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"Cercando il violetto. Ho messo uno spessore di terra d'ombra naturale e l'ho velato col viola. Era una muffa di un muro, un paesaggio di valori nascosti. Come quando si cerca per sapere." (R.Birolli 27 dicembre 1958, in "Taccuini")
Il verde alle Cinque Terra costituisce un importante esempio della teoria del colore nella poetica di Renato Birolli. L'opera appartiene a pieno titolo alla celeberrima serie delle tele ispirate alla visione delle Cinque Terre, che vengono ritenute dalla critica e dal più avveduto collezionismo, le opere più raffinate e felici dell'intera produzione dell'artista. Il grande formato di questa tela consente all'artista di affrontare in maniera organica le sue percezioni cromatiche della realtà e sviluppare compiutamente il complesso apparato teorico che le sostiene.
La questione del colore viene affrontata da Birolli non solo nella ricerca pittorica, ma anche negli scritti come nodo teorico fondamentali: "La costruzione dell'immagine è preceduta da un periodo anche lungo (uno, due, tre mesi) durante il quale la progressiva messa a fuoco - in termini cromatici- di un determinato oggetto, coinvolgendo la fisicità dell'"uomo pittore" ne modifica di continuo le abitudini, le possibilità e le capacità percettive. Parafrasando una sua frase in proposito si può dire che non è solo il pittore che guarda i colori, ma sono soprattutto i colori a guardare il pittore.
Da questo rapporto ("Se mi guardo nell'acqua mi trasformo in acqua, sono sciolto in essa" (20" Tacc., 17)- si sviluppa, per mezzo del colore-pigmento, una immagine nuova, mai esistita in precendenza.
Così il colore conferisce all'immagine una qualità che la emancipa dall'equivoco della rappresentazione o del rispecchiamento della natura. Il reale costituisce sempre un punto di riferimento privilegiato che da un lato circoscrive il rischio della decorazione pura, di colori che prendono la mano al pittore, ed assume d'altronde la funzione del trampolino che "consiglia un'idea astratta del colore". Così le immagini nascono direttamente dal colore, attraverso modificazioni dell'occhio che legge e confronta gli oggetti della realtà esterna e gli oggetti della realtà interna ("Abbassando un giallo mi accorsi improvvisamente della presenza del bruno....il bruno e il marrone....non nasceranno da una convenzione di 'aria scura.' Se mai da una nuova accezione di giallo e di rosso in nuovo colore.") Si stabilisce un passaggio continuo, sulla base del colore, dalla riflessione, anche poetica (l'immaginazione, la memoria) alla concreta sperimentazione (il rapporto dei colori con l'occhio, le continue mutazioni del rapporto)."
(A. Negri, Per una lettura del colore in Birolli, Milano 1978, pp. 146-147)
Il verde alle Cinque Terra costituisce un importante esempio della teoria del colore nella poetica di Renato Birolli. L'opera appartiene a pieno titolo alla celeberrima serie delle tele ispirate alla visione delle Cinque Terre, che vengono ritenute dalla critica e dal più avveduto collezionismo, le opere più raffinate e felici dell'intera produzione dell'artista. Il grande formato di questa tela consente all'artista di affrontare in maniera organica le sue percezioni cromatiche della realtà e sviluppare compiutamente il complesso apparato teorico che le sostiene.
La questione del colore viene affrontata da Birolli non solo nella ricerca pittorica, ma anche negli scritti come nodo teorico fondamentali: "La costruzione dell'immagine è preceduta da un periodo anche lungo (uno, due, tre mesi) durante il quale la progressiva messa a fuoco - in termini cromatici- di un determinato oggetto, coinvolgendo la fisicità dell'"uomo pittore" ne modifica di continuo le abitudini, le possibilità e le capacità percettive. Parafrasando una sua frase in proposito si può dire che non è solo il pittore che guarda i colori, ma sono soprattutto i colori a guardare il pittore.
Da questo rapporto ("Se mi guardo nell'acqua mi trasformo in acqua, sono sciolto in essa" (20" Tacc., 17)- si sviluppa, per mezzo del colore-pigmento, una immagine nuova, mai esistita in precendenza.
Così il colore conferisce all'immagine una qualità che la emancipa dall'equivoco della rappresentazione o del rispecchiamento della natura. Il reale costituisce sempre un punto di riferimento privilegiato che da un lato circoscrive il rischio della decorazione pura, di colori che prendono la mano al pittore, ed assume d'altronde la funzione del trampolino che "consiglia un'idea astratta del colore". Così le immagini nascono direttamente dal colore, attraverso modificazioni dell'occhio che legge e confronta gli oggetti della realtà esterna e gli oggetti della realtà interna ("Abbassando un giallo mi accorsi improvvisamente della presenza del bruno....il bruno e il marrone....non nasceranno da una convenzione di 'aria scura.' Se mai da una nuova accezione di giallo e di rosso in nuovo colore.") Si stabilisce un passaggio continuo, sulla base del colore, dalla riflessione, anche poetica (l'immaginazione, la memoria) alla concreta sperimentazione (il rapporto dei colori con l'occhio, le continue mutazioni del rapporto)."
(A. Negri, Per una lettura del colore in Birolli, Milano 1978, pp. 146-147)