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"Una ricerca che, oltretutto, anche nel momento successivo - all'insegna di una esplicita volontà di maturare una soluzione realistica - non rompe il filo del dialogo critico con la lezione di Picasso, ma la integra in un arco più vasto che ora coinvolge l'intera esperienza dell'arte francese rivoluzionaria da Géricault in poi, volgendosi anche ad alcuni punti nodali della storia dell'arte italiana da Michelangelo a Caravaggio. Questo sforzo di nuova rifusione realistica del linguaggio ha per base storico-sociale (e per esperienza direttamente vissuta e partecipata) il drammatico ingresso, alla ribalta della vita italiana nel dopoguerra, delle masse lavoratrici impegnate nelle lotte che hanno conformato il volto dell'Italia contemporanea".
(A. Del Guercio, Il Dopoguerra: la pittura in Italia dal 1945 al 1955, cat. mostra a Ferrara, 1962-63, p. 55)
(A. Del Guercio, Il Dopoguerra: la pittura in Italia dal 1945 al 1955, cat. mostra a Ferrara, 1962-63, p. 55)