1909, questo ritratto intimo di Umberto Boccioni raffigura la sua amica Betty Baer in compagnia della giovane figlia Nora colte in un momento di tranquillità: sono infatti sedute sotto una finestra e la luce soffusa del sole, con toni dorati, ne illumina i volti. Cugina dell’amico e primo mecenate di Boccioni, Vico Baer, Betty si era trasferita a Milano da Karlsruhe con la sua famiglia, e aveva conosciuto personalmente l’artista per il quale aveva posato in occasione di diversi ritratti, tra i quali Le due amiche (1914-1915).
Qui Boccioni ritrae Betty come la tipica madre che nutre, una sorta di Madonna moderna che culla la giovane figlia che le sta accanto. Il volto della donna si connota per un’espressione di amore e orgoglio, nonché di stupore di fronte al bambino che gioca innocentemente sul grembo.
Nel Ritratto di Betty e Nora Baer la composizione prende vita attraverso la pennellata audace di Boccioni che fa sì che le figure di madre e figlia si dissolvano all’interno di uno studio dinamico del colore puro e della luce. Alla fine del 1908, Boccioni aveva deliberatamente iniziato ad allontanarsi dai densi strati di pennellate sovrapposte che avevano definito la sua tecnica divisionista, e aveva spinto i confini del suo stile pittorico verso nuove direzioni, sperimentando la fisicità e la luminosità del colore. È in quel momento che comincia a privilegiare una pennellata ampia e allungata, creando sovrapposizioni spontanee dove le pennellate di pigmento sembrano danzare sulla tela dando vita all’incrociarsi di direzioni differenti. La pennellata così animata conferisce alla composizione un dinamismo intrinseco che ribalta l’atmosfera altrimenti tranquilla della scena, suggerendo un senso di movimento e di vita oltre la tela, quasi che il tenero momento tra la madre e la figlia catturato dall’artista potesse improvvisamente mutare e scomparire, con la fanciulla che stancandosi si allontana.
Questo senso di dinamismo diventerà il fulcro della poetica di Boccioni negli anni immediatamente successivi alla creazione del Ritratto di Betty e Nora Baer. Alla fine del 1909 o all’inizio del 1910, Boccioni incontra Filippo Tommaso Marinetti, poeta, redattore e fondatore del movimento futurista, che solo pochi mesi prima del loro incontro aveva dichiarato “che la magnificenza del mondo è stata arricchita da una nuova bellezza: la bellezza della velocità” (F. T. Marinetti, The Founding and Manifesto of Futurism, tradotto in Documents of 20th Century Art: Futurist Manifesto, New York 1973). L’atteggiamento audace e ribelle di Marinetti si appella alla ricerca di un nuovo e moderno modo di dipingere e dona un significato senza pari al concetto di movimento. Esplorando le sensazioni e l’estetica della velocità, del movimento e dell’innovazione tecnologica, le composizioni di Boccioni esaltano la bellezza pura della macchina, dell’elettricità e della frenesia della vita nella metropoli moderna, e il dinamismo rimane centrale nella sua peculiare visione creativa.
Painted in 1909, this intimate portrait by Umberto Boccioni depicts the artist’s friend Betty Baer and her young daughter Nora, captured in a moment of quiet connection as they sit together beneath a window, the soft sunlight illuminating their faces with its golden tones. A cousin of Boccioni’s close friend and early patron, Vico Baer, Betty had moved to Milan from Karlsruhe with her family, where she had become personally acquainted with the artist, and subsequently sat for several portraits, including Le due amiche (1914-1915). Here, Boccioni portrays Betty as the typical nurturing mother, a modern Madonna who cradles her young daughter close, an expression of love and pride flitting across her face as she marvels at the toddler playing innocently on her lap.
In Ritratto di Betty e Nora Baer, the composition comes alive through the boldness of Boccioni’s brushwork, the figures of mother and daughter almost dissolving into a dynamic study of pure colour and light. By the end of 1908, Boccioni had deliberately begun to move away from the dense layers of overlapping brushstrokes that had defined his Divisionist technique, pushing the boundaries of his painterly style in new directions by experimenting with facture and the luminosity of colour. He began to favour a looser, more elongated brushstroke, creating spontaneous overlapping patterns in which the strokes of pigment appear to dance across the canvas, criss-crossing in a multitude of different directions. Such animated brushwork lends the composition an inherent dynamism that belies the otherwise quiet atmosphere of the scene, suggesting a sense of movement and life beyond the canvas, as if the tender moment between mother and child as captured by the artist may shift and disappear suddenly, the toddler growing tired and wriggling away.
This sense of dynamism would come to form a central part of Boccioni’s art in the years immediately following the creation of Ritratto di Betty e Nora Baer. In late 1909 or early 1910, Boccioni met Filippo Tommaso Marinetti, poet, editor and founder of the Futurist movement, who had declared only a few months before their meeting ‘that the world’s magnificence has been enriched by a new beauty: The beauty of speed’ (F. T. Marinett, The Founding and Manifesto of Futurism, translated in Documents of 20th Century Art: Futurist Manifesto, New York, 1973). Marinetti’s bold, rebellious attitude appealed to Boccioni’s own search for a new, modern way of painting, and he threw himself headlong into the movement. Exploring the sensations and aesthetics of speed, movement, and technological innovation, Boccioni’s compositions thereafter revelled in the pure beauty of the machine, of electricity and the frenzy of life in the modern metropolis, with dynamism remaining at the very heart of his unique creative vision.
Qui Boccioni ritrae Betty come la tipica madre che nutre, una sorta di Madonna moderna che culla la giovane figlia che le sta accanto. Il volto della donna si connota per un’espressione di amore e orgoglio, nonché di stupore di fronte al bambino che gioca innocentemente sul grembo.
Nel Ritratto di Betty e Nora Baer la composizione prende vita attraverso la pennellata audace di Boccioni che fa sì che le figure di madre e figlia si dissolvano all’interno di uno studio dinamico del colore puro e della luce. Alla fine del 1908, Boccioni aveva deliberatamente iniziato ad allontanarsi dai densi strati di pennellate sovrapposte che avevano definito la sua tecnica divisionista, e aveva spinto i confini del suo stile pittorico verso nuove direzioni, sperimentando la fisicità e la luminosità del colore. È in quel momento che comincia a privilegiare una pennellata ampia e allungata, creando sovrapposizioni spontanee dove le pennellate di pigmento sembrano danzare sulla tela dando vita all’incrociarsi di direzioni differenti. La pennellata così animata conferisce alla composizione un dinamismo intrinseco che ribalta l’atmosfera altrimenti tranquilla della scena, suggerendo un senso di movimento e di vita oltre la tela, quasi che il tenero momento tra la madre e la figlia catturato dall’artista potesse improvvisamente mutare e scomparire, con la fanciulla che stancandosi si allontana.
Questo senso di dinamismo diventerà il fulcro della poetica di Boccioni negli anni immediatamente successivi alla creazione del Ritratto di Betty e Nora Baer. Alla fine del 1909 o all’inizio del 1910, Boccioni incontra Filippo Tommaso Marinetti, poeta, redattore e fondatore del movimento futurista, che solo pochi mesi prima del loro incontro aveva dichiarato “che la magnificenza del mondo è stata arricchita da una nuova bellezza: la bellezza della velocità” (F. T. Marinetti, The Founding and Manifesto of Futurism, tradotto in Documents of 20th Century Art: Futurist Manifesto, New York 1973). L’atteggiamento audace e ribelle di Marinetti si appella alla ricerca di un nuovo e moderno modo di dipingere e dona un significato senza pari al concetto di movimento. Esplorando le sensazioni e l’estetica della velocità, del movimento e dell’innovazione tecnologica, le composizioni di Boccioni esaltano la bellezza pura della macchina, dell’elettricità e della frenesia della vita nella metropoli moderna, e il dinamismo rimane centrale nella sua peculiare visione creativa.
Painted in 1909, this intimate portrait by Umberto Boccioni depicts the artist’s friend Betty Baer and her young daughter Nora, captured in a moment of quiet connection as they sit together beneath a window, the soft sunlight illuminating their faces with its golden tones. A cousin of Boccioni’s close friend and early patron, Vico Baer, Betty had moved to Milan from Karlsruhe with her family, where she had become personally acquainted with the artist, and subsequently sat for several portraits, including Le due amiche (1914-1915). Here, Boccioni portrays Betty as the typical nurturing mother, a modern Madonna who cradles her young daughter close, an expression of love and pride flitting across her face as she marvels at the toddler playing innocently on her lap.
In Ritratto di Betty e Nora Baer, the composition comes alive through the boldness of Boccioni’s brushwork, the figures of mother and daughter almost dissolving into a dynamic study of pure colour and light. By the end of 1908, Boccioni had deliberately begun to move away from the dense layers of overlapping brushstrokes that had defined his Divisionist technique, pushing the boundaries of his painterly style in new directions by experimenting with facture and the luminosity of colour. He began to favour a looser, more elongated brushstroke, creating spontaneous overlapping patterns in which the strokes of pigment appear to dance across the canvas, criss-crossing in a multitude of different directions. Such animated brushwork lends the composition an inherent dynamism that belies the otherwise quiet atmosphere of the scene, suggesting a sense of movement and life beyond the canvas, as if the tender moment between mother and child as captured by the artist may shift and disappear suddenly, the toddler growing tired and wriggling away.
This sense of dynamism would come to form a central part of Boccioni’s art in the years immediately following the creation of Ritratto di Betty e Nora Baer. In late 1909 or early 1910, Boccioni met Filippo Tommaso Marinetti, poet, editor and founder of the Futurist movement, who had declared only a few months before their meeting ‘that the world’s magnificence has been enriched by a new beauty: The beauty of speed’ (F. T. Marinett, The Founding and Manifesto of Futurism, translated in Documents of 20th Century Art: Futurist Manifesto, New York, 1973). Marinetti’s bold, rebellious attitude appealed to Boccioni’s own search for a new, modern way of painting, and he threw himself headlong into the movement. Exploring the sensations and aesthetics of speed, movement, and technological innovation, Boccioni’s compositions thereafter revelled in the pure beauty of the machine, of electricity and the frenzy of life in the modern metropolis, with dynamism remaining at the very heart of his unique creative vision.