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拍品專文
Per una situazione, una delle tele opere monocrome a tre tele sovrapposte caratteristiche dell’opera di Paolo Scheggi, risale a uno dei momenti più vivaci e seminali nell’arte europea del dopoguerra. L’opera consiste in tre superfici bianche sovrapposte, le due superiori penetrate da forme sinuose, in modo da creare un’interazione dinamica e complessa di strati. Ne risulta un processo di occultamento e di rivelazione che a.ronta il nodo essenziale della rappresentazione nell’arte. Realizzata nel 1962, ossia all’inizio di dieci
anni di straordinaria attività, Per una situazione si colloca nel periodo che ha visto la creazione delle opere più significative di Paolo Scheggi, periodo poi troncato nel 1971 dalla prematura morte dell’artista, ancora trentenne.
Un periodo giovanile di studio a Londra costituì per Scheggi un momento formativo. Lì conobbe le opere rigorose del pittore olandese Piet Mondrian, oltre a quelle di Ben Nicholson e di Barbara Hepworth. L’influenza dei due artisti britannici è percepibile in Per una situazione, sia nella tonalità monocromatica che nella forma sensualmente curvata delle aperture. Le forme organiche delle opere di Scheggi dei primi anni Sessanta, lasciarono man mano il campo alle forme sempre più codificate e regolari, ovvero
circolari e geometriche.
Le opere di Scheggi rivelano interessi simili a quelle di Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi ed altri: non mettono in questione la superficie, ma la premessa stessa della superficie.
In Per una situazione, Scheggi ottiene il risultato sovrapponendo tele solcate da aperture, un gesto che ne rivela la maestria tecnica, e l’occhio rigoroso per la composizione. Ne risulta un oggetto che sfugge alla caratterizzazione semplice della pittura: e che vanta, invece, un elemento scultoreo e tridimensionale; invita lo spettatore verso superfici nascoste attraverso gli accenni provocanti, ispirando in lui una curiosità e un fascino che trascendono i limiti tradizionali della tela.
Per una situazione is one of Paolo Scheggi’s distinctive monochrome, multi-layered canvases and dates from one of the most vibrant watershed moments in postwar European art. Featuring three overlapping white surfaces, with the upper two penetrated with sinuously-shaped forms, Per una situazione creates a complex and dynamic interplay of layers. This results in a process of concealment and revelation that cuts to the entire heart of representation in art. Scheggi made Per una situazione in 1962, towards the
beginning of the incredible decade of productivity during which he created the most important of his works – and which was cut short by his death in 1971, when he was still only in his early 30s.
An early period of study in London was a formative moment for Scheggi. There, he was exposed to the rigorous works of the Dutch artist Piet Mondrian, as well as those of Ben Nicholson and Barbara Hepworth. The influence of those British artists can be seen in Per una situazione, both in the monochrome palette and in the sensually curved form of its apertures. The modular shapes of Scheggi early 1960s’ works, were gradually abandoned to make room to increasingly regular codified forms, namely circular and more
geometrical.
Scheggi’s own works showed similar concerns to those of figures such as Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi and others: he was disrupting not just the surface, but the entire premise of the surface. In Per una situazione, this is achieved through the layering of di.erent shaped canvases, an act that shows both technical supremacy and a disciplined eye for composition. The result is an object that defies simple characterisation as a picture: instead, it has a sculptural,
three-dimensional element. It invites the viewer through its teasing glimpses of surfaces beyond, inspiring a curiosity and fascination that transcends the traditional confines of the canvas.
anni di straordinaria attività, Per una situazione si colloca nel periodo che ha visto la creazione delle opere più significative di Paolo Scheggi, periodo poi troncato nel 1971 dalla prematura morte dell’artista, ancora trentenne.
Un periodo giovanile di studio a Londra costituì per Scheggi un momento formativo. Lì conobbe le opere rigorose del pittore olandese Piet Mondrian, oltre a quelle di Ben Nicholson e di Barbara Hepworth. L’influenza dei due artisti britannici è percepibile in Per una situazione, sia nella tonalità monocromatica che nella forma sensualmente curvata delle aperture. Le forme organiche delle opere di Scheggi dei primi anni Sessanta, lasciarono man mano il campo alle forme sempre più codificate e regolari, ovvero
circolari e geometriche.
Le opere di Scheggi rivelano interessi simili a quelle di Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi ed altri: non mettono in questione la superficie, ma la premessa stessa della superficie.
In Per una situazione, Scheggi ottiene il risultato sovrapponendo tele solcate da aperture, un gesto che ne rivela la maestria tecnica, e l’occhio rigoroso per la composizione. Ne risulta un oggetto che sfugge alla caratterizzazione semplice della pittura: e che vanta, invece, un elemento scultoreo e tridimensionale; invita lo spettatore verso superfici nascoste attraverso gli accenni provocanti, ispirando in lui una curiosità e un fascino che trascendono i limiti tradizionali della tela.
Per una situazione is one of Paolo Scheggi’s distinctive monochrome, multi-layered canvases and dates from one of the most vibrant watershed moments in postwar European art. Featuring three overlapping white surfaces, with the upper two penetrated with sinuously-shaped forms, Per una situazione creates a complex and dynamic interplay of layers. This results in a process of concealment and revelation that cuts to the entire heart of representation in art. Scheggi made Per una situazione in 1962, towards the
beginning of the incredible decade of productivity during which he created the most important of his works – and which was cut short by his death in 1971, when he was still only in his early 30s.
An early period of study in London was a formative moment for Scheggi. There, he was exposed to the rigorous works of the Dutch artist Piet Mondrian, as well as those of Ben Nicholson and Barbara Hepworth. The influence of those British artists can be seen in Per una situazione, both in the monochrome palette and in the sensually curved form of its apertures. The modular shapes of Scheggi early 1960s’ works, were gradually abandoned to make room to increasingly regular codified forms, namely circular and more
geometrical.
Scheggi’s own works showed similar concerns to those of figures such as Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi and others: he was disrupting not just the surface, but the entire premise of the surface. In Per una situazione, this is achieved through the layering of di.erent shaped canvases, an act that shows both technical supremacy and a disciplined eye for composition. The result is an object that defies simple characterisation as a picture: instead, it has a sculptural,
three-dimensional element. It invites the viewer through its teasing glimpses of surfaces beyond, inspiring a curiosity and fascination that transcends the traditional confines of the canvas.