拍品專文
"È la con-divisione, termine che Pistoletto associa a quello di procreazione.
Dall'esperienza delle Stanze nasce la considerazione che il dispositivo dello specchio può doppiare il mondo, ma non se stesso, a meno di essere a sua volta diviso. Posto che non è l'istanza dell'Uno, dell'Assoluto, quella che interessa l'artista, ma più propriamente la relazione fra l'Uno e il molteplice, fra l'Assoluto e i fenomeni, non esita a operare la divisione (anche letteralmente, per la mostra da Persano nel 1978).
Dividendo in due lo specchio e ponendo ciascuna parte l'una di fronte all'altra nasce l'universo del possibile, una superficie si specchia nell'altra in un rimando infinito. A partire dal due originario, si dà vita all'infinità dei fenomeni. Pistoletto chiama l'azione descritta "Divisione e moltiplicazione dello specchio", perché l'azione, come una progressione cellulare, parte da una divisione del singolo per innestare la genesi dei molti".
(G. Verzotti, Michelangelo Pistoletto come artista, in Arte Povera 2011, pp. 514-515).
Dall'esperienza delle Stanze nasce la considerazione che il dispositivo dello specchio può doppiare il mondo, ma non se stesso, a meno di essere a sua volta diviso. Posto che non è l'istanza dell'Uno, dell'Assoluto, quella che interessa l'artista, ma più propriamente la relazione fra l'Uno e il molteplice, fra l'Assoluto e i fenomeni, non esita a operare la divisione (anche letteralmente, per la mostra da Persano nel 1978).
Dividendo in due lo specchio e ponendo ciascuna parte l'una di fronte all'altra nasce l'universo del possibile, una superficie si specchia nell'altra in un rimando infinito. A partire dal due originario, si dà vita all'infinità dei fenomeni. Pistoletto chiama l'azione descritta "Divisione e moltiplicazione dello specchio", perché l'azione, come una progressione cellulare, parte da una divisione del singolo per innestare la genesi dei molti".
(G. Verzotti, Michelangelo Pistoletto come artista, in Arte Povera 2011, pp. 514-515).