拍品专文
Nulla sfugge allo specchio. Il grande spazio è nello specchio, il tempo (tutto il tempo) è già nello specchio e lo spazio ha la dimensione del tempo" (Michelangelo Pistoletto, Inside, inside the mirror, 1987 in Michelangelo Pistoletto, catalogo mostra a Barcellona, 2000, p. 30)
L'iconica serie dei così detti Quadri specchianti è sicuramente quella che principalmente contraddistingue il lavoro di Michelangelo Pistoletto, infaticabile inventore di nuove cifre stilische ed espressive nel panorama dell'arte contemporanea, di cui la presente opera Ragazza con vestito a pallini offre un eccezionale esempio.
L'opera è offerta per la prima volta sul mercato e presenta la curiosa ed unica peculiarità di rappresentare l'immagine di una visitatrice della Sala dedicata a Pistoletto nella Biennale di Venezia del 1966. Dal 1961 Pistoletto aveva cominciato a lavorare alle sue superfici specchianti e già nel 1966 era arrivato alla gloria di un'intera sala dedicata ai suoi lavori. La fotografia di quel particolare momento diventa essa stessa oggetto di un nuovo lavoro specchiante, a creare una sorta di continuità linguistica e temporale tra i lavori di quegli anni e il decennio successivo, nonostante alcuni mutamenti intervenuti nelle tecniche realizzative. Lo specchio d'altronde rimane imperturbabilmente, lungo l'arco di tutta la produzione del Maestro, un tema centrale ed imprescindibile.
Lo specchio è metafora della pittura e opera nello stesso modo, trasferendo oggetti concreti tridimensionali in uno spazio fittizio bidimensionale.
Il problema della relazione tra arte e vita, centro della ricerca di molti artisti contemporanei viene risolto da Pistoletto non simbolicamente ma concretamente, unificando nello stesso spazio e nello stesso tempo l'opera d'arte e lo svolgersi degli eventi reali.
Nelle lastre specchianti l'immagine rappresentata condivide con l'immagine reale il medesimo spazio: la lastra specchiante, e quindi l'opera, si modifica in continuazione, registrando la presenza degli spettatori e incorporandoli assieme all'ambiente circostante. Il concetto di composizione immutabile perde di significato in opere che, al contrario di qualunque altro dipinto precedente non raggiungono mai uno stadio definitivo. Lo spettatore entra dunque a far parte dell'opera, la visione diventa partecipazione; mentre si guarda si è anche oggetto dello sguardo altrui.