拍品专文
“Le date? Sai perché sono molto importanti? Perché se tu scrivi ad esempio su un muro ‘1970’ sembra niente, ma tra trenta anni… Ogni giorno che passa questa data diventa più bella, è il tempo che lavora. Le date hanno proprio questa bellezza, più passa il tempo e più divengono belle”.
“Dates? Do you know why they matter so much? Because, for instance, if you write “1970” on a wall it doesn’t seem relevant today but think about it, in thirty years… This date gets better and better each day. That’s the beauty of dates, the more time passes the more beautiful they get”.
ALIGHIERO BOETTI
Questo dittico – composto da due pannelli di ottone incisi con il testo 16 dicembre 2040 e 11 luglio 2023 –, oltre ad essere una delle prime opere datate nella produzione di Alighiero Boetti, rappresenta una realizzazione commovente di uno dei suoi concetti fondamentali sintetizzabile in dare tempo al tempo. L'interesse e la nozione di tempo di Boetti si svilupparono in opposizione a quello che governava la società in cui abitava: le città industriali del nord Italia, orologi dominati dalla quotidianità, dove a regnare erano i dogmi dell'efficienza e della produttività. Influenzato dalle teorie di George Bataille relative agli sprechi e alle spese inutili, tanto da sostenere che si potessero trovare soluzioni per il consumo dell'eccesso di ricchezza ed energia prodotta dalle forme di vita, Boetti adottò un approccio resistente alla dimensione temporale, che lo vedeva sacrificare o perdere tempo al fine di porre in atto un gesto di generosità per sviluppare una relazione con il mondo differente. "Nel mio lavoro", spiega, "il tempo mi porterà più esperienza, più conoscenza, e una visione cosmica generale" (A. Boetti, citato in S. Givone, ‘Dialogue with the artist’ in A. Bonito Oliva (a cura di), Alighero & Boetti: Bringing the World into Art, 1993-1962, Napoli 2009, p. 41).
16 dicembre 2040 11 luglio 2023 esplicita esattamente quello: rinuncia al controllo dell'orologio, è un'attesa che manca della garanzia del compimento, e consente al tempo stesso di dar vita a un senso individuale. Affascinato dal modo in cui le date acquistano significato nel corso del tempo, l'artista ci presenta due circostanze future in un lavoro incredibilmente crudo e austero. La prima simboleggia il centenario della sua nascita, mentre la seconda la data della sua presunta morte. Così facendo, Boetti compie un'opera orientata al futuro, che resiste all'enfasi dominante attribuita al presente, dove predomina la concezione del lavorare, produrre e consumare il più velocemente e il più possibile.
Inoltre, ponendo questo lavoro in stretta connessione con la propria mortalità, riesce nel suo tentativo di trascendere il tempo, e il significato del dittico divenne sempre più intenso tanto più risultava evidente che l'artista non avrebbe vissuto fino al 2023. Contrapponendo l'ordine della certezza (rappresentata dalla sua nascita) al disordine dell'incertezza e della possibile inesattezza (la previsione della sua morte), l'opera mette in luce un ulteriore principio estetico su cui si innestava l'opera di Boetti: la nozione di ordine e disordine. Illustrando l'antitesi alle nozioni di tempo che governavano la stessa cultura di Boetti, 16 dicembre 2040 11 luglio 2023 è un lavoro potente e profondamente intellettuale che, sebbene parzialmente melanconico, dà conto di un futuro imprevedibile ma di grande significato.
One of the early ‘date’ works in Alighiero Boetti’s oeuvre, the present diptych – composed of two engraved brass panels reading 16 dicembre 2040 and 11 luglio 2023 – is a moving realisation of the artist’s fundamental concept of dare tempo al tempo (‘giving time to time’). Boetti’s interest in and concept of time developed in opposition to that which governed the society he inhabited: the industrial cities of northern Italy where clock time dominated everyday life, and where the doctrine of efficiency and productivity reigned. Influenced by George Bataille’s theories of waste and non-productive expenditure, which advocated that solutions be found to expend the excess of wealth and energy produced by life forms, Boetti adopted a resistant approach to time which saw him sacrifice or waste time in a gesture of generosity to develop a different relationship with the world. ‘In my work’, he explained, ‘time will bring me more experience, more knowledge, and a more cosmic vision’ (A. Boetti, quoted in S. Givone, ‘Dialogue with the artist’ in A. Bonito Oliva (ed.), Alighiero & Boetti: Bringing the World into Art, 1993-1962, Naples 2009, p. 41).
16 dicembre 2040 11 luglio 2023, does exactly that: it renounces the control of clock time, waits without the guarantee of fulfilment, and allows time itself to create individual meaning. Fascinated by the way dates accrue meaning over time, Boetti presents us with two future dates in a strikingly stark and austere work. The first marks the hundredth anniversary of his own birth, while the second represents the date of his predicted death. In so doing, Boetti creates a work that is oriented to the future, and which resists the governing emphasis on the present – on working, producing and consuming as fast and as much as possible.
By placing the present work in tension with his own mortality, moreover, Boetti succeeds in his quest to transcend time: the diptych’s meaning became increasingly poignant as it became progressively evident that he would not live to see 2023. Juxtaposing the order of certainty (his birthday) against the disorder of uncertainty and possible inaccuracy (his predicted death), 16 dicembre 2040 11 luglio 2023 also represents a continuation of another of the artist’s guiding aesthetic principles – the notion of ordine e disordine (order and disorder). Representing the antithesis to the notions of time which governed Boetti’s own culture, 16 dicembre 2040 11 luglio 2023 is a powerful and deeply intellectual work which, while partly melancholy, gestures to an unpredictable but more meaningful future.
One of the early ‘date’ works in Alighiero Boetti’s oeuvre, the present diptych – composed of two engraved brass panels reading 16 dicembre 2040 and 11 luglio 2023 – is a moving realisation of the artist’s fundamental concept of dare tempo al tempo (‘giving time to time’). Boetti’s interest in and concept of time developed in opposition to that which governed the society he inhabited: the industrial cities of northern Italy where clock time dominated everyday life, and where the doctrine of efficiency and productivity reigned. Influenced by George Bataille’s theories of waste and non-productive expenditure, which advocated that solutions be found to expend the excess of wealth and energy produced by life forms, Boetti adopted a resistant approach to time which saw him sacrifice or waste time in a gesture of generosity to develop a different relationship with the world. ‘In my work’, he explained, ‘time will bring me more experience, more knowledge, and a more cosmic vision’ (A. Boetti, quoted in S. Givone, ‘Dialogue with the artist’ in A. Bonito Oliva (ed.), Alighero & Boetti: Bringing the World into Art, 1993-1962, Naples 2009, p. 41).
“Dates? Do you know why they matter so much? Because, for instance, if you write “1970” on a wall it doesn’t seem relevant today but think about it, in thirty years… This date gets better and better each day. That’s the beauty of dates, the more time passes the more beautiful they get”.
ALIGHIERO BOETTI
Questo dittico – composto da due pannelli di ottone incisi con il testo 16 dicembre 2040 e 11 luglio 2023 –, oltre ad essere una delle prime opere datate nella produzione di Alighiero Boetti, rappresenta una realizzazione commovente di uno dei suoi concetti fondamentali sintetizzabile in dare tempo al tempo. L'interesse e la nozione di tempo di Boetti si svilupparono in opposizione a quello che governava la società in cui abitava: le città industriali del nord Italia, orologi dominati dalla quotidianità, dove a regnare erano i dogmi dell'efficienza e della produttività. Influenzato dalle teorie di George Bataille relative agli sprechi e alle spese inutili, tanto da sostenere che si potessero trovare soluzioni per il consumo dell'eccesso di ricchezza ed energia prodotta dalle forme di vita, Boetti adottò un approccio resistente alla dimensione temporale, che lo vedeva sacrificare o perdere tempo al fine di porre in atto un gesto di generosità per sviluppare una relazione con il mondo differente. "Nel mio lavoro", spiega, "il tempo mi porterà più esperienza, più conoscenza, e una visione cosmica generale" (A. Boetti, citato in S. Givone, ‘Dialogue with the artist’ in A. Bonito Oliva (a cura di), Alighero & Boetti: Bringing the World into Art, 1993-1962, Napoli 2009, p. 41).
16 dicembre 2040 11 luglio 2023 esplicita esattamente quello: rinuncia al controllo dell'orologio, è un'attesa che manca della garanzia del compimento, e consente al tempo stesso di dar vita a un senso individuale. Affascinato dal modo in cui le date acquistano significato nel corso del tempo, l'artista ci presenta due circostanze future in un lavoro incredibilmente crudo e austero. La prima simboleggia il centenario della sua nascita, mentre la seconda la data della sua presunta morte. Così facendo, Boetti compie un'opera orientata al futuro, che resiste all'enfasi dominante attribuita al presente, dove predomina la concezione del lavorare, produrre e consumare il più velocemente e il più possibile.
Inoltre, ponendo questo lavoro in stretta connessione con la propria mortalità, riesce nel suo tentativo di trascendere il tempo, e il significato del dittico divenne sempre più intenso tanto più risultava evidente che l'artista non avrebbe vissuto fino al 2023. Contrapponendo l'ordine della certezza (rappresentata dalla sua nascita) al disordine dell'incertezza e della possibile inesattezza (la previsione della sua morte), l'opera mette in luce un ulteriore principio estetico su cui si innestava l'opera di Boetti: la nozione di ordine e disordine. Illustrando l'antitesi alle nozioni di tempo che governavano la stessa cultura di Boetti, 16 dicembre 2040 11 luglio 2023 è un lavoro potente e profondamente intellettuale che, sebbene parzialmente melanconico, dà conto di un futuro imprevedibile ma di grande significato.
One of the early ‘date’ works in Alighiero Boetti’s oeuvre, the present diptych – composed of two engraved brass panels reading 16 dicembre 2040 and 11 luglio 2023 – is a moving realisation of the artist’s fundamental concept of dare tempo al tempo (‘giving time to time’). Boetti’s interest in and concept of time developed in opposition to that which governed the society he inhabited: the industrial cities of northern Italy where clock time dominated everyday life, and where the doctrine of efficiency and productivity reigned. Influenced by George Bataille’s theories of waste and non-productive expenditure, which advocated that solutions be found to expend the excess of wealth and energy produced by life forms, Boetti adopted a resistant approach to time which saw him sacrifice or waste time in a gesture of generosity to develop a different relationship with the world. ‘In my work’, he explained, ‘time will bring me more experience, more knowledge, and a more cosmic vision’ (A. Boetti, quoted in S. Givone, ‘Dialogue with the artist’ in A. Bonito Oliva (ed.), Alighiero & Boetti: Bringing the World into Art, 1993-1962, Naples 2009, p. 41).
16 dicembre 2040 11 luglio 2023, does exactly that: it renounces the control of clock time, waits without the guarantee of fulfilment, and allows time itself to create individual meaning. Fascinated by the way dates accrue meaning over time, Boetti presents us with two future dates in a strikingly stark and austere work. The first marks the hundredth anniversary of his own birth, while the second represents the date of his predicted death. In so doing, Boetti creates a work that is oriented to the future, and which resists the governing emphasis on the present – on working, producing and consuming as fast and as much as possible.
By placing the present work in tension with his own mortality, moreover, Boetti succeeds in his quest to transcend time: the diptych’s meaning became increasingly poignant as it became progressively evident that he would not live to see 2023. Juxtaposing the order of certainty (his birthday) against the disorder of uncertainty and possible inaccuracy (his predicted death), 16 dicembre 2040 11 luglio 2023 also represents a continuation of another of the artist’s guiding aesthetic principles – the notion of ordine e disordine (order and disorder). Representing the antithesis to the notions of time which governed Boetti’s own culture, 16 dicembre 2040 11 luglio 2023 is a powerful and deeply intellectual work which, while partly melancholy, gestures to an unpredictable but more meaningful future.
One of the early ‘date’ works in Alighiero Boetti’s oeuvre, the present diptych – composed of two engraved brass panels reading 16 dicembre 2040 and 11 luglio 2023 – is a moving realisation of the artist’s fundamental concept of dare tempo al tempo (‘giving time to time’). Boetti’s interest in and concept of time developed in opposition to that which governed the society he inhabited: the industrial cities of northern Italy where clock time dominated everyday life, and where the doctrine of efficiency and productivity reigned. Influenced by George Bataille’s theories of waste and non-productive expenditure, which advocated that solutions be found to expend the excess of wealth and energy produced by life forms, Boetti adopted a resistant approach to time which saw him sacrifice or waste time in a gesture of generosity to develop a different relationship with the world. ‘In my work’, he explained, ‘time will bring me more experience, more knowledge, and a more cosmic vision’ (A. Boetti, quoted in S. Givone, ‘Dialogue with the artist’ in A. Bonito Oliva (ed.), Alighero & Boetti: Bringing the World into Art, 1993-1962, Naples 2009, p. 41).