Lot Essay
Il 1954, l'anno in cui viene realizzato Come un animale, è fondamentale nella ricerca artistica di Mimmo Rotella. Il décollage, infatti, inventato nel 1953, supera l'aspetto esclusivamente sperimentale per diventare una tecnica matura ma, nello stesso tempo, radicale e trasgressiva.
La prima occasione pubblica dove compaiono i nuovi lavori è la collettiva a Roma sui barconi del Tevere presso le Zattere del Ciriola commentata con entusiasmo dal critico e poeta Emilio Villa che, in quell'occasione, scrive dell'opera di Rotella: "Chi non avrà visto nascere sulla corrente di un fiume antico una vicenda così nuova avrà perduto un'occasione fondamentale". (E. Villa in I sette pittori sul Tevere a Ponte Santangelo, Edizioni Palma, Roma 1955).
I manifesti strappati assumono, nella vicenda artistica internazionale, un ruolo determinante per la capacità di afferrare una nuova dimensione dello spazio dove la forma si modifica in base ad un processo costruttivo e in parte imprevedibile.
In questa prospettiva Come un animale è una composizione emblematica dove, forse, per la prima volta nell'opera di Rotella viene evocata la figura, elemento in quegli anni del tutto peculiare (per trovare i primi décollage figurativi bisogna attendere il 1958).
Si tratta di un simulacro che emerge dai crepitii della materia, dai frammenti di un reale che si dissolve. Rotella sembra consentire il deposito sulla superficie ricoperta di catramina di una pelle di animale: i ricordi degli antichi graffiti si mescolano a quelli dei muri romani dando vita ad una contaminazione ricca di significati. La figura, infatti, potrebbe persino dare la sensazione di specchiarsi nell'acqua in un doppio non immediatamente percepibile.
Come un animale è realizzato con il rovescio del manifesto (retro d'affiche) nell'ambito di un'opera che coglie gli umori della materia con lo scopo dichiarato di andare oltre il medium pittorico in un'esplosione linguistica e sonora.
La figura prende lentamente forma imponendosi al suo stesso autore che propone, nel titolo, un paragone astratto, di carattere metonimico applicando una sintesi efficace.
Collage e décollage s'incontrano per dare vita ad una composizione dove l'immagine si espande sviluppandosi sulla tela, quasi fosse l'applicazione del test di Rorschach sulle macchie (Macchie è il titolo di una grande composizione del 1955). "Io strappo i manifesti, prima dai muri, poi dalla base del quadro: quanto gusto, quanta fantasia, quanti interessi si accumulano, si urtano e si avvicendano dal primo all'ultimo strappo", dichiara Rotella nel 1956 in occasione di una mostra alla galleria Selecta di Roma.
L'artista interviene sui processi di modificazione e in Come un animale s'intravede, sul fondo, l'ombra di una scritta rossa che evidenzia l'aspetto misterico sottraendosi al significato in uno squarcio delle parole e delle lettere che permette all'opera di sottoporsi a nuove verifiche, anche sotto il profilo linguistico.
Non mancano, poi, i frammenti, intimi, privati, riferibili agli annunci dei film apparsi sui quotidiani. L'artista, nel suo gesto cleptomane di appropriazione già in quegli anni ha ben presente l'universo cinematografico che dal 1960 costituirà un costante punto di riferimento.
In sintonia con molte realizzazioni dello stesso periodo, Come un animale è un'opera polimaterica e, accanto alla catramina e ai frammenti di giornali, appare evidente l'uso della colla che crea sulla superficie vere e proprie interferenze diventando un segnale autonomo e indipendente.
Il décollage rappresenta un gesto assoluto e dinamico che apre nuovi varchi alla percezione e alla relazione tra arte e vita. In quest'ottica va posto in relazione con il futurismo, il più importante movimento dell'avanguardia del Novecento e tra le opere che si possono mettere a confronto con Come un animale va segnalata Senza titolo del 1958 entrata a far parte della Menil colleciton di Houston in Texas che sembra fare esplicito riferimento a La città che sale (1910) di Umberto Boccioni.
Se il movimento di Filippo Tommaso Marinetti rappresenta un chiaro riferimento storico a cui va ricondotto lo strappo, l'indagine sviluppata da Rotella negli anni Cinquanta si colloca accanto alle ricerche più significative del dopoguerra nel tentativo di superare i limiti dell'informale abolendo lo spazio artificiale della pittura a favore di un'indagine organica e materica. In quegli anni Rotella lavorava a Roma, città che era al centro del dibattito artistico internazionale. Proprio alla Galleria L'Obelisco di Roma Robert Rauschenberg fa nel 1953 il suo debutto europeo sancendo la definitiva cesura con il passato. Nello stesso spazio, l'anno prima Alberto Burri aveva esposto i Neri e le Muffe. È indubitabile che la radicalità dell'indagine di Rotella non possa prescindere dalla stretta relazione con Rauschenberg e Burri, due artisti a cui lo lega un sottile filo rosso, riconducibile non tanto ai risultati stilistici, quanto alle finalità, in un contesto totalmente innovativo dove il segno assume un aspetto dirompente modificando la sintassi dell'arte.
(Alberto Fiz)
La prima occasione pubblica dove compaiono i nuovi lavori è la collettiva a Roma sui barconi del Tevere presso le Zattere del Ciriola commentata con entusiasmo dal critico e poeta Emilio Villa che, in quell'occasione, scrive dell'opera di Rotella: "Chi non avrà visto nascere sulla corrente di un fiume antico una vicenda così nuova avrà perduto un'occasione fondamentale". (E. Villa in I sette pittori sul Tevere a Ponte Santangelo, Edizioni Palma, Roma 1955).
I manifesti strappati assumono, nella vicenda artistica internazionale, un ruolo determinante per la capacità di afferrare una nuova dimensione dello spazio dove la forma si modifica in base ad un processo costruttivo e in parte imprevedibile.
In questa prospettiva Come un animale è una composizione emblematica dove, forse, per la prima volta nell'opera di Rotella viene evocata la figura, elemento in quegli anni del tutto peculiare (per trovare i primi décollage figurativi bisogna attendere il 1958).
Si tratta di un simulacro che emerge dai crepitii della materia, dai frammenti di un reale che si dissolve. Rotella sembra consentire il deposito sulla superficie ricoperta di catramina di una pelle di animale: i ricordi degli antichi graffiti si mescolano a quelli dei muri romani dando vita ad una contaminazione ricca di significati. La figura, infatti, potrebbe persino dare la sensazione di specchiarsi nell'acqua in un doppio non immediatamente percepibile.
Come un animale è realizzato con il rovescio del manifesto (retro d'affiche) nell'ambito di un'opera che coglie gli umori della materia con lo scopo dichiarato di andare oltre il medium pittorico in un'esplosione linguistica e sonora.
La figura prende lentamente forma imponendosi al suo stesso autore che propone, nel titolo, un paragone astratto, di carattere metonimico applicando una sintesi efficace.
Collage e décollage s'incontrano per dare vita ad una composizione dove l'immagine si espande sviluppandosi sulla tela, quasi fosse l'applicazione del test di Rorschach sulle macchie (Macchie è il titolo di una grande composizione del 1955). "Io strappo i manifesti, prima dai muri, poi dalla base del quadro: quanto gusto, quanta fantasia, quanti interessi si accumulano, si urtano e si avvicendano dal primo all'ultimo strappo", dichiara Rotella nel 1956 in occasione di una mostra alla galleria Selecta di Roma.
L'artista interviene sui processi di modificazione e in Come un animale s'intravede, sul fondo, l'ombra di una scritta rossa che evidenzia l'aspetto misterico sottraendosi al significato in uno squarcio delle parole e delle lettere che permette all'opera di sottoporsi a nuove verifiche, anche sotto il profilo linguistico.
Non mancano, poi, i frammenti, intimi, privati, riferibili agli annunci dei film apparsi sui quotidiani. L'artista, nel suo gesto cleptomane di appropriazione già in quegli anni ha ben presente l'universo cinematografico che dal 1960 costituirà un costante punto di riferimento.
In sintonia con molte realizzazioni dello stesso periodo, Come un animale è un'opera polimaterica e, accanto alla catramina e ai frammenti di giornali, appare evidente l'uso della colla che crea sulla superficie vere e proprie interferenze diventando un segnale autonomo e indipendente.
Il décollage rappresenta un gesto assoluto e dinamico che apre nuovi varchi alla percezione e alla relazione tra arte e vita. In quest'ottica va posto in relazione con il futurismo, il più importante movimento dell'avanguardia del Novecento e tra le opere che si possono mettere a confronto con Come un animale va segnalata Senza titolo del 1958 entrata a far parte della Menil colleciton di Houston in Texas che sembra fare esplicito riferimento a La città che sale (1910) di Umberto Boccioni.
Se il movimento di Filippo Tommaso Marinetti rappresenta un chiaro riferimento storico a cui va ricondotto lo strappo, l'indagine sviluppata da Rotella negli anni Cinquanta si colloca accanto alle ricerche più significative del dopoguerra nel tentativo di superare i limiti dell'informale abolendo lo spazio artificiale della pittura a favore di un'indagine organica e materica. In quegli anni Rotella lavorava a Roma, città che era al centro del dibattito artistico internazionale. Proprio alla Galleria L'Obelisco di Roma Robert Rauschenberg fa nel 1953 il suo debutto europeo sancendo la definitiva cesura con il passato. Nello stesso spazio, l'anno prima Alberto Burri aveva esposto i Neri e le Muffe. È indubitabile che la radicalità dell'indagine di Rotella non possa prescindere dalla stretta relazione con Rauschenberg e Burri, due artisti a cui lo lega un sottile filo rosso, riconducibile non tanto ai risultati stilistici, quanto alle finalità, in un contesto totalmente innovativo dove il segno assume un aspetto dirompente modificando la sintassi dell'arte.
(Alberto Fiz)