細節
Emilio Vedova (1919-2006)
(Misurina)
firmato e datato due volte, titolo 'EMILIO VEDOVA 1950 (MISURINA)' (sul retro)
olio su tela
60.5 x 45.3 cm.
Eseguito nel 1950
Opera registrata presso la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia, n. FV203, come da autentica in data 27 maggio 2019

'(MISURINA)'; SIGNED AND DATED TWICE, TITLED (ON THE REVERSE); OIL ON CANVAS
來源
Galleria Zanini, Roma
Galleria La Medusa, Roma
Collezione De Luca, Roma
ivi acquisito e per discendenza all'attuale proprietario
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'A me interessa il prolungamento del mio essere, lo sprofondamento dentro lo specchio della pittura. Vorrei spezzarmi, lacerarmi nel suo riflesso. Abitare sempre al di là, oltre la pura superficie. La materia rappresenta questa immissione in uno spazio "altro", è l'entrata nel paesaggio del "non dove"'
EMILIO VEDOVA

'What interests me is the prolongation of my being, the sinking in the mirror of paint. I would like to break myself, rip myself in its reflection. Always live ahead, beyond the pure surface. The material represents this introduction in "another" space, it is the entrance in the landscape of the "not-where"'

Dipinta nel 1950, l'anno precedente della sua prima mostra personale a New York presso la Catherine Viviano Gallery, (Misurina) è un'opera molto interessante di Emilio Vedova. Il dipinto, particolarmente carico e pieno di energia, si connota per la presenza di neri materici, blu febbrili e schizzi di giallo vivido. Il titolo fa riferimento al Lago di Misurina in Veneto, un grande lago naturale situato nei pressi della terra natia di Vedova: i guizzi di blu evocano infatti una distesa d'acqua screziata. Fluttuando tra leggibilità e non-rappresentazione, l'opera mette in luce il crescente interesse di Vedova per l'astrazione, cambiamento che ebbe luogo nel Secondo Dopoguerra. Influenzato dalla Guernica di Picasso, si convinse che erano necessarie forme più scure e radicali per rappresentare il tumulto del periodo. Se i suoi predecessori Futuristi si erano crogiolati nel pensiero della velocità della modernità, l'intensità espressiva di Vedova vuole invece catturare l'angoscia caotica dell'epoca. Come scrive Germano Celant, la sua opera "non si svolge tranquillamente o docilmente, ma attraverso collisioni, frizioni... È un incrocio, un crocevia dove le libertà linguistiche vengono inventate, si scontrano e stabiliscono nuove relazioni" (G. Celant, L'arcipelago Vedova, in I. Gianelli, "Emilio Vedova", Milano 1998, p. 248).

Painted in 1950, one year before his New York solo exhibition at Catherine Viviano Gallery, (Misurina) is an enthralling work by Emilio Vedova. Highly charged and bursting with energy, the painting is filled with gestural blacks, feverish blues, and splashes of vivid yellow. The work's title refers to Lake Misurina, a large natural lake in the Veneto region near to where Vedova was born. Indeed, the flashes of blue conjure a dappled, watery expanse. Fluctuating between legibility and non-representation, the painting marks Vedova's growing embrace of abstraction, a shift which took place in the aftermath of the Second World War. Influenced by the example of Picasso's Guernica, he found that darker, more radical forms were necessary for depicting the tumult of the period. If his Futurist predecessors had revelled in the speed of modernity, Vedova's expressive intensity instead captured the chaotic anguish of the era: as the critic Germano Celant writes, his oeuvre "unfolds not quietly or tamely, but through collisions, frictions… It is an intersection, a crossroad where linguistic freedoms are invented, clash and establish new relationships" (G. Celant, L'arcipelago Vedova, in I. Gianelli, "Emilio Vedova", Milan 1998, p. 248).

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